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Rinascono i sentieri degli spalloni tra la Val d’Ossola e la Svizzera

Un’epoca non lontana in cui il contrabbando teneva in vita tante comunità d’alta quota, rivive grazie all’opera di appassionati che riaprono i sentieri percorsi degli spalloni

La storia del contrabbando di fatica tra Italia e Svizzera, è profondamente connessa a quella delle comunità alpine che abitavano le valli lungo il confine. Si è trattato di un fenomeno sociale che si è sviluppato su larga scala con l’imposizione delle frontiere nazionali fino ai primi anni ’70 del Novecento, quando il valore del franco e della lira era  diventato molto simile.

Oggi, in Val d’Ossola quegli anni sono ricordati dal Museo della Montagna e del Contrabbando di Macugnaga, dal Museo dello Spallone di Masera e dall’associazione Sentieri degli Spalloni.

“In Ossola non si contrabbandava, si viaggiava, Lo facevano tutti, anche il prete”, recitano consolidati modi di dire. Certo è che esistono anche dei toponimi accettati dalla cartografia ufficiale che evocano l’epoca del contrabbando di montagna. In Val Divedro, per esempio, esistono il Pizzo Zucchero e il Pizzo Caffè, che si alzano lungo la cresta di confine. Un confine secolare, ma difficile da comprendere e accettare per gente abituata alle stesse fatiche del vivere su alte montagne e abituata a una complicità transfrontaliera dettata dalla fame e dalla fatica.

Qui il contrabbando è diventato un mestiere, svolto da uomini e donne di frontiera che trasportavano nelle loro “bricolle” soprattutto zucchero, sale, farina, caffè, riso e sigarette. Da una parte i contrabbandieri, dall’altra i finanzieri, in un eterna partita di guardia e ladri.

In questi ultimi anni, il fenomeno dello “sfrosare” si è trasformato in un racconto di valichi, bocchette, fatiche e di lunghe marce notturne sui sentieri, che rimbalzano dalla memoria degli anziani alle nuove generazioni.

Dal 2015, la priorità dell’Associazione “Sentieri degli Spalloni” è la promozione del territorio ossolano, in particolare quello della Cravariola, conteso nei secoli da Italia e Svizzera.

Una terra percorsa da alpigiani, partigiani, pradè (lavoratori stagionali dediti allo sfalcio del fieno) e contrabbandieri. Sentieri diventati simbolo di una “Montagna da vivere”.

“Sono storie di uomini e di donne in cammino per la sopravvivenza su antichi e aspri sentieri di confine, fra terre di montagna straniere tra loro ma unite dalla necessità di sfuggire alla povertà, a causa di guerre, restrizioni e scarsità di cibo”, commenta Nori Botta, presidente dell’Associazione.

Feste, eventi e rievocazioni di un mondo scomparso

Per far conoscere e promuovere la storia, l’economia, l’architettura e la lingua che avvicinano da secoli le popolazioni ossolane e ticinesi, il primo fine settimana di luglio, l’associazione organizza un’escursione transfrontaliera dall’Italia alla Svizzera (o viceversa), intitolata i “Sentieri degli spalloni”. Ogni anno viene definito un titolo che sarà il filo conduttore delle giornate di cammino e che di solito si lega con i sentieri che verranno inaugurati o percorsi. Durante l’evento si percorrono gli itinerari storici ed è l’occasione per esplorare questi territori e per ricordare le fatiche di chi li ha percorsi.

L’edizione 2023 dei “Sentieri degli Spalloni” è stata dedicata alla sicurezza e al soccorso in montagna, sottolineando l’importanza dell’aiuto e della solidarietà fra i monti. L’escursione transfrontaliera è iniziata da Campo Vallemaggia (CH), è proseguita verso Premia (I) con un pernottamento in quota in località Alpe Lago di Matogno passando per Cimalmotto, Magnello, Cravariola, Passo Fria, Lago di Matogno, Passo Forcoletta, Aleccio, Bee, Cagiogno, e Crego.

Il 2023 ricorda anche il 90° anniversario della tragedia del “Vallone di Forno” (nei pressi di Premia),  che costò la vita a otto ragazzi di Crego (Premia) e Maglioggio (Crodo), sepolti da una valanga durante un “viaggio” nel gennaio del 1933. “Il nostro desiderio è quello di ricordare questi fatti e l’importanza di chi ha prestato aiuto nelle laboriose ricerche su quegli anni e di chi ancora oggi, è impegnato a fronteggiare emergenze e ad intervenire in ambiente impervio e ostile, come fanno gli uomini e le donne del CNSAS”, continua Nori Botta.

Un altro evento, significativo e molto seguito, organizzato dall’Associazione è “Storie verticali”, nel corso del quale si racconta la storia di uomini e donne che hanno vissuto delle “vite in verticale”.

L’edizione 2022 ha avuto luogo a Toceno ed è stata l’occasione per ascoltare le avventure vissute dai contrabbandieri vigezzini. Sono vicende vere a testimonianza di un passato di sofferenza, fatica e morte. È la vita del Negus, dei Fratelli Bevilacqua, “dul Dencio”, della Rubina, della Felicina o della Estera. Storie raccolte dagli insegnanti e dagli ex alunni delle Scuole Primarie di Coimo in un lavoro di ricerca durato diversi anni.

Gli itinerari storici rivitalizzati da I Sentieri degli spalloni

L’Associazione Sentieri degli Spalloni è impegnata nella gestione del bivacco Corte Rossa, situato sul Sentiero Italia e sulla GTA, e nella riapertura e manutenzione di  sentieri  storici. Tra questi ricordiamo: Sentiero Libertà (Tappa 1: Cimalmotto, Alpe Groppo, Corte Rosso, Alpe Bosa. Tappa 2: Alpe Bosa, Alpe Fiesco, Alpe Matogno, Alpe Nocca, Agarina, Cippata, Altoggio, Naviledo, Pontetto, Cresta, Rivoira, Villa Caselli, Masera (Museo spalloni), Masera stazione), Sentiero dul Tabac (Tappa 1: Cimalmotto, Alpe Groppo, Corte Rosso, Passo della Fria, Forcoletta, Alpe Lago (Rifugio Sironi). Tappa 2: Alpe Lago (Rifugio Sironi), Cappella della Croce, Alpe Giovera, Alpe Agua, Veglio, Castello dei Picchi, Pontemaglio, Oira, Crevoladossola), Sentiero Gigi Bacchetta (Cimalmotto, Alpe Stufa, Passo della Fria, Forcoletta, Piana di Aleccio, Maglioggio, Crodo), Sentiero Genesio Forni (Tappa 1: Fondovalle, Alpe Stivello, Guriner Furka, Grossalp, Bosco Gurin. Tappa 2: Bosco Gurin), Sentiero del Negus  (Tappa 1: Cimalmotto (CH), Passo della Cavegna (CH), Porcaresc (CH), Alpe Madei (CH), Bocchetta di Medaro (CH/I), Alpe Soglio (I), Passo Fontanalba, Alpe Motti, Alpe Verzasca, Arvogno), Sentiero della Speranza (Comologno, Spruga (CH), Bagni di Craveggia (I), Alpe Cortaccio, Alpe Motta di Toceno, Bocchetta di Muino, La Piana, Arvogno), Sentiero Fratelli Bevilacqua (Arvogno, Cortino, Alpe Cazzola, Monte Alom, Alpe Pescia, Fornale, Avonso (Onzo) e Sentiero del Negus variante Alpe Salei (Cimalmotto (CH), Passo della Cavegna (CH), Porcaresc (CH), Alpe Madei (CH), Capanna Arena (CH), Piei Bachei (CH), Salei (CH).

Quest’anno, in collaborazione con Ticino Sentieri e Ascona Locarno, è stato sistemato un antico itinerario di confine tra Cravariola (I) e Cimalmotto (CH) che evita il passaggio in un tratto problematico a fondo valle.

Questi sentieri richiamano nomi legati alla storia, ai momenti e ai personaggi del territorio, nomi che evocano l’impegno dell’Associazione a non far dimenticare gli anni del contrabbando e a non far “tramontare il sole zingaro” degli spalloni ossolani.

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