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Super grandangolare e fish eye, per la fotografia di paesaggio, in montagna

Per fotografare un paesaggio “ci vuole” il grandangolo? Differenza e similitudine tra ottiche con esteso angolo di campo: caratteristiche, composizione, primo piano e sfondo

E’ l’alba! Colori intensi dipingono le creste innevate: uno scenario fiabesco, con visioni d’ampio respiro, una vera sinfonia per gli occhi. La fatica di alzarsi in piena notte e la scarpinata al buio e al freddo sono ampiamente ripagate da un panorama e da una luce, ideale per la fotografia, che disegna con maestria i profili delle vette. Tra gioia ed emozione, iniziate a scattare, con la tipica frenesia ed economicità della fotografia digitale e, soprattutto, con un bel grandangolare quello con il maggior angolo di campo disponibile.

Una volta a casa, la delusione è palese e ben descritta dalle immagini al monitor del computer: le montagne sono piccole e distanti, alcuni dettagli si scorgono appena e sono piccoli e poco definiti. Le montagne sono troppo lontane perché la focale utilizzata era troppo grandangolare. La sensazione di comprendere tutto il panorama in uno scatto è ingannevole, proprio per l’utilizzo di un obiettivo troppo grandangolare che tende a rendere lo sfondo più piccolo e lontano, di quanto non sia in realtà.

Il Lago Rosset, nella zona del Colle del Nivolet, nel Parco del Gran Paradiso, con la Punta Basei sullo sfondo
Il Lago Rosset, nella zona del Colle del Nivolet, nel Parco del Gran Paradiso, con la Punta Basei sullo sfondo. La foto è ottenuta da uno scatto, in normale formato 24×36 mm (FX), utilizzando il Sigma 15 2,8 AFD, con angolo di campo di 180 gradi. La foto è stata pensata in formato panoramico, già al momento dello scatto e poi ritagliata opportunamente. Possiamo anche dire che l’immagine sia stata “previsualizzata”, in fase di ripresa, come diceva il grande Ansel Adams. L’effetto estetico della foto è molto simile a quello che si poteva ottenere con una fotocamera orbicolare, a pellicola, con l’obiettivo che ruotava sul proprio asse.

Quale focale per la fotografia di paesaggio?

Chi segue questa mia rubrica “fotografare in montagna” dovrebbe essere consapevole che la scelta dell’ottica dipende da quello che si intende comunicare e che non esistono schemi rigidi o preferenze obbligate sull’utilizzo di un certo tipo di focale. Si può fotografare il paesaggio di montagna con qualsiasi tipo di obiettivo dal super grandangolare al super tele. Quindi, “per fotografare il paesaggio ci vuole il grandangolo” è uno dei tanti luoghi comuni da sfatare. Ne ho parlato, in parte, anche in questo articolo: Grandangolo e teleobiettivo, nel paesaggio di montagna.

Il lago di Colbricon, in bianco e nero
Il lago di Colbricon, in bianco e nero, ripreso con il Nikkor 18 3,5 ais, vecchio obiettivo a messa a fuoco manuale, molto leggero e compatto. L’uso di un filtro polarizzatore ha esaltato il cielo e le nubi che vi si stagliano. Nikon D800; Nikkor 18 3,5 ais; iso 100; f 11; 1/100 di secondo. Se vi interessa il bianco e nero, ne ho parlato anche qui:” Come fotografare in bianco e nero il paesaggio di montagna”

Super grandangolare e fish eye

Torniamo, però, al focus di questo articolo, ovvero all’utilizzo di ottiche grandangolari e del fish eye che rappresenta un caso a parte. Un grandangolo è un obiettivo che abbraccia un esteso angolo di campo in gradi, ovvero restituisce un’inquadratura molto ampia. Si definiscono obiettivi grandangolari quelli con focale inferiore ai 40 / 50 mm, sul formato fx, ovvero con sensore di dimensioni di 24 per 36 mm, come la classica pellicola di piccolo formato (detta 135 mm). In maniera più dettagliata si può dire che le lenti con focale da 24 (84 gradi di angolo di campo) a 35 mm (64 gradi) sono grandangoli, quelle da 14 (114 gradi) a 20 mm (94 gradi) si definiscono super grandangolari.

E’ anche vero che ci sono anche altre lenti con focali addirittura inferiori, come 12-24 mm; Canon addirittura produce uno zoom con focale di 11-24 mm (FX), veramente un caso estremo. Nel momento in cui scrivo, probabilmente, qualche azienda sta studiando un qualche strano e curioso obiettivo, fisso o zoom, con focale addirittura inferiore…Con l’avvento delle mirrorless, tra l’altro, ci sono e ci saranno anche maggiori possibilità di ottenere grandangolari con focali estreme, grazie a sistemi costruttivi diversi e all’utilizzo di bocchettoni porta ottiche di dimensioni più generose che semplificano la loro costruzione e la realizzazione di schemi ottici diversi. Il fish eye, invece, è un super – grandangolare con caratteristiche particolari e peculiari.

Esistono due tipi di fish eye: diagonale e circolare. Il circolare restituisce immagini circolari, proprio tonde, e non occupa tutto il fotogramma, ma solo la parte centrale. I lati sono neri e non vengono impressionati dal sensore. La sua fruibilità è assolutamente relativa e si può tranquillamente classificare nella categoria “effettoni fotografici”, tanto da far sì che siano state realizzate anche diverse app per gli smartphone che riproducono questa ottica.

Nei pressi del Passo Spluga, verso il rifugio Bertacchi
Nei pressi del Passo Spluga, verso il rifugio Bertacchi. Mi sdraio a terra, con il Sigma 15 2,8 afd, Fish Eye. L’ho preferito al Nikkor 16 mm, perché la sua messa a fuoco minima è decisamente migliore. Il Sigma, infatti, è in grado di mettere a fuoco a soli 15 cm. Metto a fuoco il primo piano. Il diaframma chiuso a f 16 consente profondità di campo su tutto il fotogramma e rende il sole a stella, con i raggi ben visibili.

Fish Eye diagonale una lente molto particolare

Il fish eye diagonale, invece, consente una copertura totale del fotogramma. La sua focale è di 15 o 16 mm, a seconda delle marche, ma il suo angolo di campo è sempre di 180 gradi. Le immagini ottenute sono caratterizzate da un forte effetto curvilineo, ovvero da una distorsione a barilotto che riguarda tutte le linee orizzontali e verticali, tranne quelle poste perfettamente al centro del fotogramma.

Chiarisco con il classico esempio del tempio greco, con la facciata caratterizzata dal consueto colonnato. L’unica colonna dritta sarà quella in centro. Tutte le altre saranno curvate verso l’esterno, con effetto visivo sempre più accentuato a mano a mano che lo sguardo prosegue verso l’esterno. Lo stesso effetto è valido anche per le linee orizzontali. Solo quella al centro risulterà essere dritta. Non è necessario essere un “genio della fotografia” per intuire che il fish eye non è un obiettivo studiato per la fotografia di architettura! Nella fotografia di paesaggio, però, opportunamente utilizzato, può restituire immagini molto interessanti e peculiari.

Fossile di Megalodon, indicato dal pollice, sulle rocce dell’altipiano Puez Odle, nell’omonimo parco.
Fossile di Megalodon, indicato dal pollice, sulle rocce dell’altipiano Puez Odle, nell’omonimo parco. L’effetto mondo può richiamare la genesi e, in particolare l’orogenesi delle Dolomiti, nate dove c’era il mare…Nikon F5; Sigma 15 mm 2,8 afd; fish eye. Fujichrome Velvia 50

Tutta questione di bolla

Se messo perfettamente in bolla, infatti, rende la linea di orizzonte dritta, consentendo di immortalare paesaggi dall’aspetto naturale, a meno che non ci siano strutture architettoniche verso i lati. In montagna, per esempio, fotografando una catena montuosa, l’effetto di distorsione del paesaggio è meno evidente, sempre considerando di piazzare con cura la linea dell’orizzonte.

Il lago di Antrona
Il lago di Antrona, ripreso con la focale di 17 mm del Nikkor 17-35 2,8 afs. La prospettiva dell’ottica è ampia e generosa.

Se, invece, non mettiamo la fotocamera in bolla? I risultati sono due, a seconda dell’inclinazione della macchina fotografica: verso il basso avremo il classico “effetto mondo”, con la linea dell’orizzonte arcuata (tipo arcobaleno) verso l’alto…Se invece puntiamo la fotocamera verso l’alto? Beh lasciamo perdere; non posso proprio dirlo; non rientra nelle mie corde. Posso solo dire che si creerà un “effettone fotografico”, tra quelli considerati ad alto richiamo (neanche le sirene di Ulisse…), ma veramente eccessivo e, a mio modesto parere, troppo pacchiano. Anche nel caso di “effetto mondo”, meglio non abusarne e usufruirne con parsimonia.

Eccolo! Il famigerato “effetto mondo”. Ancora il Lago di Colbricon, ripreso con il Fish Eye inclinato verso il basso.
Eccolo! Il famigerato “effetto mondo”. Ancora il Lago di Colbricon, ripreso con il Fish Eye inclinato verso il basso. Impressionante la profondità di campo: i girini, in primo piano, sono nitidi, così come lo sfondo. Nikon D850; Sigma 15 mm 2,8 afd; fish eye; f16; 1/90; iso 200.

Grandangolo o fish eye, occhio al primo piano!

Che si utilizzi un fish eye o un super grandangolare è sempre necessario prestare attenzione al primo piano. Le ottiche con angolo di campo così ampio, tendono a restituire un’immagine con un primo piano più grande di quanto non sia in realtà e a rendere lo sfondo lontano e molto piccolo. Se il primo piano non è caratterizzato dalla presenza di elementi che attirano l’attenzione, come fiori, funghi o rocce la sensazione di vuoto diventa predominante e, quasi sempre, eccessiva. Cerchiamo, quindi, di includere sempre un primo piano nelle immagini grandangolari.

I Narcisi, al Pian delle Nere, in Val Sacra
I Narcisi, al Pian delle Nere, in Val Sacra. La fotocamera è posta a terra, con messa a fuoco sui pistilli in primo piano. Sullo sfondo si vedono le cime. La messa a fuoco minima dell’ottica ha consentito di rendere notevole la dimensione del fiore. Nikon D800; Nikon 17-35 afs 2,8; f 16; 1/100; iso 100.

Distanza minima di messa a fuoco

Caratteristica importante sia del fish eye sia delle ottiche super grandangolari è la distanza minima di messa a fuoco molto ridotta. Il fish eye, soprattutto, consente di mettere a fuoco un soggetto anche a 15 o 20 cm, a seconda delle marche. Grandangoli come un 14 mm hanno facoltà simili, mentre per ottiche intorno ai 20 mm è necessario “accontentarsi”, si fa per dire, di una trentina di cm, un valore già interessante. E’ importante precisare che la distanza minima di messa a fuoco si calcola dal piano del sensore (o della pellicola) e non dalla lente frontale. A volte, ci si troverà, quindi, a scattare col soggetto o col primo piano a pochi centimetri dalla lente frontale. Sia fish eye che super grandangolari consentono una profondità di campo elevatissima.

La Vedretta del Venerocolo, nel gruppo dell’Adamello.
La Vedretta del Venerocolo, nel gruppo dell’Adamello. Determinante il primo piano, ben occupato dalle forme di ghiaccio. Questo è il classico uso del grandangolo. Nikon D300, a pochi cm dal suolo. Nikkor 12-24 4 afg; iso 100, focale 12 (18 equivalente); f 16; 1/125.

Profondità di campo estesa

Grandangolari, super – grandangolari e fish eye, se generosamente diaframmati, consentono di scattare immagini con fiori nitidi in primo piano e contemporaneamente cime ben leggibili, sullo sfondo. Nel maggior parte dei casi è opportuno mettere a fuoco il primo piano. Si chiude il diaframma, anche a valori intorno a f 16 e si scatta.

Controluce e sole a stella

Il fish eye inquadra un angolo di campo estesissimo. Capita di frequente, quindi, che il sole sia compreso nella composizione. Proprio per questo, in genere, queste ottiche hanno un valido strato antiriflesso sulla lente frontale, in modo da eliminare o minimizzare flare e “immagini parassita”, che nel netto controluce sono molto evidenti. Ho parlato del controluce anche in questo capitolo: ”Fotografare in controluce”.

Il magico Lago del Sorapis, dai colori così peculiari
Il magico Lago del Sorapis, dai colori così peculiari, ripreso con il Sigma 15 mm; fish eye, utilizzato in verticale, per sfruttare il suo notevole angolo di campo. In questo caso, opportunamente orientato e in bolla, sembra quasi nascondere le sue caratteristiche da “occhio di pesce”. Solo un occhio esperto potrebbe avere qualche dubbio sul tipo di ottica utilizzata. Il primo piano è occupato dal sole e dalle rocce. Nikon F5; Fujichrome Velvia 50.

Quale grandangolo per la fotografia di paesaggio, in montagna?

Oggi sono moltissime le ottiche grandangolari disponibili sul mercato, di ogni focale e di varie fasce di prezzo sia a focale fissa, sia zoom. I primi zoom grandangolari, tipo 20-35 (su formato fx) o similari, degli anni 2000, costavano parecchio e non avevano certo la qualità ottica delle lenti di oggi. Soprattutto, però, avevano una distanza di messa a fuoco minima di circa 50 cm, veramente troppo poco efficiente, per scattare immagini con primi piani ravvicinati. In anni più recenti sono stati messi in commercio obiettivi con focali come 17-35 o 14-24 mm o similari, che possono vantare una distanza di messa a fuoco minima di 30 cm o poco meno, che li rende molto efficienti. Anche le focali fisse, come 14 o 15 mm, usufruiscono della possibilità di mettere a fuoco da molto vicino, anche a 18 o 20 cm. Lo stesso discorso non vale per molti zoom ad elevata escursione focale, come i vari 28-200 o 28-300 (formato FX) o gli analoghi in formato DX, come i 18-300, che possono usufruire della minima distanza di messa a fuoco di soli 50 cm.

Occhi al cielo, al Lago di Braies
Occhi al cielo, al Lago di Braies, con le cime degli alberi che usufruiscono della distorsione tipica del fish eye.

E la fotografia panoramica?

Scattando con un fish eye e mettendo la fotocamera perfettamente in bolla, si possono ottenere immagini panoramiche, semplicemente ritagliando la foto nel lato lungo. L’effetto è molto simile a quello che si otteneva utilizzando una fotocamera, a pellicola, ad obiettivo rotante. Ho parlato in maniera più dettagliata di fotografia panoramica in questo precedente capitolo: “La fotografia panoramica di montagna, con la tecnica dello stitching”.

Il Cimon della Pala, dalla zona della Cavallazza. Un “semplice” 24 mm, dallo zoom 24-70 2,8 afg. La prospettiva è molto ravvicinata.
Il Cimon della Pala, dalla zona della Cavallazza. Un “semplice” 24 mm, dallo zoom 24-70 2,8 afg. La prospettiva è molto ravvicinata.
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2 Commenti

  1. Alcune Fotocamere come le Olympus (meglio dire OM System) di ultima generazione annullano l’effetto mondo dell’Olympus 8 mm fish-eye direttamente in camera quindi non occorre nemmeno più mettere perfettamente in bolla la fotocamera per evitare l’effetto mondo

  2. Grazie per il tuo contributo. Anche alcuni programmi di fotoritocco correggono la distorsione dei fish eye. Rimangono però due effetti diversi. In un caso posso mettere in bolla un fish eye. Avrò comunque le linee storte , tranne la verticale e la orizzontale in centro. Se inclino il fish eye ottengo l’effetto mondo. Con la correzione, anche quella che citi tu, il programma riesce a raddrizzare tutte le linee. Il fish eye rimane comunque interessante senza la correzione, altrimenti, forse, prenderei un supegr grandangolare normale. Ciao. Grazie.

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