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Reinhold Messner: ritrovato dopo 52 anni il secondo scarpone di mio fratello Günther morto sul Nanga Parbat

La scorsa settimana è stato ritrovato da alcuni locali il secondo scarpone di mio fratello Günther alla base del ghiacciaio Diamir. La tragedia del Nanga Parbat rimane per sempre, così come Günther”. Con queste parole Reinhold Messner ha annunciato il nuovo ritrovamento a 52 anni dalla morte del fratello, avvenuta il 29 giugno 1970 a causa di una valanga mentre i due stavano scendendo dal versante Diamir dopo aver toccato la cima della montagna salendo dalla parete Rupal.

La spedizione del 1970 ha completamente cambiato la mia vita. Ero poco più di un ragazzo, e ho scoperto il dolore e la morte” racconterà poi il Re degli 8000 in occasione del film dedicato al Nanga Parbat ricordando anche il dolore e la rabbia di essere stato poi accusato di aver lasciato morire il fratello per inseguire le sue ambizioni personali. “Mi hanno chiamato fratricida per la volontà di alcuni di fama e soldi. Si tratta di un vero e proprio crimine”, aveva detto all’epoca Reinhold Messner con rammarico. “A chiudere la discussione sono state una causa in tribunale, che ho vinto, e il ritrovamento dei resti di Günther ai piedi della parete di Diamir” avvenuto nel 2005 e che confermava la versione di Reinhold su cosa accadde. Giorni drammatici in cui l’alpinista cercò nelle neve il fratello riportando gravi congelamenti per poi, stremato riuscire a scendere a valle, e venire salvato dagli abitanti della valle Diamir.

Il corpo Günther fu ritrovato solo nel 2005 a circa 4600 metri di quota. I resti, riconosciuti anche da Reinhold, furono bruciati, secondo l’uso tibetano. Messner riuscì però a portare a casa in uno zaino lo scarpone contenente alcune ossa; l’analisi del DNA confermò che appartenevano al fratello.

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2 Commenti

  1. https://www.clubalpinoaccademico.it/index.php/chi-siamo-2/contributi-storici/item/download/68_f1356bbc80f1534b5cb09aa04654434e
    racconto-necrologio di Dino Buzzati e poi
    “ll 9 settembre 2007 un escursionista alla ricerca di minerali trova pochi reperti biologici, frammenti del vestiario e dell’attrezzatura tecnica, indizi che circoscrivono i reperti agli Anni ’40 e ’50, periodo in cui quattro alpinisti erano scomparsi in quella zona. Successivamente le analisi genetiche permettono di attribuire definitivamente a Zapparoli i resti rinvenuti..”

  2. La vicenda comunque aveva avuto la sua conclusione definitiva su fondamenti scientifici.Sarebbe interessante saper il produttore di quel tipo di scarponi in pelle tripla cucitura e scarpetta interna…e fare il confronto con altri di plastica o incollati rimasti nel ghiaccio per parecchi anni e poi emersi al sole di alta quota .

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