Le grandi montagne della Terra si preparano in Pakistan per la COP26
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Mercoledì 25 agosto la nostra associazione EvK2-PK ha organizzato a Gilgit, capitale della regione del Gilt-Baltistan (dove si trova il K2, i Gasherbrum, il Nanga Parbat e migliaia di altre stupende montagne) un workshop molto partecipato sui temi delle montagne in rapporto a quelli che saranno discussi all’High Summit COP26 a Minoprio (CO) il 24 e 25 settembre e successivamente al COP26 di Glasgow a novembre. L’evento è stato allestito insieme all’University of Baltistan e alla Karakorum International University, al Governo locale e a molte organizzazioni della società civile. Ospite d’onore Fateh Ullah Khan, Minister Planning and Information, che ha sottolineato come il governo del Gilgit-Baltisan stia prendendo molto sul serio le questioni e le sfide legate all’ambiente attuando diverse iniziative per farvi fronte. Tra queste rientrano i progetti di sviluppo e ambientali già realizzati e quelli che saranno eseguiti nella regione dall’Italia grazie all’impegno di EvK2Minoprio. Un sostegno, quello italiano, ribadito anche dall’Ambasciatore in Pakistan Andreas Ferrarese, che ha partecipato alla conferenza da remoto.
Nella medesima giornata, Maurizio Gallo, presidente di EvK2-Minoprio, ha incontrato l’ambasciatore Ferrarese e poi l’UNDP (United Nations Development Programme) per l’attivazione del progetto, appena approvato dalla Cooperazione Italiana, Graciers and Students, che prevede il catasto dei più di 5000 ghiacciai e relative valli delle montagne del Pakistan, da est a ovest. Saranno anche riattivate e presidiate le stazioni di monitoraggio meteo climatico nella regione e una piattaforma informatica per raccogliere i dati. Tutto con le Università locali, gli studenti, i giovani e le giovani del posto, che già operano autonomamente e che gestiranno il sistema. Un lavoro di grande significato, anche geopolitico, e di fiducia delle istituzioni pakistane nell’Italia.
Pakistan, ma non solo. L’Italia ha fatto, sta facendo e potrà fare molto per il confinante Afghanistan. In questi giorni attraverso relazioni antiche e nuove che le montagne di quelle terre hanno contribuito a creare si sta cercando di lanciare agli amici afgani, popolo dalla storia tormentata e a tratti crudele, delle corde di soccorso per portarne in salvo qualcuno, ma non tutti. Sappiamo che questo tanto di generosità è comunque molto poco nei fatti.
La nostra organizzazione EvK2-PK è da 30 anni sulle montagne del Karakorum, nel confinante Pakistan, mai direttamente impegnata in Afghanistan. Ma se l’accoglienza “nelle regioni limitrofe” promossa da UE e anche dall’Italia può essere una delle soluzioni, ci piacerebbe, contando sulla nostra trentennale presenza in Gilgit Baltistan, poter attivare un centro di accoglienza e formazione alla gestione delle attività montane a Skardu, dove abbiamo già da 20 anni il Museo degli Italiani, visitato da 20.000 studenti e turisti pakistani. Un modo per accogliere chi fuggirà in un territorio simile al proprio dal punto di vista ambientale e sociale, ma anche per formare a mestieri che in un futuro, ci si augura il più vicino possibile, potrebbero rappresentare anche in Afghanistan una fonte di lavoro e benessere per le tante donne e uomini delle montagne di quel Paese, come aveva iniziato ad essere già in questi ultimi anni.
Il 24 e 25 settembre il Chief minister del Gilgit Baltistan sarà con noi a Minoprio per l’High Summit COP26 e se ne parlerà concretamente di questo progetto. Spero che insieme potremmo dare una mano anche alla gente delle montagne afghane.
Non divulgherei troppo materiali e tecniche alpinistiche dove non sono entrate nelle pratica, non si sa mai che uso possano farne. Se democrazia non si esporta e allora perche’ esportare altro sport ??Unica risposta che trovo e’: trovare nuovi mercati !(per turismo e mercanzia legata alla Montagna)