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Gli orsi del Trentino non sono troppi, ma vanno gestiti. Parla lo zoologo Filippo Zibordi

Paura, posizioni intransigenti, proteste animaliste: la parola all'esperto, per provare a mettere ordine

Da un lato le richieste di ridurre il numero degli orsi, di sterilizzare le femmine, addirittura di riaprire la caccia. Dall’altro le proteste animaliste davanti ai recinti del Casteller, i ricorsi al TAR, gli appelli di personaggi televisivi e scrittori, le posizioni più dialettiche di WWF e Legambiente. Mentre la Provincia Autonoma di Trento e il suo presidente Maurizio Fugatti mantengono una linea durissima, dal Parco Adamello-Brenta arrivano delle voci diverse. La paura, tra la gente, c’è ancora.
Tre settimane dopo la tragedia avvenuta nei boschi di Caldes, con l’uccisione del runner Andrea Papi da parte dell’orsa JJ4, intorno ai plantigradi del Trentino regna il caos.
Complicano le cose le elezioni del nuovo Consiglio Provinciale del prossimo 22 ottobre, in cui Fugatti punta a farsi rieleggere grazie alle sue posizioni intransigenti. E l’avvicinarsi dell’estate, con il rischio che la paura degli orsi possa causare una drammatica riduzione del turismo. Ci aiuta a capire la situazione Filippo Zibordi, zoologo e divulgatore, un milanese che vive da 21 anni in Trentino per occuparsi professionalmente degli orsi.

Quanti orsi possono vivere in Trentino? Il progetto LIFE Ursus puntava a una popolazione di circa 50 animali, ora ce ne sono 120, e il presidente Fugatti chiede a gran voce di “allontanarne 70”.
Per capire quanti orsi (o altri animali) possono vivere in un territorio si devono studiare le sue caratteristiche. Uno studio del 2010-2011, commissionato dalla Provincia agli zoologi Apollonio e Tosi, stimava che il Trentino occidentale possa ospitare 2-3 orsi ogni 100 chilometri quadrati, e quindi dai 60 ai 132 esemplari. Il limite non è stato superato.

Secondo il LIFE Ursus parte degli orsi liberati in Trentino avrebbe dovuto spostarsi autonomamente nelle zone vicine, dalla Lombardia e dall’Alto Adige fino ai Grigioni, al Tirolo austriaco e alla Baviera. Gli amministratori di quelle zone non li vogliono, ma gli orsi attraversano o no i confini?
Certo che lo fanno. Alcuni esemplari sono stabilmente in Lombardia, qualcuno va e viene dall’Alto Adige, altri sono riusciti a spostarsi verso est, superando la barriera dell’Autostrada del Brennero e dell’Adige. In primavera c’è sempre qualche giovane maschio che parte. Le femmine rischiano meno, ed è un bene.

Credevo che soltanto M49, il famoso “Papillon” oggi detenuto al Casteller, fosse riuscito a spostarsi verso i Lagorai e la Val di Fiemme.
No, ce l’hanno fatta almeno altri sei orsi. Vida, una delle prime femmine trasferite dalla Slovenia, ha passato l’inverno sulle Dolomiti orientali ed è rimasta ferita riattraversando l’autostrada al ritorno. I lupi sono più agili, ci riescono meglio, ma ogni anno qualcuno viene investito da auto o camion.

Il veterinario Alessandro De Guelmi, grande esperto degli orsi trentini, suggerisce da anni di creare dei corridoi ecologici, anche con passaggi protetti sopra o sotto alla ferrovia e all’autostrada.
Teoricamente ha ragione, ma costruire questi passaggi in zone antropizzate avrebbe un costo altissimo.

Puntare a est significherebbe avvicinarsi agli orsi del Friuli e della Slovenia. Sarebbe positivo o no?
Teoricamente sì, sarebbe un bene facilitare gli spostamenti degli orsi verso est, e diminuire la frammentazione del loro territorio. In Friuli, tra il Tarvisiano e la Carnia, vivono dai 5 ai 10 orsi, e alcuni dei “nostri” animali sono arrivati in Slovenia. Quando è nato il progetto LIFE Ursus è stata presa in considerazione l’idea di aspettare che gli orsi sloveni arrivassero spontaneamente. Ci sarebbe voluto troppo tempo, per quello si è scelto di trasferire una decina di esemplari.

A proposito della Slovenia. Com’è possibile che in Trentino un centinaio di orsi dia fastidio, e che lì ne possa vivere tranquillamente un migliaio? E perché l’Unione Europea, quest’anno, ha autorizzato gli sloveni ad abbatterne ben 230?
La Slovenia si è messa d’accordo con l’UE, e ha il permesso di abbattere una parte degli orsi purché la popolazione di plantigradi non venga messa in pericolo di estinzione. Gli sloveni gestiscono con attenzione i loro orsi, non vogliono che escano dalle zone dove la popolazione umana li accetta. Il risultato è solo pochi orsi varcano i confini con l’Italia e con l’Austria.

È possibile sterilizzare le femmine d’orso? Può essere una soluzione?
Gli zoologi seguono quel che si fa in altri paesi, e la sterilizzazione non è mai stata usata da nessuno, che io sappia. Costerebbe molto cara, e non dà garanzie. Sterilizzare JJ4 le avrebbe impedito di mettere al mondo altri cuccioli, ma forse non l’avrebbe resa meno aggressiva. Che senso avrebbe lasciare libere nei boschi delle femmine non in grado di riprodursi? Rischieremmo di riportare la popolazione sotto il livello di guardia, e a rischio di estinzione.

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