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Un orso marsicano in galleria, l’inaspettato incontro sui Monti Sibillini

L’orso bruno marsicano non “vive” esclusivamente in quella che siamo portati a considerare la sua “casa”, il PNALM (Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise). La maggior parte degli orsi si concentra all’interno del Parco e nella sua zona di protezione esterna, ma c’è chi non disdegna qualche uscita fuori zona, spostandosi nel Parco della Majella, nel Parco regionale Sirente-Velino, nella Riserva regionale del Genzana. Esemplari sono stati avvistati anche sul Matese, sui Monti Ernici, sui Simbruini e sui Monti Sibillini. Gli avvistamenti sporadici hanno spesso come protagonisti singoli individui in dispersione, di sesso maschile. Ma perché in un’area si possa avviare il processo di colonizzazione da parte della specie, è necessaria la compresenza di esemplari di ambedue i sessi. Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini stanno crescendo speranze in tal senso. Nelle ultime settimane si sono intensificate segnalazioni di apiari danneggiati, ad opera senza dubbio di orsi, come accertato dai sopralluoghi svolti dai tecnici del Parco e dai Carabinieri Forestali e non si esclude che i responsabili siano più di uno. A tali prove si è aggiunta la testimonianza video di un avvistamento, che sta circolando ampiamente sui social.

Si tratta di una registrazione amatoriale, condivisa su alcuni gruppi Facebook per amanti dei Sibillini dall’account “Giuseppe Barbara Virgili”, che mostra un orso marsicano all’interno di una galleria sui Monti Sibillini, nello specifico quella di Forca Canapine, al confine tra Arquata del Tronto (AP) e Norcia (PG).

L’orso appare disorientato, corre, ansima, rallenta, si volta a guardare l’auto alle sue spalle, riprende la sua goffa corsa. Gli autori del video restano nel mentre in silenzio, seguendo a bassa velocità l’esemplare nel tentativo di accompagnarlo verso l’uscita. Un tragitto non da poco, parliamo di una galleria lunga 4,4 km in totale.

Il ritorno dell’orso marsicano sui Sibillini

Non si tratta della prima testimonianza video della presenza di orsi marsicani nella zona. Nell’ottobre 2021 il Parco ha analizzato un video realizzato dalla guida ambientale escursionistica Filippo Monachesi. Per salvaguardare l’esemplare, la versione del video diffusa pubblicamente, è stata editata in modo tale da non rendere facilmente riconoscibile la zona dell’avvistamento.

A  seguito di tali analisi il Parco dichiarò in una nota che “dalle riprese disponibili non è possibile riconoscere il sesso dell’animale. La presenza di un orso nel Parco è stata accertata in altre occasioni negli ultimi anni: gli individui maschi, specialmente se giovani, possono andare in dispersione e raggiungere luoghi relativamente distanti dal territorio di origine, rappresentato soprattutto dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Un orso, che venne chiamato Ulisse, frequentò il territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini dal 2006 al 2009 e fu oggetto di un costante monitoraggio. Altre segnalazioni accertate o attendibili di orso marsicano hanno interessato recentemente i territori del Gran Sasso, Monti della Laga, reatino, Valnerina e Sibillini.”

“Il Parco sta avviando attività di monitoraggio – annunciava l’ente – finalizzate soprattutto a seguire gli spostamenti di questi animali e ad accertarne il sesso tramite analisi del DNA, effettuate dall’ISPRA su campioni biologici quali peli od escrementi. La conservazione dell’orso marsicano, sottospecie endemica dell’Appennino Centrale di interesse comunitario e a rischio di estinzione, dipende dalla sua diffusione e colonizzazione di nuovi territori potenzialmente idonei, quali i Monti Sibillini. Ma finora non è mai stata accertata la presenza di individui femmina nel contesto del Parco o aree limitrofe.”

“Si tratta di un animale non pericoloso per l’uomo – sottolineava infine il Parco – , tuttavia, in caso di fortuito incontro, è importante adottare comportamenti tali da non disturbarlo o innervosirlo; a tal fine bisogna restare calmi, senza gridare o compiere movimenti bruschi che possano essere interpretati come minacce, per lo stesso motivo non bisogna avanzare verso di lui bensì restare fermi oppure allontanarsi lentamente, senza fuggire di corsa.” 

Chi sono e quanti sono?

Quanti siano gli orsi sui Sibillini e di che sesso non si sa (ancora). Sono infatti in corso di svolgimento analisi genetiche a cura dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale su peli e campioni biologici prelevati nel corso dei sopralluoghi effettuati negli apiari danneggiati. L’orso del video naturalmente non è dato sapere se sia anche responsabile di qualcuno degli attacchi agli apiari segnalati, in mancanza di campioni da analizzare per confronto.

Indipendentemente dal numero effettivo attuale di esemplari sul territorio, come evidenziato dal Presidente del Parco dei Sibillini, Andrea Spaterna, è importante agevolare la presenza dell’orso in zona. “La sua presenza però va gestita – chiarisce – ed è per questo che il Parco, oltre a riconoscere un indennizzo economico in caso di danni, sta approntando misure a favore degli apicoltori per la protezione delle arnie. A breve sarà pubblicato un bando che finanzia la realizzazione di recinzioni adeguate a prevenire l’avvicinamento dell’orso”.

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Un commento

  1. Direi che lui mi sembra essere un orso non ancora civilizzato , lui ha trovato un buco ed è andato ad esplorarlo per vedere se poteva usarlo in futuro.
    Non mi piace sia stato inseguito, anche se mi sembra che se ne andasse interessandosi molto poco di chi lo “tampinava”, l’avrebbe aggredito.
    Per un lupo ripreso così mentre “fuggiva” su una strada si era gridato alla stupidità.
    Visto il grande traffico, mi domando perché esista questa lunga galleria ben illuminata, mi sembra fatta secondo le ultime regole di sicurezza.
    A me piacciono molto gli animali, ma non capisco ancora perché si pensi e si voglia gestirli secondo nostre idee sociali che definiamo ecologiche, illusione o stupidità, forse solo mania di onnipotenza: c’è chi si arma e c’è chi recinta e controlla, come se convivere sia ormai impossibile, ma sembra lo sia anche fra umani 🙂

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