Cronaca

Paola e Martina morte sul Monte Rosa. Il ragazzo sopravvissuto: “In 5 minuti il meteo è peggiorato”

Paola Viscardi aveva 28 anni, uno in meno dell’amica Martina Svilpo. Entrambe sono morte assiderate ieri a 4000 metri sul massiccio del Monte Rosa. L’amico Valerio Zolla, 27 anni, è sopravvissuto e ora è in ospedale a Sion, in Svizzera, per curare i congelamenti alle mani e i sintomi dell’ipotermia.

I tre ragazzi erano partiti nella mattina di sabato da Alagna con l’obiettivo di raggiungere il Balmenhorn (4176m), un “isolotto roccioso” che emerge dal Ghiacciaio del Lys e che ospita la statua del Cristo delle Vette e il bivacco Felice Giordano. Poco distante c’è la Pyramide Vincent. Le previsioni meteo per la giornata erano di maltempo nel pomeriggio. “Andava tutto bene, poi all’improvviso lo scenario è cambiato. Le condizioni meteo sono peggiorate in 5 minuti. È arrivata la bufera di neve e poi il vento. Siamo rimasti bloccati senza più riuscire a vedere niente” racconta Valerio in un’intervista a La Stampa.

A quel punto, secondo le ricostruzioni, i tre provano a tornare indietro, ma perdono l’orientamento a causa dell’assenza di visibilità e invece di dirigersi in direzione del bivacco Felice Giordano vanno verso la Piramide Vincent. Un elemento che sarà fatale. La chiamata al 112 è alle 14.30. “La prima telefonata l’ho fatta subito, anche se non era facile segnalare con esattezza la posizione” racconta sempre nell’intervista il ragazzo. “Le informazioni erano poche e generiche e le indicazioni ci dicevano che il gruppo si trovata nella zona del Balmenhorn” spiega Paolo Comune, presidente del Soccorso Alpino Valdostano.

L’elicottero non può alzarsi per le condizioni meteo, così le squadre di soccorritori partono via terra raggiungendo l’area indicata del Cristo delle Vette, non trovando però nessuno. Le guide controllano il bivacco e per ore cercano nella zona circostante a 360 gradi, crepacci compresi, ma dei tre ragazzi non c’è traccia. I soccorritori decidono allora di rientrare al rifugio Mantova, ma alle 19.30, 5 ore dopo la prima chiamata, ne arriva una seconda dal ragazzo, anch’essa però confusa.

Nel frattempo, si è oramai fatto buio. Per fortuna l’elicottero riesce ad alzarsi in volo e a portare le squadre di soccorso a 3500 metri, da dove ripartono le ricerche a piedi. Solo alle 21.30 i tre alpinisti vengono trovati poco sotto la Pyramide Vincent. Ci sono -4°C, il vento sferza gelido e i tre hanno gli abiti resi fradici dalla neve (“Erano ben attrezzati, forse vestiti un po’ leggeri” dicono i soccorritori), la temperatura percepita dai ragazzi è pertanto molto inferiore.

La situazione appare subito drammatica: le ragazze sono in stato avanzato di ipotermia, si tenta di rianimarle, ma senza risultati. Vengono portate il rifugio Mantova, dove un ultimo disperato tentativo di salvarle viene fatto, ma non c’era più nulla da fare per Paola e Martina. Valerio, stremato e con congelamenti alle mani per aver dato i suoi guanti a Paola, viene trasportato in ospedale dall’elicottero di AirZermatt che a mezzanotte riesce a raggiungere il Mantova.

Quello che oggi rimane è certamente il dolore di due vite giovanissime spezzate in una tragedia che ci mostra ancora una volta il volto più duro della montagna, che da luogo dove realizzare i nostri sogni può trasformarsi in una trappola da cui solo una grande esperienza può dare chance di uscirne.

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5 Commenti

  1. Si affronta , credo, la montagna con troppa superficialità e troppa poca esperienza….si sottovalutano i rischi e non si ha la consapevolezza dei reali pericoli in cui si può incombere, primo fra questi il repentino cambiamento delle condizioni climatiche , abbigliamento in tanti casi inadeguato, condizioni fisiche non idonee ecc. Purtroppo l’elenco

    di chi perde la vita in montagna si accresce ogni anno e spesso queste vite perdute avrebbero potuto non esserlo se ci si fosse preparati in modo adeguato e serio ad affrontare una cosa seria e pericolosa quale è l’alta montagna .

  2. Rimane la domanda: vai a fare un 4000 la mattina sapendo che il maltempo arriva il pomeriggio?

    1. Ci sono altri fattori oltre alla valutazione delle condizioni meteo, come l’equipaggiamento adeguato per affrontare UN MINIMO di problemi a quelle quote. Una di loro non aveva nemmeno i guanti…. E ho detto tutto!!! Stop!

  3. Dispiace profondamente. Purtroppo l’esperienza conta in questi frangenti. Al di là di ciò che potremmo elencare in termini di manchevolezza, restano due vite perdute e una rovinata, partite piene di gioia e di sogni. Che triste.

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