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L’Alfabeto del Paradiso, le mille storie del Parco nel nuovo libro di Paolo Paci

L'ultimo libro di Paolo Paci celebra la storia del Parco del Gran Paradiso, dalle epiche imprese alpinistiche al celebre scrittore Mario Rigoni Stern

Giuseppe Mendicino e Paolo Paci. Presentazione del libro "L’Alfabeto del Paradiso"
Giuseppe Mendicino e Paolo Paci. Presentazione del libro “L’Alfabeto del Paradiso”

Il Parco del Gran Paradiso ha compiuto cento anni e gode di ottima salute. Al di là di qualche acciacco, dovuto ai cambiamenti climatici, le sue cinque vallate stanno oggi molto meglio che in passato: gli stambecchi (per la cui conservazione è nato il parco: a inizio Ottocento erano pressoché estinti) si sono salvati, le popolazioni locali godono di una florida economia turistica e il conflitto con le istituzioni (che negli anni Ottanta dello scorso secolo era giunto a livello di attentati dinamitardi) si è del tutto placato. Certo, non mancano i problemi: la troppa pressione antropica, l’estinzione dei ghiacciai… ma il bilancio è positivo.

Di questo e tanto, tantissimo altro, parla il nuovo libro di Paolo Paci, L’Alfabeto del Paradiso (Corbaccio, 324 pag., 22 euro), che è stato presentato ieri alla libreria La Scatola Lilla di Milano. A conversare con l’autore c’era Giuseppe Mendicino, a sua volta scrittore di montagna e grande esperto di letteratura alpina.

Il libro di Paci è un vero motore di ricerca”, ha spiegato introducendo il volume, “basta aprire una pagina e ci si trova immersi in mille storie che si intrecciano: a partire dal capitolo dell’alpinismo, dalle imprese glaciali di Renato Chabod al Nuovo Mattino di Gian Piero Motti, primo esperimento di arrampicata californiana in Italia”.

Interessanti e inedite le storie di alcune delle vallate più defilate. Come la leggenda di Sultano, il re degli stambecchi in Val di Rhêmes, che per anni è stato seguito dai guardaparco fino alla sua morte, quando venne omaggiato, uno a uno, dai suoi “sudditi”. Oppure le storie della Val Soana, la più stretta, selvatica e sconosciuta: la leggenda di San Besso, un santuario d’alta quota che sembra piovuto dal cielo, le folli notti delle gemelle Kessler in un grand hotel ormai scomparso, e la storia della famiglia Clerico, dal commercio ambulante dei vetri fino al Lido di Parigi.

“L’Alfabeto del Paradiso” Ultimo libro di Paolo Paci

Ma con Giuseppe Mendicino, non si poteva non parlare anche di un altro personaggio che apparentemente con il Gran Paradiso ha poco a che fare: Mario Rigoni Stern (di cui Mendicino fu amico personale e biografo “ufficiale”). “Mario ha passato molti mesi per la formazione militare prima della guerra tra la Val Soana e la Valle di Cogne”, spiega. “Scalò il Gran Paradiso e la Grivola, e fu attendato per il corso di roccia ai Piani dell’Azaria, un luogo che lui ricordava come il più bello del mondo”.

Ai Piani, rimasti oggi integri, salvati da un folle progetto autostradale di qualche decennio fa, c’è oggi un masso erratico e una targa che ricorda lo scrittore di Asiago. Sotto il masso, un tronco nasconde uno sportellino che contiene i libri di Rigoni Stern, a disposizione di tutti. Per imparare, attraverso i suoi racconti, ad amare la natura, a partire dal Parco nazionale.

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