AlpinismoAlta quota

Simone Moro e Alex Txikon in inverno ancora al Manaslu

Agosto si è appena chiuso e siamo già a parlare di inverno con Alex Txikon e Simone Moro che annunciano la prossima spedizione. Ancora al Manaslu. Dopo il tentativo infruttuoso della scorsa stagione, i due alpinisti, sempre accompagnati da Iñaki Alvarez, tornano all’ottava montagna della Terra. Per l’alpinista bergamasto è la quarta volta (2020 con Alex; inverno 2019 con Pemba Gyalje Sherpa e 2015 con Tamara Lunger). Per lo spagnolo è la seconda esperienza.

Il programma, secondo quanto Txikon ha raccontato al portale Explorerweb, è di partire dalla Spagna attorno al 13 dicembre per essere al campo base il 21 dicembre, così da iniziare a salire già dal primo giorno di inverno astronomico. Il progetto è il medesimo dell’anno scorso: non solo la salita in vetta dell’8000, ma anche il concatenamento della vetta principale con il Pinnacolo Est di 7992 m.

La logistica è affidata a Seven Summit Treks, che sta anche organizzando una propria spedizione invernale al Manaslu. “Iñaki, Simone e io ci faremo gli affari nostri, saliremo insieme e impareremo dagli errori che abbiamo fatto l’anno scorso. Ad esempio, siamo arrivati ​​a Kathmandu troppo tardi, pensando che non avremmo dovuto metterci in quarantena, che poi l’abbiamo fatto” ha spiegato Alex.

Il tentativo dell’inverno 2020

La spedizione 2020 era stata caratterizzata da alcuni contrattempi iniziali, uno tra tutti un grande crepaccio, che li aveva costretti a trovare un nuovo percorso che lo aggirasse, e dalle nevicate. Simone e Alex avevano agito per tutto il modo abbastanza indipendente sulla montagna, tanto che Moro aveva deciso di chiudere in anticipo rispetto ai propri compagni non vedendo possibilità di successo dato il meteo sfavorevole. Lo spagnolo aveva voluto però lanciare un ultimo tentativo in extremis, poi bloccato dal forte vento.

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6 Commenti

  1. Be’, pero’ gia’ il fatto di leggere l’articolo e oltretutto inserire un commento….non mi sembra proprio il massimo dell’indifferenza. E comunque anche io concordo sul fatto che questi personaggi sia meglio non seguirli piu’. Negli anni hanno dimostrato di aver perso, o di non avere mai avuto neanche il minimo sindacale di etica alpinistica. Dal vendere trekking come esplorazioni e imprese alpinistiche solo per il freddo incontrato (sparando temperature tipo – 1000 gradi per cercare notorietà) , al cercare di portare il Gabibbo a pedalare sull’Everest dopo aver raccontato per anni il rispetto per quelle cime sacre, dal fare una trasmissione con pseudo Vip e suonare una campanella senza che niente potesse centrare con il vivere la montagna come si dovrebbe e per ultimo anche sfruttare il lavoro di altri e poi tradirli pur di arrivare in cima, oltretutto pagando.

  2. Sarà, ma intanto questi riescono a fare quello che gli piace facendosi pure pagare i viaggi.
    La verità è che tutti scendono a patti per vivere la vita che vorrebbero.
    L’idea di alpinista senza una lira in tasca e con le corde di canapa è tramontata ragazzi, cosi è in tutti gli “sport”, perchè ormai di questo si tratta.
    Il Nepal costa caro, non esiste personaggio che può autofinanziarsi tutto e rimanere nell’anonimato (a parte i russi che pagano per farsi potare su).

    Questa è una spedizione bella, con poche persone e che non ha niente a che vedere con le critiche che muovete da anni come un disco rotto e che, sinceramente, lasciano il tempo che trovano.
    Gabibbo, corde pagate,monte bianco.. e quindi? Andate a vedere negli altri “campi” cosa succede e cosa la gente fa per finanziarsi, poi ne riparliamo.

    Perchè farsi dare 1000 euro a testa per portare la gente a fare pareti in giornata non è uno schifo?

  3. Era solo per dire che Simone Moro diceva di essere contrario a tutte quelle cose che secondo lui erano la morte dell’Alpinismo ed eticamente inaccettabili. Tipo che si faceva la barba prima della vetta, per rispetto nei confronti delle cime, ritenute sacre e da rispettare. E poi alla fine tutte le cose che riteneva inaccettabili, le ha puntualmente fatte. Come appunto, cercare di portare il Gabibbo in vetta all’Everest con la bicicletta, bella forma di rispetto. E’ l’ipocrisia che infastidisce. Poi ovviamente ognuno è liberissimo di fare cio’ che crede. Ci mancherebbe. Nessuno parla di alpinisti che devono essere poveracci ecc. Qui si parlava di ipocrisia. Punto. Tutto qui.

  4. Perchè pensi che nessuno proverà a salire l’Everest in bicicletta prima o poi?
    Pensi sia meno etico di portare 700 russi ricchi ogni anno che non hanno mai messo i ramponi?
    Dai raggazzi, sono anni che assistiamo alla ricerca del recordi più strambo, la bicicletta è solo una di queste.
    Moro ormai fa solo le cose che piacciono a lui e per farlo ha creato una sorta di Brand, il suo.
    Guadagna, limita i rischi e fa quello che gli piace.
    Cioè esattamente quello che vorrebbero fare tutti gli alpinisti “vecchi”.
    Vatti a leggere il CV di quello che ha fatto da ragazzo e ti spaventi.

  5. Saro’ io che non riesco a farmi capire. Non ho mai messo in discussione il valore o il CV di Simone Moro. Semplicemente dico che si é dimostrato troppo ipocrita, arrivando a fare le cose che ha sempre detto di detestare e di considerare eticamente inaccettabili. Tutto qui. Cosa c’entra se le fanno o le hanno fatte o le faranno altri e anche peggio? Se parli di etica, di rispetto, di alpinismo romantico per anni e anni e ti ergi a paladino di questi concetti….e poi fai trasmissioni tv come Monte Bianco, Bici all’Everest, paghi le corde fisse e il lavoro fatto da altri pur di conquistare una cima ecc. ecc…..a mio parere dimostri un’ipocrisia insopportabile. Ovvio che ognuno ha il diritto di fare cio’ che vuole, pero’ senza dichiarare il contrario per anni e anni. Tutto qui. Ma se Simone Moro non lo si puo’ criticare definendolo alla prova dei fatti un ipocrita…..solo perche’ ha un CV di tutto rispetto e quindi chi non ha un CV come il suo non lo puo’ criticare, allora ok mi arrendo. Simone Moro idolo incontrastato e alpinista numero uno al mondo.

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