Itinerari

Sulla vetta del Libro Aperto, sul crinale tra Toscana ed Emilia

Un nome curioso per una (doppia) cima facile da raggiungere dell’Appennino Tosco-Emiliano. Si cammina a lungo sul crinale panoramico e, non di rado, accarezzato da venti rinfrescanti

Nell’Appennino settentrionale non sono molti i valichi percorribili con automezzi che permettono il transito da Emilia a Toscana. Il passo dell’Abetone situato a 1.388 m di quota in provincia di Pistoia è tra questi uno dei più noti e frequentati. È situato sul tracciato della strada statale 12 che collega Pisa al valico del Brennero, un percorso già utilizzato da secoli per favorire i commerci tra Modena e Pisa. Ma la popolarità dell’Abetone inizia nel 1800 quando diviene una meta turistica estiva per i ricchi fiorentini che cercano refrigerio nelle calde estati. A partire dai primi anni del 1900, grazie alla novità dello sci che arriva dalla Norvegia, diventa un’importante stazione sciistica, a tutt’oggi una delle più frequentate dell’Appennino. In estate il passo dell’Abetone è il punto di partenza per tante escursioni a piedi o in mtb che si sviluppano intorno al crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano: una delle più belle conduce al Libro Aperto. Si tratta di un gruppo montuoso composto da due vette: il monte Belvedere (1.896 m) e il monte Rotondo (1.937 m). La forma delle due montagne, identificabile chiaramente anche dalla pianura emiliana, ha determinato il curioso toponimo.


L’itinerario 

Partenza: Passo dell’Abetone (1388 m)

Arrivo: Monte Rotondo (1937 m)

Dislivello: + 745 m

Durata: 4 ore (a/r)

Difficoltà: E

 

Per raggiungere l’inizio del percorso presso la località Abetone è necessario individuare nel suo piccolo centro due piramidi, fatte erigere nel Settecento all’apertura del valico tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena.
Si parte prendendo via dell’Uccelliera in direzione nord, procedendo tra le abitazioni. Percorse poche decine di metri si devia verso destra in salita entrando nel bosco proseguendo fino ad uno spiazzo con una sbarra che impedisce ai mezzi motorizzati di proseguire. La si oltrepassa e il sentiero diviene un comodo sterrato che si inoltra in boschi di faggi ed abeti, salendo dolcemente. La sterrata prosegue per circa 1,5 km fino a confluire nuovamente sul crinale appenninico dove si ricongiunge al sentiero CAI 00 all’altezza di uno spazio provvisto di area ristoro (1.453 m).

Si procede seguendo il segnavia CAI 00 che sale in moderata salita tra gli abeti e conduce, dopo un ripido tratto conclusivo, sulla dorsale di vetta del monte Maiore (1.551 m). Si passa accanto alla vetta del Maiore e successivamente il tracciato inizia a scendere in mezzo a prati e radure fino al crinale raggiungendo la Sella della Verginetta (1.486 m). Il percorso ora sale tra radure e faggi fino a condurre in una radura dove si trova il Rifugio Casetta di Lapo (1.503 m), dopo 1 ora di cammino. Si tratta di una piccola costruzione aperta nel periodo estivo con una cucina attiva. Il panorama si apre offrendo scorci sui monti Cusna e Prado.

Al bivio con il segnavia 495, che rimane sulla sinistra, si prosegue per il tracciato CAI 00. Si continua a risalire in terreno aperto il crinale della dorsale appenninica che diviene sempre più evidente tra praterie e piccole macchine di vegetazione. Proseguendo si raggiunge la base del monte Belvedere che viene aggirato alla sinistra dal sentiero raggiungendo il Passo delle Mandrie (1.860 m), che di fatto è la sella tra le due cime del Libro Aperto.

Si procede verso sinistra risalendo il versante del Monte Rotondo in un ambiente roccioso e brullo, fino ai 1.937 m della vetta che è la massima elevazione del gruppo del Libro Aperto. Dalla vetta in giornate particolarmente terse è possibile vedere sia l’Adriatico che il Tirreno. Si tratta in ogni caso di uno dei luoghi migliori per poter osservare l’andamento del crinale appenninico tosco emiliano che si snoda nelle province reggiane, modenesi e bolognesi. Si rientra sullo stesso tracciato dell’andata.

Da vedere: il Museo Linea Gotica


A pochi chilometri dall’Abetone, scendendo il versante toscano, è possibile visitare il Museo Linea Gotica Pianosinatico. Dal 2018 proprio per iniziativa degli abitati di Pianosinatico, un paese di fatto cancellato negli ultimi terribili mesi della Seconda guerra mondiale tra eccidi e sfollamenti, si è sentita la necessità di recuperare la memoria di quei tempi e del successivo periodo di ricostruzione. Non si ha solamente l’opportunità di visitare un museo, ma vengono offerte varie esperienze tematiche. Sono stati tracciati due percorsi lungo i resti di bunker tedeschi, riqualificati e restaurati luoghi della memoria.

 

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