Alpinismo

Yuri Koshelenko conquista una cima inviolata nell’Himalaya indiano

L’alpinista russo, già vincitore di un Piolet d’Or, ha portato a casa una salita ad una cima inviolata di 6218 metri. La cima è stata chiamata Vajrayogini, come la dea Hindu della saggezza

Scalando lontano dai riflettori e dalle valli più battute dalle spedizioni commerciali, l’alpinista russo Yuri Koshelenko, già vincitore di un Piolet d’Or, si aggiudica la prima ascesa ad una cima vergine dell’Himalaya indiano. Il picco, che era ancora senza nome, si trova nel Rangtik Topko, una valle laterale dello Zanskar, nella regione indiana del Ladakh.

Koshelenko ha sottolineato che non c’erano mai state spedizioni in quest’area, e che anche per le cime superiori a 6000 metri non è richiesto un permesso. Si tratta appunto di una zona molto remota, ma che sta guadagnando popolarità tra gli alpinisti. L’anno scorso Patrick Tirler e Moritz Sigmund hanno aperto una difficile via di big wall proprio nel Rangtik Topko, e nello stesso periodo Francesco Ratti, Jerome Perruquet, Alessandro Baù e Lorenzo D’ Addario hanno salito due vie di roccia nella vicina Miyar Valley.

Koshelenko, insieme a Bayarsaikhan Luvsand e Mikhail Pups, è arrivato in vetta l’11 giugno, dopo otto ore di scalata: il GPS segnava un’altitudine di 6218 metri. Il russo ha dichiarato che la salita è stata molto lunga, ma non tecnicamente difficile: “Abbiamo scalato in conserva fino in cima alla montagna”.
Dopo aver parlato di un possibile nome per questa vetta con i locali, i tre hanno convenuto di chiamarla Vajrayogini, la dea Hindu della saggezza e della conoscenza.

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