STANFORD, California — Pare che sia giunta alla fine l’eterna diatriba scientifica sull’età della più importante catena montuosa dell’America settentrionale. Secondo uno studio basato sull’analisi delle rocce più interne delle montagne, pubblicato dalla rivista Science, la Sierra Nevada avrebbe 65 milioni di anni.
L’origine della Sierra Nevada, situata nell’est della California, è stata infatti oggetto di un’infuocata discussione tra geologi per molti anni.
Alcuni la pensavano giovanissima e le davano solo dai 3 ai 5 milioni di anni. Secondo quest’ipotesi la sua formazione sarebbe dovuta alla fuoriuscita di materiale dal mantello terrestre dopo una frattura della zolla e allo sprofondamento di un enorme blocco di crosta.
Altri geologi, invece, facevano risalire la sua formazione a ben 65 milioni di anni fa, “incolpando” semplicemente il movimento della zolla pacifica verso est, che la spinge ad inabissarsi sotto quella nord-americana.
A chiarire tutto sembrerebbe essere arrivata l’ultima ricerca della Stanford University. Secondo lo studio, pubblicato dalla rivista Science, l’ipotesi corretta sarebbe la seconda. E c’è di più. I ricercatori americani avrebbero scoperto che negli ultimi 40 milioni di anni il profilo altimetrico della catena sarebbe rimasto invariato.
La rivelazione è frutto di un’analisi delle gocce d’acqua intrappolate tra gli antichi strati di argilla delle montagne. Che i ricercatori sono riusciti a raggiungere solo grazie alle fessure scavate al tempo della grande corsa all’oro. Allora, i cercatori di pepite furono capaci di tagliare quasi a metà le montagne pur di trovare un po’ d’oro in più.
Il gruppo di ricercatori, diretti da Page Chamberlain, ha tuttavia legittimato, in qualche modo, anche l’altra teoria. Dai loro studi sarebbe emerso, infatti, che 3 milioni di anni fa si sarebbe verificato effettivamente un sommovimento, anche se di entità minore e senza alcuna influenza sulla struttura globale della Sierra Nevada.
Sara Sottocornola
