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“Una delle mie vie più belle”. Della Bordella racconta la Groenlandia

Quante probabilità ci sono che alcuni dei migliori e creativi alpinisti del nostro tempo si incontrino in una delle ultime aree remote del Pianeta? Quasi impossibile, ma a volte capita! Come successo alla spedizione di Matteo Della Bordella, Silvan Schüpbach e Symon Welfringer in Groenlandia. Dopo aver affrontato una lunga traversata in kayak da Tassilaq a un punto denominato Mithics Circque, sono stati accolti dagli scalatori belgi Nico Favresse e Sean Villanueva in spedizione con il connazionale Jean-Louis Wertz e con lo svedese Aleksej Jaruta. Un breve saluto, poi ognuno per la propria via, letteralmente. Destinazione di entrambe le spedizioni è stata la Siren Tower, affascinante cima inviolata della zona. I primi a violarla sono stati i belgi, ma Della Bordella e compagni si portano a casa una via estrema su una parete verticale e strapiombante, oltre alla seconda salita assoluta alla vetta.

Il risultato di questa spedizione sono due vie: Forum (Siren Tower, 800 m, 22 tiri, 7c max) e La cène du renard (Paddle Wall, 440m, 7a).

Matteo, partiamo dall’inizio. Siete partiti con un altro obiettivo, poi ci sono stati alcuni intoppi burocratici che vi hanno fatto cambiare i piani…

“Si, quando dovevamo prendere il volo Reykjavik-Nuuk siamo stati fermati e non ci hanno fatto imbarcare. Prima di partire avevo chiesto, per iscritto, se fosse necessario effettuare ulteriori analisi in loco, oltre al tampone effettuato in Italia, per confermare la negatività al Coronavirus. Sempre in forma scritta ci avevano confermato che non sarebbero state necessarie ulteriori analisi. Solo quando siamo arrivati all’imbarco ci hanno spiegato che sarebbe stato necessario rifare le analisi in Islanda e non ci hanno fatto salire a bordo.”

Alla fine, per ragioni di tempo siete stati costretti a cambiare l’obiettivo?

“Esatto. Vista la situazione voli abbiamo preferito non spostare quelli del rientro, rischiavamo di trovarci bloccati nel Paese. Volevamo però anche partire ed entrare nel vivo della spedizione, ma la settimana persa ci ha costretti a un cambio di programma. Abbiamo deciso per il Mithics Circque, poi una volta lì abbiamo valutato la situazione.”

Un luogo in cui, nel corso degli anni, si sono mosse pochissime spedizioni, voi avete trovato ad aspettarvi Nico Favresse e Sean Villanueva… affollato non trovi?

“Forse si, ma trovarli è stato bellissimo! Avessi incontrato qualunque altra persona ci sarei rimasto male. Quando però raggiungi un luogo remoto e incontri qualcuno che vive la montagna e la scalata con il tuo stesso spirito, con gli stessi valori, è come se ti facessero un regalo. Dopo un breve saluto loro sono partiti per la loro salita e noi per la nostra.”

A proposito di salita, raccontaci qualcosa sulla via alla Siren Tower, la vostra è la seconda ascensione assoluta?

“Esattamente, i primi a raggiungere la vetta sono stati i belgi che ci hanno preceduti di tre giorni. La Siren Tower è senza dubbio la più bella cima della zona, con questa parete verticale, ripida e strapiombante. All’inizio ci è sembrata un’incognita, ma durante la scalata si è rivelata super con il minimo indispensabile per poter salire. Abbiamo impiegato 5 giorni per completare la via. Avendo tempo a disposizione abbiamo dedicato il sesto al superamento di alcuni tiri che prima non eravamo riusciti a salire in libera. Il tiro chiave è rappresentato da una fessura che tocca il 7c, uno dei più belli che abbia mai aperto. Nel complesso si tratta di una via piuttosto psicologica da aprire, per le non evidenti possibilità di piazzare protezioni, con bellissimi tiri verticali o strapiombanti.”

Come mai la scelta di chiamarla Forum?

“Sia io che Silvan e Symon abbiamo tre personalità molto forti. Ogni decisione su cosa fare, dove andare e come organizzarsi ha richiesto sempre grandi discussioni. Momenti costruttivi che ci hanno permesso di portare a termine il nostro obiettivo.”

Oltre a questa avete aperto anche un’altra via…

“Si, dopo essere rientrati dalla Siren Tower ci siamo resi conto di avere ancora qualche giorno a disposizione prima di iniziare il rientro. Così abbiamo preso i kayak e ci siamo rimessi in navigazione per esplorare il fiordo. A 12 chilometri dal Mithics Cirque abbiamo trovato questa parete assolata e ricca di fessure alta circa 400 metri. Non si tratta di una via super impegnativa, ma è stata una bella opportunità esplorativa.”

Cosa significa il nome della via?

“La cène du renard, l’ultima cena della volpe in francese. La volpe è stato l’unico animale incontrato durante la spedizione. L’abbiamo trovata sotto la parete e ci ha mangiato il formaggio.”

Toglici ancora una curiosità. Questa non è la tua prima esperienza con il kayak in Groenlandia. È stata diversa dal 2014?

“Decisamente. Abbiamo sempre trovato condizioni favorevoli. Nei tratti lungo la costa abbiamo avuto problemi con la risacca del mare, che destabilizzava e dovevi essere pronto a gestirla. L’allenamento nei mesi precedenti a dato i suoi frutti e ci ha permesso di districarci bene anche nei momenti difficili, oltre a permetterci di coprire una distanza di circa 40 chilometri a giornata. È stato veramente bello vivere un ambiente così spettacolare. Rispetto alla classica spedizione di sola arrampicata ci siamo veramente divertiti a esplorare, a scoprire, a vivere un territorio dove il paesaggio è in continua trasformazione, giorno dopo giorno.”

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Un commento

  1. Bello.
    Una sola domanda sulla via: 5 giorni, hanno bucato e se sì quanto ?

    E una generale.
    I belgi dove sono saliti e come ?

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