Gente di montagna

Andreas “Anderl” Heckmair, conquistatore della Nord dell’Eiger

L’alpinista bavarese è passato alla storia per la prima salita della tremenda parete svizzera. Un carattere forte e determinato, forgiato da un’infanzia complicata

Non vado in montagna per fare impressione alla gente, ma solo per il mio piacere. Mi interessano tutti gli aspetti della natura. Inoltre mi diverte superare le difficoltà della montagna, i capricci del tempo e le brutte sorprese delle condizioni ambientali”.

Anderl Heckmair

Anderl Heckmair. Foto Le DL DR
Anderl Heckmair. Foto Le DL DR

Se, come molti sostengono, i grandi alpinisti campano 100 anni, Heckmair è sicuramente tra questi, con le sue 98 candeline all’attivo. Tra i Grandi, quelli con la G maiuscola, non solo per età ma per aver consumato scarponi in tutte le Alpi e oltre.

Una vita iniziata a Monaco di Baviera il 12 ottobre 1906 dove, alla morte del padre nel 1915, la durezza dell’orfanotrofio gli presenta la prima salita. Un’esperienza che accresce in lui la tenacia e la resistenza che tanto lo hanno contraddistinto.

La vita e l’alpinismo

A 11 anni valica il confine svizzero aprendo gli occhi su montagne stupende che gli accendono un fuoco nel cuore. In sella alla sua bici inizia a percorrere le Alpi per arrampicare, riempiendosi le tasche spadellando da un rifugio all’altro. Questo suo vagabondare gli costruisce quello che serve per diventare Maestro di sci, nel 1932, e Guida alpina, l’anno successivo. Esperienze che si porta nello zaino anche sulle grandi vie delle Dolomiti, come sul Sass Maor e sulla Solleder in Civetta, prima di lanciarsi verso i celebri “tre grandi problemi delle Alpi”.

Il primo a essere risolto è la Nord del Cervino, ad opera dei fratelli Franz e Toni Schmid, nel 1931. Lo stesso anno Heckmair con Gustl Kröner deve quindi puntare alla Nord delle Grandes Jorasses, ma il tentativo si arresta dopo un centinaio di metri, superata l’ultima crepacciata. La salita di questa parete ad opera di Martin Meier e Rudolf Peters del 1935, lungo lo Sperone Croz, è per Anderl un “sogno rubato”. Qualche anno dopo, sulle Jorasses ha una piccola rivincita ripercorrendo per primo, in condizioni invernali quasi proibitive, lo Sperone Walker.

Solo una Nord resiste ancora, ed è qui, sull’Eiger, che il tedesco mette la sua firma nella storia. A metà luglio del 1938 sei uomini si lanciano nel ventre dell’Orco. La cordata austriaca di Rudolf Fraissl e Leo Brankowsky abbandona subito, mentre altri due austriaci, Fritz Kasparek e Heinrich Harrer, sono all’inseguimento dei tedeschi, Heckmair e Ludwig Vörg, che però decidono di scendere visto il tempo in peggioramento. Chissà che sorpresa il 23 luglio quando, all’altezza del “bivacco della morte”, gli austriaci vengono raggiunti dai tedeschi, convinti di nuovo a salire.

Heckmair si mette in testa e i quattro raggiungono insieme la vetta il 24 luglio 1938 lasciando sventolare una bandiera nazista a 3970m. La vittoria sull’Orco la si deve alla tenacia ed esperienza di Heckmair e, anche, all’utilizzo di ramponi a 12 punte ed altra attrezzatura all’avanguardia recuperata grazie a dei sostenitori, un primo embrione di sponsorizzazione nel mondo verticale. Proprio quei ramponi hanno rischiato di trasformare la salita in una sconfitta quando, quasi in cresta, si infissero nelle mani di Vörg arrestando una scivolata di Heckmair.

Anderl incontra Hitler in persona per le congratulazioni e il loro successo viene usato nella propaganda nazista, sebbene lui non abbia mai aderito apertamente al partito. I quattro diventano degli eroi e la loro impresa sigilla l’unificazione della Germania con l’Austria di poco tempo prima.

Il suo trionfo non basta a sottrarlo ad un periodo al fronte orientale durante la Seconda Guerra Mondiale, prima di essere trasferito come istruttore di alpinismo dell’esercito.

Nel 1969 è tra i fondatori della VDBS, ossia l’unione tedesca di Guide alpine e Maestri di sci.

Non in bici, come da ragazzo, ma grazie agli sponsor scala anche nelle Ande ed in Himalaya.
Oltre alle punte frontali dei ramponi, a lui si deve lo sviluppo dell’uso delle due corde in parete.

L’uomo dell’Eiger si spegne a Oberstdorf l’1 febbraio 2005 lasciandoci una grande eredità letteraria, frutto di altrettanto grandi avventure di una vita, di certo non facile.

Libri

  • Die Drei Letzen Probleme der Alpen (versione italiana: Gli ultimi tre problemi delle Alpi) – Anderl Heckmair – 1949
  • Mein Leben als Bergsteiger (versione inglese: Anderl Heckmair: My life as a mountaineer) – Anderl Heckmair – 1972
  • Anderl Heckmair: Wahre G’schichterl – (versione italiana: Storielle vere: dalla vita della celebre guida alpina bavarese, primo conquistatore della parete nord dell’Eiger. HECKMAIR, Anderl) -Anderl Heckmair – 1988
  • So war’s – Anderl Heckmair -1991

“Nel corso degli anni mi feci la convinzione che l’alpinista si forma un’esperienza maggiore e più efficace nelle imprese durante le quali per qualsiasi motivo è obbligato al ritorno che in quelle riuscite felicemente”.

Anderl Heckmair

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close