Cronaca

Monviso, il Po è in secca. Non piove o nevica da dicembre

Sono passati due mesi da quando le ultime perturbazioni hanno scaricato neve o pioggia su montagne e pianure piemontesi e il panorama è quanto più desolante. L’aspetto delle valli è tardo autunnale, le cime sono brulle e grigie. La neve, inesistente. Anche i piccoli impianti sciistici di Crissolo, centro a monte della valle Po, sono chiusi. “Dopo le vacanze di Natale si sono fermati, sia a causa della mancanza di neve sia per l’assenza delle giuste condizioni per poter attivare i cannoni. Faceva troppo caldo spiega il sindaco Fabrizio Re. “Riguardo al Po, per noi la differenza è minima rispetto al solito. Dove nasce è come una fontanella, quindi la flessione è impercettibile. A valle il cambiamento si nota maggiormente”.

Non solo agricoltura

In pianura il Po riceve i primi affluenti e ingrandisce il suo alveo. Ma quest’anno si presenta in condizioni a dir poco anomale. A Torino sono emerse delle isole nel tratto dei Murazzi. “Siamo in una situazione drammatica” afferma Stefano Fenoglio dell’Università di Torino/Alpstream che si occupa di studiare i fiumi alpini. “Da due mesi non abbiamo significative precipitazioni. Inoltre a dicembre abbiamo avuto un’anomalia termica rispetto alla media di un grado in più, a gennaio di quasi due gradi. La poca neve presente si è fusa quasi tutta. Così Pian del Re, dove il più lungo fiume d’Italia ha i suoi natali appare privo di neve, ma l’acqua scorre. A far la differenza “è la portata dei fiumi, decisamente sotto la media. A inizio febbraio a Torino il Po aveva una portata dimezzata rispetto a quella che dovrebbe esserci normalmente. Affluenti come il Pellice o lo Stura di Demonte sono addirittura al settanta percento rispetto alla norma. Un grave problema per l’agricoltura, ma non solo. “La biodiversità risente di queste variazioni e anche la depurazione dei reflui. Noi usiamo depuratori che immettono nei fiumi acqua con una carica che deve essere diluita”. Anche se il depuratore lavora a dovere, quando va a immettere l’acqua trattata nel fiume deve esserci una certa quantità di acqua perché le varie sostanze vengano diluite. Se così non è il fiume viene compromesso e si assiste a una perdita di qualità delle acque”.

Se non nevica in inverno si spera nelle piogge primaverili per rimettere in quadro la situazione, ma non è la stessa cosa. “Non si può paragonare la pioggia di maggio con quella da fusione nivale. La neve è una riserva, che lentamente viene rilasciata in ambiente. Inoltre la tendenza degli ultimi anni fa temere l’arrivo di un’enorme quantità di acqua in pochi giorni, con risultati preoccupanti”. Fenoglio fa riferimento alle grandi piogge primaverili, a quei giorni di intense precipitazioni che portano telegiornali e quotidiani a parlare di alluvioni e disastri. “Il risultato è proprio quello: alluvioni ed esondazioni. Senza dimenticare che tanta acqua in poco tempo non rimpingua le falde e non crea riserva, fa solo danni.

“Gli anziani del paese dicono che è sempre accaduto” commenta il sindaco di Crissolo. Ogni 30 anni, dicono. La prossima settimana dovrebbe arrivare una perturbazione, che sia la fine di questo anomalo ciclo?

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close