Itinerari

Dal Lago della Ninfa alla vetta del Cimone

Il “Tetto” dell’Appennino modenese è la meta super panoramica di una comoda escursione autunnale

Il monte Cimone, situato nella catena montuosa che percorre tutta la zona meridionale dell’Emilia Romagna, è la principale vetta dell’Appennino settentrionale. Anticamente conosciuto con il nome di Alpe de Nona, con i suoi 2.165 metri di altezza svetta su tutti i rilievi circostanti. Si trova interamente in territorio modenese e sulle sue pendici  si trovano i comuni di Fiumalbo, Sestola, Fanano, Riolunato e Montecreto.

Il profilo piramidale del Cimone è riconoscibile da grande distanza e insieme alla sua anticima (Cimoncino – 2.118 m) forma un punto di riferimento visivo importante. E’ una montagna che non ha pareti rocciose di rilievo e per questo non rappresenta un punto di interesse per chi pratica l’alpinismo. In inverno invece è il principale centro sciistico del comprensorio, dotato di numerose piste e impianti di risalita che portano in prossimità della vetta.

Sull’ampia cima del monte Cimone sorgono l’importante stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare e l’Osservatorio climatico CNR “Ottavio Vittori“. Vi è inoltre stata edificata, nel 1908, una cappella dedicata alla Madonna delle nevi che è tutt’ora molto venerata dai modenesi in particolare in occasione della processione che il 5 agosto di ogni anno sale fino alla vetta.
Dalla vetta, spaziando a 360 gradi, si può vedere tutto l’arco alpino, il mar Adriatico, il monte Amiata, l’Argentario, il mar Tirreno, l’isola d’Elba, la Corsica e l’isola di Capraia.

Una ninfa malvagia ha dato il nome al lago

Ci sono vari luoghi da cui iniziare la salita alla vetta del Cimone, per itinerari tipicamente di difficoltà escursionistica. Uno dei più interessanti inizia nei pressi del lago della Ninfa, località a 1.500 m di quota che si può raggiungere in auto da Sestola.
Il lago è stato formato da una frana che ha creato uno sbarramento. Nel passato era conosciuto come lago dei Budaloni. Il nome attuale lo si deve al rifugio costruito nei pressi nel 1928 che riporta ad un’antica leggenda. Si narra che nel lago vivesse una bella e malvagia ninfa che attirasse i viandanti per poi farli annegare nei gorghi che essa stessa creava. Storie di cui è ricca la montagna soprattutto in riferimento a luoghi remoti quali questi erano un tempo.
Oggi nei pressi del lago della Ninfa si trovano diverse infrastrutture, baite e rifugi. Nella stagione invernale si pratica lo sci da fondo ed è il punto di arrivo di una pista da discesa che scende dal Cimone.

Il percorso
(690 m di dislivello, 4 ore a/r, E)

Nei pressi del lago della Ninfa una sbarra blocca l’accesso alle auto. Proprio da questo sbarramento inizia il sentiero comunale n.13 bis dedicato a Pio Serafini che si segue per iniziare l’itinerario. Percorrendolo si costeggia via dell’Aeronautica ma si avanza camminando tra gli alberi del bosco. Dopo circa 35 minuti il sentiero si ricongiunge al percorso della strada e si giunge a Fontana Bedini (1.632 m.): si tratta di una fonte che fornisce acqua buona e freschissima con cui dissetarsi e riempire la borraccia.

Si procede e si attraversa nuovamente la forestale, poi si costeggia lasciandoselo sulla sinistra l’ultimo grande bosco puntando decisamente il Cimone. Anche da una certa distanza si può avere l’impressione che la cima non sia poi così lontana per l’edificio dell’Aeronautica posto in vetta. E’ una costruzione di dimensioni molto grandi, se ne distingue chiaramente la forma anche dalla città di Modena.

Al termine del bosco si innesta un sentiero sulla destra che però si percorrerà in discesa per compiere un anello. Si procede seguendo sulla sinistra una strada sterrata che salendo diviene più sassosa e ripida. Ci si muove in un ambiente aperto, circondati da prati e muschi di alta quota senza più vegetazione boschiva. Si avanza sul percorso che in inverno è che una pista da sci. Lo si nota muovendosi tra impianti di risalita che in estate non sono in funzione e alcune grandi reti di protezione nelle curve più strette per evitare scivolate fuori pista. Salendo su questo tracciato lontano dai sentieri più battuti, è facile incontrare le marmotte che stazionano sui bordi delle loro tane. In basso sulla sinistra si può vedere il lago di Terzo.

Il sentiero procede in un canale ai cui bordi affiorano formazioni rocciose e poi arrivati ad un piccolo pianoro incrocia il sentiero 441 A sulla sinistra. Si avanza oltre per un breve tratto fino ad incontrare il sentiero 441 che si prende in salita verso la vetta. Qui parte l’ultimo tratto dell’ascesa per superare un ripido versante attrezzato a gradoni tra lo sfasciume della roccia affiorante. Una volta superato questo punto si è praticamente arrivati e, una volta superati gli stabili dell’Aeronautica e l’osservatorio, da una terrazza si può ammirare un panorama a 360° con pochi uguali.
Per la discesa si può seguire il sentiero 449, detto anche Sentiero dell’Atmosfera, che permette di scoprire un altro versante della montagna. Più avanti si lascia il sentiero 449 prendendo verso destra il tracciato che passando a fianco del Lago dei Bagni riporta a chiudere l’anello. Da qui si ritorna per il medesimo percorso al punto di partenza.

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