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Frank Lotta, da Radio Deejay alla bici attraverso le Alpi

La Giornata mondiale della bicicletta, che ricorre oggi, è stata approvata nel 2018 dalle Nazioni Unite per la consapevolezza dei benefici sociali derivanti dall’uso della bicicletta come mezzo di trasporto e per il tempo libero. Vuole celebrare la sua forza sociale. Ecco allora che per celebrarla abbiamo scelto di raccontarvi la storia di Francesco “Frank” Lotta, in questi giorni impegnato nella sua traversata delle Alpi in bicicletta. 1600 chilometri da Trieste a Mentone da coprire in un mesetto inseguendo il motto “ride up high”.

Molti di voi già conoscono Frank, voce di Radio Deejay, ideatore e conduttore della trasmissione Deejay on the Road che in ogni puntata vede viaggiatori più e meno noti raccontare la propria esperienza, le emozioni vissute. I sentimenti del viaggio, che alla fine sono quelli che contano per davvero, non i watt o i metri di dislivello. Non i chilometri macinati, ma gli incontri fatti, i momenti vissuti, le storie assorbite.

Qualche giorno fa abbiamo raggiunto Frank in salita verso il Passo Falzarego e ci siamo fatti una chiacchierata sulla sua esperienza in corso e sulla bici che prima o poi, in un modo o nell’altro, ti rapisce.

Frank, come nasce la passione per la bicicletta?

“In qualche modo sono sempre stato appassionato di bici, anche se da ragazzino era diverso. A quei tempi sognavo il motorino, ma non potevo permettermelo, così la bici era l’unico mezzo a disposizione. Salire in sella significava libertà, e così è stato fino a quando non ho comprato la macchina grazie al primo lavoro.”

Questo attraverso le Alpi non è il tuo primo viaggio in bici…

“No, nel 2015 ho pedalato da Sidney a Brisbane in Australia. Quella è stata una vera avventura on the road senza troppi programmi e nemmeno tanto allenamento alle spalle. Di giorno pedalavo, per la notte avevo la tenda e dormivo in spiaggia. Un’esperienza intensa e irripetibile.”

Immaginando le esotiche ragioni dell’Australia, chi ti ha ispirato alla traversata alpina?

“Grande ispiratore è stato Omar Di Felice che l’anno scorso ha realizzato questa traversata in soli 4 giorni, io me la prendo comoda. Ascoltando la sua esperienza ho pensato che sarebbe potuta essere una bella avventura, così sono partito.”

Prima di questa avevi già qualche esperienza in bici sui passi alpini?

“Solo qualche semplice giro, molto banale. Le Alpi le ho frequentate molto a piedi, amo la montagna. Mi trasmette una sensazione di pace e rilassatezza. In quest’affezione ha contribuito molto la lettura dei libri di Krakauer, che poi hanno ispirato il mio viaggio in Alaska sulle orme di Alexander Supertramp. Storie come quella per me sono come i carboidrati quando si pedala.”

Quali sono i territori che preferisci?

“Sono innamorato delle Dolomiti. Ho lasciato Trieste quasi con impazienza, non vedevo l’ora di ritrovarmi tra queste guglie irte e fragili.”

Nella tua trasmissione racconti le storie di viaggiatori, giramondo, globetrotter, ma il primo instancabile amante del viaggio sei tu…

“Nel 2010 sono arrivato a Radio Deejay e mi sono detto ‘ok, ce l’ho fatta’. Poi mi sono anche chiesto ‘e adesso cosa faccio? Ora che succede?’. L’ispirazione arriva nel 2013. Dopo aver terminato il Cammino di Santiago in solitaria propongo un programma sui viaggi e devo dire che la radio è fin da subito molto disponibile. Grazie a Deejay On the Road ho conosciuto gente fighissima come Dino Lanzaretti, Omar e molti altri. Ho dialogato con Folco Terzani, Erri De Luca, Fabio Volo, Franco Battiato. Ognuno di loro mi ha raccontato la parte più intima ed emozionante del viaggiare.”

Cosa vuole comunicare #rideuphigh?

“Senza cercare poesia, mi piace molto il concetto di ‘ride up high’. Dopo oltre un anno con la testa sotto terra, l’idea di tornare a fare esattamente quello che facevamo prima non va bene. Bisogna guardare in alto, verso la montagna. Come dice Folco Terzani: io non ho nessuna verità ma esiste un dio questo punta verso l’alto. Allora pedaliamo, saliamo.

Voglio comunicare come questa sia una cosa che possono fare tutti. Se posso farlo io, che non sono uno sportivo, vuol dire che chiunque può prendere una bici e farsi 1600 chilometri in serenità. Per questo cerco di raccontarlo, spero che le persone si sentano vicine, che capiscano la fattibilità di un cambiamento.”

A proposito di cambiamento, sai che oggi è la Giornata mondiale della bicicletta?

“Certamente! Una data importante, soprattutto visto il boom che sta avendo la bici dopo il primo lockdown. Molti nuovi appassionati hanno scoperto questo mezzo solo da poco tempo, ed è una cosa meravigliosa. Penso però che le persone andrebbero educate alla bici. Vedo sempre troppa gente senza caschetto, senza l’attrezzatura adeguata. Spero che questa giornata serva anche per questo.

Dall’altra parte mi avrebbe fatto piacere vedere una parte dei fondi stanziati per l’acquisto delle bici messi a disposizione dei comuni per rimettere a posto le strade, per creare nuove piste ciclabili nei centri cittadini. Ci sono percorsi che affrontati in discesa mettono paura. Le strade sono la nostra vita.”

Grazie per il tuo racconto Frank, ti lasciamo tornare in sella… A proposito, dove possiamo farci contagiare dal tuo viaggio?

“Sui miei canali social, dove cerco di raccontarlo attraverso storie, post e brevi video. A presto!”

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