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Il commosso addio ad Andrea Papi, e le domande
sul futuro dell’orso

Dopo la tragedia di Caldes si torna a discutere sulla gestione degli orsi in Trentino

La primavera sta arrivando nei boschi del Trentino, ma per gli orsi dell’Adamello e delle Dolomiti di Brenta si annunciano delle settimane difficili. Com’era facile prevedere, l’autopsia ha dimostrato che la tragica fine di Andrea Papi, il runner di Caldes in Val di Sole ucciso la sera del 5 aprile, è stata causata da un orso.
Fin dal ritrovamento del corpo presso Malga Grum, gli indizi trovati dal Soccorso Alpino e dal Corpo Forestale provinciale puntavano in quella direzione. Le “ferite devastanti alla testa e su tutto il corpo” non erano compatibili “con una caduta accidentale o con lo scontro con un animale di piccola taglia”. Tutt’intorno erano i “segni evidenti di una lotta”, e un tronco e un ramo di larice insanguinati.

Ieri l’animale responsabile è stato identificato. La Procura della Repubblica di Trento, grazie alle analisi genetiche effettuate dalla Fondazione Edmund Mach, ha certificato che si tratta di JJ4, una femmina di 17 anni, figlia di Jože e di Jurka, due degli esemplari catturati in Slovenia e liberati in Trentino nell’ambito del progetto Life Ursus.
La stessa orsa, il 22 giugno 2020, aveva attaccato due uomini, padre e figlio, tra i boschi del Monte Peller, a poche centinaia di metri in linea d’aria da Malga Grum. La Giunta Provinciale aveva disposto il suo abbattimento, ma l’ordinanza è stata annullata dal TAR. JJ4 porta un radiocollare, che però è da tempo scarico, e non trasmette più i dati sui suoi spostamenti.
La notizia del riconoscimento dell’orso responsabile dell’uccisione di Papi è stata diffusa dalla Procura di Trento mercoledì mattina, “per evidenti motivi di interesse e sicurezza pubblica”, e in anticipo rispetto al deposito della relazione dei consulenti.

Foto Provincia Autonoma di Trento – Il progetto di reintroduzione life Ursus

Ieri per Caldes è stato il giorno del dolore. Il sindaco Antonio Maini ha disposto le bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio alle 15, quando sono iniziate le esequie. Provvedimenti analoghi sono stati presi da tutti i Comuni della Val di Sole. Ai funerali, in un pomeriggio grigio e freddo, hanno partecipato più di tremila persone, perché tutta la valle si è stretta intorno alla famiglia.
Negli interventi degli amici di Andrea ci sono stati inviti affinché “chi ha sbagliato chieda scusa, e faccia un passo indietro”. Sua madre e la sua compagna, però, hanno pronunciato parole di pace. “Ricorderemo il suo amore per il Creato, per gli orsi, soprattutto per la vita” ha detto nell’omelia il parroco don Renato Pellegrini.
“Chi non conosce il posto pensa che sia andato a correre in luoghi impervi, selvatici. Ma lui era su una strada forestale, in una parte della montagna che viene vissuta da tante persone. Mi è stato chiesto di emettere un’ordinanza per mettere in sicurezza i concittadini, ma cosa dovrei scrivere? Non uscite di casa?” aveva dichiarato poco prima il sindaco Maini.

Maurizio Fugatti. Foto ANSA/ US/ PROVINCIA DI TRENTO

Nell’ultima settimana gli interventi sugli orsi del Trentino e su come gestirli hanno spesso avuto toni bellicosi. Maurizio Fugatti, esponente della Lega Nord e presidente della Provincia, ha ordinato l’abbattimento dell’esemplare che ha ucciso il ragazzo, e ha annunciato provvedimenti analoghi per altri orsi protagonisti di incontri ravvicinati con l’uomo. Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha concordato con queste proposte, e con quella di autorizzare l’utilizzo per autodifesa di spray al peperoncino e altri dispositivi oggi proibiti.
In prospettiva, Fugatti ha chiesto di ridurre del 50% (non è chiaro se con abbattimenti o trasferimenti) il numero dei plantigradi in Provincia di Trento, e di modificare il PACOBACE, il Piano d’Azione per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi Centro-Orientali firmato nel 2010 per “affidare la gestione dei grandi carnivori ai singoli territori”.
Altri esponenti della Lega, come Gianpiero Zinzi e Tilde Minasi, hanno attaccato l’ISPRA, l’ente di Stato che si occupa della fauna selvatica. “È necessario un piano di contenimento degli orsi”, “ISPRA non tutela la sicurezza dei cittadini”, è composta da “burocrati che se ne lavano le mani e quella che ci va di mezzo è la vita delle persone” scrivono i parlamentari.
Reinhold Messner, che al tempo della reintroduzione degli orsi in Trentino era deputato europeo dei Verdi, ha dichiarato che lupi e orsi sono troppi, e gli animalisti devono capirlo”, che “non è più accettabile che ci siano persone che non vanno nel bosco perché hanno paura per la propria incolumità”, e che “Roma e Bruxelles sono responsabili di quanto accaduto”.

Reinhold Messner © Amit Machamasi/ZUMA Wire)

Sul fronte opposto si sono schierati il WWF e Legambiente, il cui esponente Antonio Nicoletti teme “una caccia alle streghe con protagonista l’orso, che rischia di far crescere la paura nelle comunità locali e tra i turisti”, e gli animalisti dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), per i quali Fugatti vorrebbe “sterminare gli orsi della regione”.
La stessa ENPA, insieme al Corriere del Trentino, ha ricordato che la guerra di Fugatti contro gli orsi è iniziata nel 2011, quando ha cercato di organizzare un banchetto a base di carne d’orso acquistata in Slovenia. Per Massimo Vitturi della LAV (Lega Anti Vivisezione) “la responsabilità di questa morte è della Provincia di Trento che per 24 anni non ha educato i cittadini alla convivenza con gli orsi”.

Qualche giorno fa, su Twitter, l’attore Alessandro Gassmann ha pubblicato la foto di un orso e quella del presidente Fugatti, corredate dalla frase “Trentino, abbattimento orsi. Scegli il mammifero più pericoloso”. Ma qui siamo nel campo del folklore, e francamente del cattivo gusto.

L’unico politico di opposizione a esporsi è stato Sergio Costa, Ministro per l’Ambiente del governo Conte I e oggi parlamentare del M5S. “La politica ha il dovere di gestire la cosa pubblica, come la fauna selvatica, e lo deve fare prevenendo, non correndo ai ripari dopo”. “Nessuno ha voluto ascoltare e ora esiste solo la politica di uccidere. Abbiamo bisogno di amministratori capaci di amministrare”.

Posizioni interessanti sono arrivate da zoologi e divulgatori come Mario Tozzi, Francesco Petretti, Andrea Mustoni (il responsabile scientifico del LIFE Ursus) e Luigi Boitani. “L’animale che ha ucciso Papi ha imparato una cosa nuova ed è giusto che sia abbattuto, perché potenzialmente pericoloso. Ma ci vogliono comportamenti consoni alla coesistenza, serve un lavaggio del cervello alla gente locale e ai turisti su come comportarsi. Impariamo dagli americani” ha spiegato lo zoologo romano, presidente della Large Carnivore Initiative for Europe.
Gli zoologi trentini, in questi giorni difficili, hanno poca voglia di esporsi. Dai loro social scopriamo che sul territorio interessato potrebbero vivere “al massimo 40 o 50 orsi” (un dato condiviso da Fugatti), e che “il numero di quasi 150 provoca incontri frequenti fra orsi e persone, e anche nervosismo fra orsi”.
Il documento prosegue spiegando che “i maschi sono in lotta per il territorio, e le femmine sono preoccupate per i loro cuccioli che possono essere uccisi dai maschi”. Tutto questo “rende gli animali nervosi, e si può trasformare in comportamenti strani, atipici e forse pericolosi”. Non c’è dispersione, non si possono spostare gli orsi perché le altre regioni non li vogliono, non si possono portare in Abruzzo perché si incrocerebbero con il marsicano, rischiando la perdita di quella specie unica.

Che fare, allora? Non abbiamo la sfera di cristallo, ma pensiamo che nelle prossime settimane i tre orsi condannati (JJ4, MJ5 e M62) verranno rapidamente catturati ed eliminati, o più pilatescamente rinchiusi nelle piccole gabbie del Castellir, il “carcere” alle porte di Trento. Ma dopo?
È davvero possibile organizzare nelle valli dell’Adamello e del Brenta una caccia all’orso finalizzata a eliminare decine di esemplari, mentre l’estate si avvicina a larghi passi, e i vacanzieri di luglio e agosto devono decidere dove andare?
La lobby degli albergatori, potentissima in Trentino, spingerà il presidente Fugatti a completare rapidamente il repulisti oppure ad abbassare i toni? Si arriverà, com’è giusto, a un dibattito parlamentare su orsi e lupi? È giusto che della questione si parli. In Italia, però, la montagna, la natura e gli animali interessano a pochi.

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