Animali

Gatto di Pallas

Nome

Otocolobus manul, Gatto di Pallas per gli amici

Morfologia

  • Mantello: la pelliccia ha una colorazione grigio chiaro con sfumature giallo-ocra pallide o giallo-rossastre pallide. In inverno è più densa e più grigia, con meno segni e striature visibili rispetto all’estate e molto sottopelo. La fronte e la parte superiore della testa sono di colore grigio chiaro con piccole macchie nere, sul muso sono presenti due linee nere a zig-zag che vanno dall’angolo degli occhi alle giunture della mascella, mentre il mento e i baffi sono bianchi. Le orecchie sono grigie con una sfumatura giallastra sul retro e un bordo più scuro, ma con pelo biancastro davanti e nei padiglioni auricolari. Tra gli occhi sono presenti dei puntini di pelo scuro che sono diversi da individuo a individuo, un po’ come le nostre impronte digitali. La sua coda grigia ha sette stretti anelli neri e la punta nera.
  • Anatomia: presenta vari adattamenti al clima freddo degli ambienti montani come pelliccia folta e orecchie piccole e arrotondate per evitare la dispersione di calore. Gli occhi sono piccoli e tondi, giallo-verdi, con pupille circolari come quelle dei grandi felini. Il muso è schiacciato – cosa che gli dona un aspetto particolare – e le orecchie corte, arrotondate e con attaccatura bassa, in modo da mimetizzarsi meglio anche dove ci sono poche coperture per nascondersi – può scrutare sopra un oggetto e mostrare solo una parte relativamente piccola della testa sopra gli occhi senza abbassare le orecchie.
  • Dimensioni: sono simili a quelle del gatto domestico. Il corpo è lungo dai 46 ai 65 centimetri, e la coda va dai 21 ai 31 centimetri, mentre il peso varia dai 2.5 ai 4.5 chili. A causa della pelliccia lunga e folta sembrano più robusti e tozzi dei nostri gatti, anche per le loro zampe, corte e con artigli retrattili affilati ma di ridotte dimensioni.

Dieta

Il gatto di Pallas è un animale solitario e schivo, che non condivide il proprio territorio nemmeno con esemplari della stessa specie – ai quali si avvicina solo durante la stagione riproduttiva. È un predatore, e a causa della corporatura piuttosto tozza non è un grande velocista né un corridore instancabile: è specializzato in piccoli mammiferi, che cattura inseguendo o tendendo imboscate vicino alle uscite delle tane. In alcuni casi estrae direttamente piccoli roditori con le zampe da tane poco profonde. Tra le prede più comuni ci sono il pika daurico e l’arvicola argentata della Mongolia, la marmotta della Mongolia, il gerbillo della Mongolia, l’arvicola di Brandt. È in grado perfino di mangiare altri carnivori come la volpe comune e il corsac, varie specie di mustelidi e di ungulati oltre a uccelli, insetti e rettili.

Areale di diffusione

Il gatto di Pallas ha una distribuzione ampia ma frammentata, nelle praterie e nelle steppe montane dell’Asia centrale. La Mongolia e la Russia costituiscono oggi la maggior parte del suo areale, ma vi sono esemplari anche in Cina, India settentrionale, Pakistan, Tagikistan, Kirghizistan, Kazakistan, Iran, Afganistan, Nepal e Bhutan. Vive fino ad altitudini superiori ai 5.000 metri, in tane di marmotte abbandonate e cavità rocciose nelle steppe e nelle praterie. Questo serve a proteggerlo non solo dalle avverse condizioni climatiche, ma anche dagli attacchi degli uccelli rapaci, loro predatori. Secondo il sito di “the Pallas’s cat International Conservation Alliance (PICA)” la popolazione – in diminuzione – ammonta a circa 15.000 esemplari.

Le minacce maggiori per questa specie vengono dalla perdita di habitat legata all’aumento di attività umane anche nelle remote regioni che abitano – in questi casi diventa sempre più un animale notturno -, al bracconaggio per la loro pelliccia o per la medicina tradizionale cinese e ai cambiamenti climatici. Cibandosi di erbivori considerati dannosi per le coltivazioni in condizioni già complicate, alcune popolazioni locali stanno iniziando a vederlo come un animale benefico, anche se l’avvelenamento delle prede ritenute infestanti sta rappresentando un problema per questo animale. In più, i cani da pastore sterminano a volte intere famiglie. Non si può dire che le condizioni di vita siano semplici, per il gatto di Pallas.

Il gatto di Pallas sull’Everest

Sono da poco stati pubblicati su Cat news, rivista scientifica specializzata nello studio dei felini selvatici, i risultati di un nuovo report: è stata accertata la presenza del gatto di Pallas nella regione del Monte Everest, nel Sagarmatha National Park (Nepal orientale). La notizia eccezionale non sta tanto nell’area, quanto nell’altitudine dei campioni ritrovati: 5.110 e 5.190 metri! Dalle analisi del DNA risulta che gli escrementi sono di due diversi esemplari, la cui dieta era quasi del tutto a base di pika (e solo in un caso di donnola degli Altai). Gli animali risultano in buona salute, anche se in un territorio che vede una presenza di turisti sempre più numerosa: oggi sono oltre 50.000 le persone provenienti dall’estero che raggiungono la vetta dell’Everest. È auspicabile che questo ritrovamento permetta di fissare un tetto di presenze per alcune zone e ne renda inaccessibili altre, salvaguardando così questo gatto affascinante e dalle espressioni buffe…

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