Itinerari

In escursione con il cane. Le regole di 4 parchi nazionali

Abbiamo studiato i regolamenti dei 25 parchi nazionali individuando quelli con particolari restrizioni da conoscere prima di partire

Portare i cani a spasso durante un’escursione è un’attività gratificante e divertente, ma sottoposta a una serie di leggi nazionali e regole di buon senso, perché gli amici a quattro zampe possono anche essere fonte di pericolo per sé e per gli altri, oltre che elemento di disturbo verso gli esseri umani e gli altri animali sia domestici, sia selvatici. Oltre alle norme in vigore su tutto il territorio nazionale che impongono ai padroni l’uso del guinzaglio e di avere con sé una museruola da utilizzare in caso di necessità, ci si può imbattere in limitazioni o divieti all’introduzione dei cani nei parchi e delle aree protette a tutela degli equilibri ecologici di quegli specifici ambienti.

Per aiutare gli appassionati di cinofilia a orientarsi nella scelta di una vacanza, escursione o trekking da effettuare in compagnia del proprio cane, abbiamo studiato attentamente i regolamenti dei 25 parchi nazionali italiani individuando quelli in cui siano in vigore particolari restrizioni che è importante conoscere prima di partire. Ovviamente abbiamo rivolto le nostre attenzioni sulle aree protette terrestri e non su quelle marine. E occorre un’ultima premessa specificando che i parchi sono istituiti con l’obiettivo di proteggere l’ambiente naturale anche a costo di regolamentare e limitare le attività umane. In questo senso, se le istituzioni scientifiche di un ente parco ritengono che i cani possono disturbare la fauna selvatica o rischiano di veicolare malattie, hanno la competenza per emanare regolamenti o ordinanze temporanee per vietare l’introduzione degli animali domestici. Ma vediamo come, da nord a sud, si opera per coniugare tutela e accessibilità.

Parco Nazionale del Gran Paradiso

Il più antico Parco Nazionale d’Italia è quello con il regolamento più severo nei confronti dei cani, poiché ammette la loro introduzione soltanto nelle aree di fondovalle, oppure lungo 25 sentieri escursionistici, ma solo dal 15 luglio al 15 settembre. I motivi di questa scelta piuttosto radicale? Sono spiegati con grande chiarezza nel sito dell’ente parco.
“I cani non possono circolare liberamente nel Parco per due principali ragioni. La prima riguarda i disturbi diretti che i cani, non tenuti al guinzaglio, potrebbero arrecare alla fauna selvatica con inseguimenti o tentativi di cattura, se non di uccisioni. La seconda ragione del divieto è di tipo sanitario. I nostri cani sono vettori di molte pericolose patologie per la fauna selvatica, alcune di queste sono anche delle zoonosi, cioè malattie che possono passare dall’animale all’uomo”.
Riguardo ai sentieri a cui è applicata la deroga, nel sito del parco si specifica che sono percorsi in cui, durante la stagione estiva e al termine del periodo riproduttivo di gran parte delle specie, le probabilità di interazione tra selvatici e domestici è poco probabile.
Rimandiamo direttamente alla pagina web ufficiale con le motivazioni e l’elenco dei percorsi accessibili ai cani: www.pngp.it/introduzione-cani

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Il parco istituito nei territori tra Marche e Umbria nel 1993, si è dotato nel 2007 di un regolamento piuttosto restrittivo che vietava l’introduzione dei cani in tutta la Zona A del piano del parco, quella sottoposta a tutela più rigida. Successivamente, dal 2013 è stato decretato che gli escursionisti possono portare, ovviamente al guinzaglio, i loro amici a quattro zampe anche in Zona A, ma soltanto lungo i sentieri segnalati, a esclusione di quattro percorsi indicati con le sigle E6, E8, E15 ed E17.
Per maggiori informazioni rimandiamo alla pagina del sito ufficiale dedicata all’argomento: www.sibillini.net/chiedi_sibilla/comeComportarsi/cani/

Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Il secondo parco più antico d’Italia, istituito appena un anno dopo il Gran Paradiso, ha adottato un regolamento sull’introduzione dei cani che, in quanto a severità, si pone a metà strada tra i due precedenti. Qui, per proteggere l’orso marsicano e il camoscio appenninico, nel 2020 l’ente parco ha disposto che nella Zona A, a tutela integrale, si può solo accedere a piedi lungo i sentieri individuati e quindi senza cani al seguito. Nella Zona B, invece, l’accesso dei cani da compagnia è ammesso lungo una serie di percorsi prestabiliti che si possono trovare qui: www.parcoabruzzo.it/rete-sentieristica

Parco Nazionale della Maiella

Restando nel centro Italia, il Parco della Maiella propone nel suo sito una specifica pagina dedicata agli appassionati di cani e intitolata “Sentieri a 6 zampe”. Anche in questo caso si specifica che gli animali domestici in generale potrebbero incontrare la fauna selvatica che, anche se non direttamente attaccata dall’animale, può subire un forte stress”. Inoltre, è scritto che “i nostri cani sono vettori di molte pericolose patologie parassitarie e infettive per gli animali selvatici che, a differenza di quelli da compagnia, non possono ricevere le necessarie cure per tutte le patologie che li colpiscono”. Di conseguenza, anche qui nella Zona A è completamente vietato l’accesso con i cani, mentre viene fornito un elenco di tutti gli itinerari non compresi nell’area a tutela integrale, e quindi accessibili agli amici a quattro zampe.
Per maggiori informazioni: www.parcomajella.it/Sentieri-a-6-zampe

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Un commento

  1. Poveri cani …non andate nei parchi che mettono limitazioni ai cani
    Voi dei parchi invece non avete nessuna responsabilità riguardo la sorveglianza dei vostri inutili orsi

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