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Fotografare il movimento

Quando usare tempi di posa lunghi nella fotografia in montagna. E creare l’effetto mosso lasciando la fotocamera sul cavalletto

Una delle prime cose che si insegnano in fotografia è come ottenere immagini nitide e ferme. La fotografia mossa rappresenta un errore piuttosto banale. In questo caso, però, vi parlo di come rendere l’idea del movimento. La fotografia ferma un attimo, il momento di una azione, di una situazione, di un evento, di un paesaggio. La fotografia è, ovviamente, statica. Proprio questa caratteristica è uno dei suoi pregi, ma è anche un limite. Utilizzando sapientemente parametri come tempi, diaframmi e iso è possibile ovviare alla staticità delle immagini. Non mi riferisco, però, a fotografie totalmente mosse, ovvero con l’effetto movimento dovuto al fotografo che sposta l’insieme fotocamera e obiettivo. L’idea di questo articolo è quella di lasciare la fotocamera ben salda, ferma, generalmente sul treppiede e di rendere il soggetto mosso. Vediamo come fare.

Impostazioni per ottenere l’effetto movimento

Iso bassi
Tempi di posa lunghi
Diaframmi chiusi
Treppiede solido

Escursionista
Per “muovere” il soggetto è necessario scattare con un tempo di posa lungo, in modo che una persona o un animale già in movimento, risultino mossi. L’esempio più semplice è quello di un escursionista in cammino. La fotocamera deve essere su un solido treppiede. Gli iso devono essere bassi, intorno ai 100, altrimenti avremmo un tempo di posa troppo veloce. Il tempo di posa deve essere lungo. Quanto lungo? Dipende dalla velocità del soggetto. In linea di massima un escursionista in marcia, per risultare mosso, può essere ripreso con un tempo di posa tra 1/15 o più lento, a seconda della sua velocità e della luce ambiente. È uno scatto che richiede un po’ di pratica e sperimentazione. Lo definirei un pò empirico. Sarebbe meglio usufruire di un telecomando, evitando di premere fisicamente il tasto di scatto. Visto il tempo di posa lungo, il semplice tocco sul pulsante, potrebbe provocare vibrazioni e rendere mossa tutta la foto.

In Val Vigezzo, verso il Monte Ziccher, col Monte Rosa sullo sfondo. La fotocamera è saldamente sul treppiede. Il soggetto si muove velocemente. Il diaframma è alla massima chiusura, in modo da ottenere un tempo di posa lungo. Nikon D800; Sigma 15 2,8 adf; 1/20 sec; f/22; iso 100. Il tempo di 1/20 di secondo non è lentissimo, ma la velocità della persona era notevole, quindi è stato più che sufficiente
In Val Vigezzo, verso il Monte Ziccher, col Monte Rosa sullo sfondo. La fotocamera è saldamente sul treppiede. Il soggetto si muove velocemente. Il diaframma è alla massima chiusura, in modo da ottenere un tempo di posa lungo. Nikon D800; Sigma 15 2,8 adf; 1/20 sec; f/22; iso 100. Il tempo di 1/20 di secondo non è lentissimo, ma la velocità della persona era notevole, quindi è stato più che sufficiente

Acqua ed effetto seta
Stesso discorso di cui sopra e stesse impostazioni della fotocamera. Le foto più interessanti alle cascate, più o meno alte, si ottengono quando c’è una contrapposizione tra mosso e fermo: l’acqua in movimento, con effetto seta, e un masso, un albero o un cespuglio, ben fermi. Quanto deve essere lungo il tempo di posa? Dipende dalla quantità di acqua e dalla dimensione della cascata. In linea di massima, più la cascata è alta e ripida e minore è la lunghezza del tempo di posa necessario per ottenere l’effetto seta. Se la cascatella è molto bassa, magari pochi centimetri, diventa necessario usufruire di un tempo di posa piuttosto lungo, oltre il secondo. Anche in questa situazione, però, la determinazione del tempo di posa è piuttosto empirica. Ne ho parlato, in maniera approfondita anche qui: “Come fotografare le cascate”.

Il classico mosso dell’acqua. Fotocamera sul treppiede e tempo di posa lungo. Val di Rhemes. Nikon D800; Nikkor 70-200 4 afg; 0,5 sec; f/32; iso 100. Filtro ND 8 che ha tolto 3 stop. Attenzione alle gocce d’acqua sull’attrezzatura. A seconda della scelta del tempo di posa si ottengono effetti estetici sempre diversi.
Il classico mosso dell’acqua. Fotocamera sul treppiede e tempo di posa lungo. Val di Rhemes. Nikon D800; Nikkor 70-200 4 afg; 0,5 sec; f/32; iso 100. Filtro ND 8 che ha tolto 3 stop. Attenzione alle gocce d’acqua sull’attrezzatura. A seconda della scelta del tempo di posa si ottengono effetti estetici sempre diversi.

Fiori e alberi
A meno di non muovere fisicamente alberi e fiori (provate con una quercia o con un larice secolare!), per ottenere l’effetto mosso della vegetazione è necessario sfruttare l’elemento naturale del vento. Si piazza la fotocamera sul treppiede, con impostazioni simili a quelle spiegate nel caso di escursionista e acqua, e si scatta nel momento in cui sopraggiunge la folata di vento. Attenzione! Serve un cavalletto molto stabile, con tutte le precauzioni del caso. Non vorrete mica che, ad una potente folata di vento, voli via l’insieme fotocamera, ottica e treppiede! Nel caso, avrete un effetto tutto mosso, però dovuto al “movimento volante totale” di tutta la vostra attrezzatura. Uno scatto irripetibile, anche perché non avrete più gli strumenti per ripeterlo! Insomma…il consiglio che posso dare è di non strafare. Trovate suggerimenti generali sulla fotografia di alberi qui: “Fotografare gli alberi nel paesaggio di montagna”.

Il Monte Leone e il vento che muove i fiori. Ho piazzato il treppiede, attendendo che arrivasse la folata di vento. Il diaframma chiuso e il tempo di posa lungo, accentuato dall’utilizzo di un filtro polarizzatore (può togliere 2 stop, a seconda della regolazione), hanno reso l’effetto del vento. Nikon F90x; Nikkor 24 2,8 AIS; Fujichrome Velvia 50; treppiede; filtro polarizzatore.
Il Monte Leone e il vento che muove i fiori. Ho piazzato il treppiede, attendendo che arrivasse la folata di vento. Il diaframma chiuso e il tempo di posa lungo, accentuato dall’utilizzo di un filtro polarizzatore (può togliere 2 stop, a seconda della regolazione), hanno reso l’effetto del vento. Nikon F90x; Nikkor 24 2,8 AIS; Fujichrome Velvia 50; treppiede; filtro polarizzatore.

E se c’è tanta luce?
Se la luce è scarsa, se siamo all’ombra o nel bosco, non ci sono problemi. Sarà sufficiente utilizzare iso bassi e diaframmi chiusi, per ottenere tempi di posa conseguentemente lunghi. Se, però, impostiamo gli iso più bassi della nostra fotocamera (per esempio 100), il diaframma più chiuso (per esempio f 22) e il conseguente tempo di posa risulta essere troppo lungo, perché la luce è molto intensa? Abbiamo due possibilità. Per prima cosa, possiamo chiedere al soggetto di muoversi più velocemente, per esempio. Se, però, il nostro escursionista non è un velocista, tipo Usain Bolt o Speedy Gonzales, e la luce è veramente intensa non riusciremo ad ottenere l’effetto mosso. Va beh! Si può sempre provare la prossima volta! Oppure si utilizzano i filtri Neutral Density (ND).

In Valnontey. Il mosso delle nuvole è stato reso utilizzando un tempo di posa lungo, in una giornata ventosa, con le nubi che “correvano” sopra le cime. Per accentuare l’effetto è stato usato un filtro ND 1000, che toglie 10 stop. Nikon D810; Nikkor 24-70 2,8 afg; focale 70; f22; 15 secondi; iso 64
In Valnontey. Il mosso delle nuvole è stato reso utilizzando un tempo di posa lungo, in una giornata ventosa, con le nubi che “correvano” sopra le cime. Per accentuare l’effetto è stato usato un filtro ND 1000, che toglie 10 stop. Nikon D810; Nikkor 24-70 2,8 afg; focale 70; f22; 15 secondi; iso 64

Filtri Neutral Density
Abbinati all’obiettivo, consentono di allungare i tempi di posa. Esistono in diverse gradazioni e con diverse denominazioni, anche a seconda delle marche. Per esempio, la classica terna comprende i seguenti: ND 2, ND 4, ND 8 che tolgono, rispettivamente, 1, 2, 3 stop. Cosa significa? Se sto scattando al mio volenteroso e generoso compagno di escursione (alla terza o quarta volta che gli chiederete di correre davanti all’obiettivo verificherete la sua bontà, o meno, di carattere) e imposto gli iso più bassi che consente la mia fotocamera, il diaframma più chiuso e il conseguente tempo di posa risulta non più lento, per esempio, di 1/60 di secondo, verificherò che non sarà sufficiente per l’effetto mosso. In questo caso posso ovviare aggiungendo uno o due filtri. Se utilizzo un ND 8 + ND 4, la fotocamera, tramite l’esposimetro, toglierà ben 5 stop. Da 1/60, passerò, quindi a 1/2 di secondo. Un tempo sicuramente sufficiente per ottenere l’effetto mosso. Da tenere presente che, più si cumulano filtri, più si rischia un decadimento della qualità di immagine. Ho parlato anche qui dei “filtri Neutral Density”. Un caso in cui l’uso di questi filtri è determinante è, generalmente, quello delle nuvole.

Nuvole
Il mosso delle nubi che “corrono” sospinte dal vento, con le montagne ferme e nitide, è un’altra tipologia di effetto mosso. Per scatti di questo tipo è necessario che ci siano idonee condizioni ambientali: nuvole e vento. In questo caso, l’uso dei filtri Neutral Density è quasi d’obbligo. Se le nuvole corrono da sole, significa che il vento è veramente eccessivo per scattare delle fotografie. Meglio rimanere al calduccio, magari in rifugio con le gambe sotto al tavolo.

Pioggia o neve
Un tempo di posa lungo evidenzia le strisce di neve, o di pioggia o le rende del tutto invisibili. Un tempo di posa veloce, invece, le “congela”, rendendole puntiformi. Questo caso è l’eccezione che conferma la regola. In definitiva, se il tempo di posa è troppo lungo può rendere praticamente invisibile acqua e neve.

Nevica in Val Gardena. L’eccezione che conferma la regola. Per rendere evidente i fiocchi di neve è meglio cercare uno sfondo scuro, come la casa tipica, in questa situazione. Il tempo di posa, però, non deve essere lento, altrimenti i fiocchi scomparirebbero. Nikon D300; Nikkor 24-120 afd 3,5 / 4,5. 1/250 di secondo (eh sì, molto veloce); f 5; iso 200.
Nevica in Val Gardena. L’eccezione che conferma la regola. Per rendere evidente i fiocchi di neve è meglio cercare uno sfondo scuro, come la casa tipica, in questa situazione. Il tempo di posa, però, non deve essere lento, altrimenti i fiocchi scomparirebbero. Nikon D300; Nikkor 24-120 afd 3,5 / 4,5. 1/250 di secondo (eh sì, molto veloce); f 5; iso 200.

Effetto zoom
Un effetto estetico molto diverso dai precedenti. In questo caso è il fotografo che muove la propria attrezzatura e tutta la scena risulta mossa. Si utilizza un tempo di posa lungo, da un un secondo a un mezzo secondo e, mentre si sta scattando, si muove la ghiera dello zoom, dalla focale minima, alla massima, oppure viceversa, ottenendo così effetti visivi particolari, diversi, da scegliere poi a piacere. L’importante è che il movimento della focale dello zoom avvenga mentre l’otturatore è aperto e che il soggetto sia posto in centro.

Effetto zoom. Le Tre Cime di Lavaredo rimangono riconoscibili, nonostante l’effetto particolare. L’importante è che il soggetto, i piedi, rimangano abbastanza in centro, in modo da essere leggibili e riconoscibili. In questo caso, a differenza di tutti gli altri, è il fotografo che muove tutta l’attrezzatura, in particolare la regolazione della focale dell’ottica. Indispensabile avere obiettivo zoom. 1/45 sec; f/22; Iso 200; Nikon D300; Nikkor 12-24-
Effetto zoom. Le Tre Cime di Lavaredo rimangono riconoscibili, nonostante l’effetto particolare. L’importante è che il soggetto, i piedi, rimangano abbastanza in centro, in modo da essere leggibili e riconoscibili. In questo caso, a differenza di tutti gli altri, è il fotografo che muove tutta l’attrezzatura, in particolare la regolazione della focale dell’ottica. Indispensabile avere obiettivo zoom. 1/45 sec; f/22; Iso 200; Nikon D300; Nikkor 12-24-.
Ancora un effetto zoom, per riprendere un segno di sentiero in maniera un po' diversa. Nikon D850; Nikkor 24-70 2,8 afg 1/13 sec; f/20. Il segnale di sentiero deve essere in centro, altrimenti perderebbe di leggibilità.
Ancora un effetto zoom, per riprendere un segno di sentiero in maniera un po’ diversa. Nikon D850; Nikkor 24-70 2,8 afg 1/13 sec; f/20. Il segnale di sentiero deve essere in centro, altrimenti perderebbe di leggibilità.
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