Nuova via sul Baintha Kabata per Matteo Della Bordella
Inaccessibile, causa maltempo, l’Ogre, lo scalatore lombardo e i suoi compagni hanno puntato la montagna vicina, il cui nome in Urdu significa “Figlia dell’Ogre”.
Matteo Della Bordella, Silvan Schupbach e Symon Welfringer hanno aperto una nuova via sul Baintha Kabata (6250 m), in Karakorum. I tre si trovavano in Pakistan insieme anche a François Cazzanelli, per aprire una via sull’inviolato pilastro Est dell’Ogre. A causa delle cattive condizioni della montagna e dell’elevato rischio di valanghe hanno dovuto rinunciare all’impresa, dedicandosi al piano B sul vicino Baintha Kabata.
La nuova via, chiamata The Alien Face (7°/M5), è lunga quasi 1.000 m ed è stata aperta in due giorni, con un bivacco su un nevaio a un’altezza di circa 700 m.
Matteo Della Bordella ha commentato in un post de “Lo Scarpone”: “Che soddisfazione e che fortuna aver avuto questa finestra di bel tempo a fine spedizione, anche se così breve! Quando ci siamo ritrovati in vetta già nevicava. Rientriamo così, con lo sconforto per l’obiettivo mancato ma con una nuova via di tutto rispetto su una bella montagna”.
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Il Baintha Kabata
Il Baintha Kabata si trova nella regione pakistana del Karakorum, più precisamente nella catena del Panmah Muztagh. La montagna è collegata all’Ogre dalla cresta che si stacca dal pilastro Nord-Est di quest’ultimo. Il passo a quota 5.000 m tra questi due picchi collega il ghiacciaio Choktoi al bacino glaciale al di sotto dell’inviolata parete Nord dell’Ogre.
La prima salita del Baintha Kabata è stata realizzata nel 2008 da Maxime Turgeon e Colin Haley. Anche loro avevano come obiettivo primario della spedizione il pilastro Sud-Est dell’Ogre, a cui hanno rinunciato per il maltempo.
Durante l’acclimatamento i due sono riusciti però ad aggiudicarsi la prima salita a questa vetta, che hanno chiamato “Baintha Kabata”, nome che in Urdu significa “figlio dell’Ogre”. Turgeon e Haley hanno realizzato l’ascesa dalla cresta Sud, dapprima tramite numerosi tiri di misto (fino a M5), per poi riportarsi sulla cresta vera e propria tramite un camino di ghiaccio.