CronacaNews

E se reintrodurre gli orsi in Trentino fosse stato un errore?

Dopo la tragica morte di Andrea Papi, alcune riflessioni sulla reintroduzione degli orsi in Trentino e la loro gestione.

Per un giorno e mezzo, tra giovedì e venerdì Santo, milioni di appassionati di natura (e tra loro chi scrive) si sono augurati che ci fosse una spiegazione diversa. Che l’orribile fine di Andrea Papi, runner e appassionato di montagna di Caldes, in Val di Sole, potesse essere spiegata in modo diverso da quello che tutti gli indizi raccolti indicavano, e cioè con l’attacco da parte di un orso.
Accanto all’amore per la natura selvaggia, incarnata in questo caso negli orsi, ha probabilmente pesato l’abitudine ai film e alle serie televisive nelle quali, grazie alle autopsie, gli incidenti e i delitti vengono ricostruiti in maniera assolutamente precisa. La tragedia accanto alla strada di Malga Grum, purtroppo, non è avvenuta su un set, ed è probabile che molti dettagli dell’evento non verranno mai conosciuti.

Ma il quadro generale, purtroppo, è chiaro. Claudio Schwarz, responsabile del Soccorso Alpino locale, ha parlato di “ferite devastanti alla testa e su tutto il corpo, non spiegabili con una caduta accidentale o con lo scontro con un animale di piccola taglia”. Sembrano indicare un attacco da parte dell’orso (o dell’orsa) anche il “terreno sconvolto dai segni evidenti di una lotta” di cui scrive Giampaolo Visetti su Repubblica, e il sangue trovato su un tronco e su un ramo di larice strappato e forse usato come arma da Andrea Papi.

runner, orso, trentino
Foto Instagram Andrea Papi

Non potrei dimostrarlo in tribunale, ma la spiegazione più logica è che il ventiseienne di Caldes, scendendo di corsa e al crepuscolo, abbia sorpreso un orso, o peggio un’orsa affiancata dai cuccioli. La reazione dell’animale, purtroppo, è stata quella che tutti i manuali e tutti gli esperti indicano.

Qualche settimana fa su questo sito il veterinario Alessandro De Guelmi, grande esperto dei plantigradi del Trentino, ha spiegato a Simone Bobbio che gli orsi “non attaccano gli umani per predarli, ma solo spinti dalla paura”. E che “nella stragrande maggioranza dei casi, le persone ferite dai plantigradi sono escursionisti soli, che si muovono nei boschi in silenzio e colgono di sorpresa l’animale”.
Le statistiche del National Parks Service, che gestisce le aree protette degli USA, parlano di circa 40 attacchi di orsi contro esseri umani ogni anno, e di uno o due morti all’anno. Secondo i dati del NPS, circa la metà di questi attacchi viene compiuto da orse che temono per i loro cuccioli, e circa la metà ha per bersaglio un umano accompagnato da un cane.
De Guelmi, nell’intervista a Simone, suggerisce di segnalare la propria presenza parlando, tossendo o battendo tra loro i bastoncini. Due volte, in aree protette degli States, i ranger hanno permesso a me e ai miei amici di percorrere un sentiero solo dopo che abbiamo trasformato delle lattine di Coca-Cola in sonagli riempiendole di sassolini. Sorprendere un orso è il modo più sicuro per farlo reagire in malo modo. Correre in silenzio e in discesa, purtroppo, rientra proprio in questo scenario.
In Trentino, negli ultimi anni, tutti gli attacchi da parte di orsi hanno interessato persone del posto, e nessuna escursionisti o turisti arrivati da fuori. Molte vittime, come Alessandro Ciccolini attaccato un mese fa in Val di Rabbi, erano accompagnate da cani.

Cosa accadrà nei prossimi giorni? Ieri Maurizio Fugatti, Presidente della Provincia di Trento, si è espresso con moderazione e cautela. “Questo è il momento del dolore”, “siamo in attesa degli esiti scientifici” ha dichiarato alla stampa e postato sui social. Nello stesso comunicato, però, Fugatti afferma di aver già spiegato, nella riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine Pubblico, quali saranno i provvedimenti in caso di conferma dell’attacco. L’orso o l’orsa responsabile, dopo essere stato identificato grazie al DNA, verrà quasi certamente abbattuto.
Tra gli elettori di Fugatti (che è un esponente della Lega Nord) e tra i membri della sua maggioranza alla Provincia si trovano posizioni molto più dure, che si possono facilmente scoprire leggendo la pagina ufficiale del Presidente su Facebook. Luca Pianesi, collega del sito Il Dolomiti, segnala che il consigliere provinciale Lorenzo Ossanna, del Partito Autonomista Trentino Tirolese (PATT) ha pubblicato sui social un post che afferma “se confermato… poi NON ci sarà pietà!!!’”.
Dal canto suo Paolo Calovi, responsabile per il Trentino della Confederazione Italiana Agricoltori, ha affermato che “la gestione degli orsi va consegnata con pieni poteri al governo locale perché chi vive e frequenta la montagna non può sottostare a richieste (a volte pretestuose) di chi è lontano da questi territori e difficilmente comprende l’angoscia e l’apprensione di non poter uscire di casa”.

Qui la palla, com’è giusto, torna alla politica. E quella nei confronti degli orsi, da decenni, è carente sia a Trento sia a Roma. Nel 1999, l’arrivo dei primi orsi sloveni tra i boschi dell’Adamello e del Brenta è stato voluto dalla Provincia Autonoma, e sostenuto per qualche tempo con entusiasmo. Mentre i territori vicini (Alto Adige, Lombardia, Baviera, cantone svizzero dei Grigioni) si rifiutavano di entrare nel progetto, il Trentino è andato avanti con orgoglio.
Poi le cose sono completamente cambiate, e il primo segnale è stata la scomparsa dell’orso dalla promozione turistica del Trentino. “L’habitat biologico si è confermato buono per l’orso, quello politico no. La politica sfrutta l’orso in modo ideologico, a fine di propaganda. Nel 1999 il 75% dei trentini era pro-orso, oggi il 75% è contrario” ha dichiarato ieri Andrea Mustoni, lo zoologo che ha seguito la reintroduzione. “La paura della gente va rispettata, bisogna spiegare come comportarsi, impedire agli orsi l’accesso a cibo e rifiuti. Gli abbattimenti, in casi estremi, non devono essere un tabù” ha concluso.

Qualcosa del genere è accaduto a livello nazionale. Dopo i primi anni di entusiasmo, il Ministero dell’Ambiente si è disinteressato di orsi e lupi, delegando la loro gestione all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che è formato da ottimi professionisti ma resta un organo tecnico, che non può prendere iniziative politiche. Negli ultimi mesi la questione dei predatori è passata dal Ministero della Transizione Ecologica al Ministero dell’Agricoltura. E il suo responsabile, Francesco Lollobrigida, si è espresso più volte a favore degli abbattimenti.

I giorni del dolore non sono ancora conclusi, e lo shock per i residenti della Val di Sole è destinato a durare. Ci auguriamo, ma non ne siamo certi, che nelle prossime settimane la ricerca e la “punizione” dell’orso responsabile della morte di Andrea Papi avvengano in maniera sobria. Ma è possibile, se non probabile, che il tono sia completamente diverso.
Non è possibile dire con certezza che se il ragazzo di Caldes fosse sceso urlando o cantando, o avesse avuto su di sé dei sonagli o simili sarebbe tornato a casa senza danni. È certo però che quasi tutti gli attacchi da parte di orsi in Trentino hanno riguardato persone del posto, che si sono spinti in zone dove i plantigradi ci sono facendo degli errori molto seri, come farsi accompagnare da un cane e non segnalar la propria presenza.
È possibile cambiare questi atteggiamenti, e invitare a comportamenti corretti? La politica di Roma, e soprattutto di Trento, dovrebbe porsi il problema. Altrimenti, e lo dico con enorme dolore, arriveremo a pensare che riportare l’orso tra i boschi e le vette del Trentino sia stato un grande e terribile errore.

Tags

Articoli correlati

19 Commenti

  1. chissà perché coloro che decidono,che fanno che pensano vengono sempre dalla città, e usano la montagna come fosse il loro giardino zoologico dei divertimenti e privato, incuranti menefreghisti di chi ci deve abitare. legateveli voi i sonagli quando andate a passeggio nei vostri viali cittadini e tenetevi li pure gli orsi i lupi linci cinghiali e tutta l’ arca di Noè al completo. per sollazzare il vostro ego avete trasformato la montagna in un parco dei divertimenti, ma qui non tutti si divertono, c e ancora chi si alza alle 5 a lavorare e se non vi spiace vorrebbe poter uscire nei boschi senza dover temere di essere sbre
    amato perché a qualche viziato di turno e piaciuta l idea di portarci delle bestie feroci in casa .

    1. Il parco dei divertimenti lo avete creato voi che abitate in montagna per attirare più turisti ( che non c’entrano niente con la montagna), tutto per fare gli schei.

    2. Voi della montagna invece, perchè penso che lei sia un muntagnin, devastate il vostro territorio con le piste da sci, le funivie ovunque, gli alberghi a 18 stelle, le strade cosiddette forestali ovunque e altre amenità del genere per riempirvi le tasche coi proventi dei turisti che vengono dalla città….

    3. Veramente il parco divertimenti in montagna l’avete creato voi per attirare più turisti ( che hanno poco a che fare con la montagna) per fare schei.
      Ps non dimentichiamoci che in val di Pejo,quindi molto vicino al dramma, c’è un assassino in libera circolazione, quello che ha ucciso alle spalle il giovane di Celledizzo.Chi è più pericoloso.

  2. E’ stato certamente un errore. Cento e più anni fa, l’orso c’era in molti di quei luoghi. L’ipocrisia dell’uomo, che pensa di risolvere i problemi da lui stesso creati reintroducendo specie scomparse senza valutare le motivazioni della scomparsa (caccia si, ma anche antropizzazione, inquinamento ecc.), crea danni irreparabili. Il lupo arreca danni al bestiame: già questo, per i luoghi ove da tempo mancava, è difficile da gestire. Ma col tempo, la riappropriazione nell’uso dei cani (come avviene in Abruzzo da secoli senza che i lupi siano mai scomparsi e in mille altri luoghi in Europa e Asia), recinzioni elettrificate ed altri stratagemmi, pur non risolvendolo, quantomeno arginano il problema. Con questo tipo di orsi è diverso. Difficile pensare che ogni volta che si esce di casa si debbano portare sonagli. Difficile dire che, anche portandoli, questo basti. Poi bisognerebbe vietare pure di portare i cani al guinzaglio…Purtroppo in cento anni sono cambiate troppe cose. Rimango dell’avviso che sia inutile e crudele abbattere. Li si catturino e li si trasferiscano altrove. Mi pare il modo più dignitoso, da parte delle istituzioni, di uscire da questa triste, fallimentare storia.

  3. La frase vera è l’ultima: senza quell’errore un uomo sarebbe vivo oggi. Hanno introdotto gli orsi a beneficio di chi?

  4. La convivenza tra noi, orsi e lupi non può più esistere, gli habitat di questi predatori sono diventati troppo ristretti e il numero di persone che gira per le montagne è aumentato in modo esponenziale negli ultimi anni.
    Per me è stato un enorme errore reintrodurre sia l’orso che il lupo.

    1. Il lupo non é stato reintrodotto, il lupo in Italia non é mai sparito (quantità minima negli anni settanta) e a parte gli attacchi al bestiame (con rimborsi da parte dello stato) non si sono mai verificati attacchi all’uomo.
      Le balle del lupo cattivo sono retaggi di una cultura retrograda spesso sostenuta dalla religione per la quale il lupo é il male…
      Cordialmente

    2. Perchè non vi informate prima di scrivere totali favole come il lupo che è stato introdotto? il lupo è sempre esistito in centro Italia e da lì ha cominciato senza alcuna introduzione la sua risalita verso le Alpi attraverso l’appennino ligure e le alpi marittime; solo qualche esemplare è arrivato da est ma la maggior parte sono lupi appenninici

  5. Andrea è stato colpito alle spalle, trascinato nel bosco cercando disperatamente di difendersi. L’orso non è stato sorpreso, ha sorpreso. Sono animali pericolosi, almeno un certo numero di individui che vanno eliminati. Altrimenti si chiude montagna perché troppo pericolosa. Se sta a cuore la libertà di frequentare la montagna bisogna essere realisti e accettare la gestione dei grandi predatori. Se si vuole la natura incontaminata si dica chiaramente che i rifugi devono essere chiusi, i sentieri cancellati, l’escursionismo, la corsa in montagna le MTb abolite. E chiudere baracca e burattini.

    1. “l’orso ha sorpreso”… già, il classico animale con l’indole e il temperamento da cacciare con agguati. Posa il fiasco

  6. Il problema è sempre l’uomo, che in questo caso ha, per certi versi, trasformato in realtà quel che Jurassic Park raccontava nel film, ovvero avere la presunzione di potersi sostituire alla natura senza la benché minima capacità di gestire (ma probabilmente ancor peggio nemmeno preventivare ed immaginare) le conseguenze di quell’iniziativa. L’orso alpino purtroppo è un plantigrado decisamente più aggressivo ed ostile nei confronti dell’uomo rispetto al parente marsicano, che essendo specie sempre esistita in quei luoghi ha fisiologicamente imparato col passar dei secoli in un certo qual modo a convivere con l’uomo. Per questo motivo il libero reinserimento della specie alpina in un habitat che non gli apparteneva più da tempo è da considerarsi letteralmente sciagurato, se poi l’ente parco non monitora spostamenti e riproduzione della specie, se non delimita aree interdette all’uomo e se non delimita aree però anche interdette all’orso evitando così pesanti limitazioni alla vita quotidiana di chi in quelle terre oramai vive da generazioni.

    Da amante degli animali ritengo che l’abbattimento dell’orso responsabile della morte di Papi finirà per non portare a nessuna risoluzione del problema, e mi auguro che si riesca ad evitarla. Ciò detto però, è anche ora che si finisca in questo Paese di fare gli animalisti da salotto d’attico pariolino, e si tenga anche conto dei sacrosanti diritti delle persone a vivere liberamente nella loro terra, cercando pertanto di adottare modelli di gestione di coabitazione uomo-orso più efficaci, che limitino la presenza dei plantigradi in aree lontane dagli abitati. Oramai, sbagliando, l’orso l’abbiamo reintrodotto, e non possiamo di certo fare una mattanza per risolvere il problema.

  7. Per me il colpevole è sempre l’uomo, sia quando uccide, sia quando viene ucciso e vale sia per i suoi simili che per gli altri animali.
    Non penso proprio che l’essere umano sia padrone dell’universo, checché ne dica la Bibbia.
    In 50 anni siamo passati da circa 3.5 miliardi a 8 miliardi aumentando globalmente il cosiddetto benessere, abbiamo sbagliato, mi sembra che le conseguenze comincino a farsi sentire.

    Ah, ho sbagliato tutto: per le leggi italiane se trovo in casa mia un ladro o un violentatore non posso fare niente, devo chiamare la polizia, sarei legalmente condannabile…… il colpevole è l’orso in casa sua.
    Altrove non è così, e alcuni Stati in Europa permettono anche la difesa violenta.

  8. allora visto che si muore per incidenti d’auto bisogna fermare tutte le macchine? in Australia ogni anno ci sono attacchi di squali a surfisti e nuotari allora ammazziamo tutti gli squali? il mio pensiero è che è stata una tragica fatalità ma c’è più probabilità di venire accoltellato nelle vie fashion di una grande città piuttosto che da un orso in un bosco… perciò bisogna cercare di stare un po’ più attenti e lasciare stare gli animali nel loro habitat… perché se uccidi tutti gli orsi per un attacco allora dovresti anche chiudere tutte le vie di scalata e tutte le piste da sci… perché purtroppo a volte anche quei posti sono fatali.

  9. In ogni caso è il primo evento in Europa da 150 anni; nemmeno in regioni dove l’orso è MOLTO più diffuso come Croazia e Slovenia (dove la carne di orso per altro la si trova pure al ristorante perchè evidentemente sono tanti e c’è la caccia gestita BENE…) è mai successo nulla; ma in quelle regioni si insegna già alle scuole elementari come comportarsi in caso di incontro con l’orso
    Io stesso ho incrociato un orso nel parco nazionale del Risnjak in Croazia ma l’orso se l’è data a gambe levate quando era ancora a 100 metri da me

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close