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Dino Lanzaretti: in bici attraverso la Siberia invernale

Io sono una persona normale. Uno che ha un sacco di paure, tantissime insicurezze. Sono uno che per caso è diventato un viaggiatore in bicicletta. Un viandante fortunato: ogni volta in cui parto per un viaggio mi esce fuori l’incontro perfetto, la situazione perfetta”.

Si presenta così Dino Lanzaretti, autore del blog “per partire in bicicletta”. Un blog di consigli e di condivisioni. Uno spazio pregno di esperienze che Dino ha vissuto in ogni parte del mondo. Prima trekker, poi alpinista e ancora ciclista per le strade del mondo anzi, anche dove le strade non esistono quasi: nella gelida Siberia dove ha pedalato per settimane in un panorama soprannaturale.

E tutto nato da quel giorno in cui ho deciso di prendere e andare con lo zaino in spalla e i raponi ai piedi”. Da una semplice escursione è nata l’esperienza di una vita. Da un momento al di fuori della quotidianità. “Ora che ho 40 anni però devo impegnarmi di più per trovare viaggi interessanti e stimolanti. Non mi interessa percorrere gli itinerari classici, non cerco una gita”. È così che nasce l’idea della Siberia. “Ho bisogno di queste esperienze per dare un senso alla giornata, per darle importanza. Spesso quando sono a casa in Italia non ricordo quel che ho fatto il giorno prima mentre del viaggio ho impresso ogni singolo dettaglio”.

 I tuoi viaggi sono tutti senza sponsor…

Prima di diventare un viaggiatore facevo lavori normali. Facevo il disegnatore meccanico, poi ho avuto l’immensa fortuna di lavorare in un ufficio con la finestra che dava sul cimitero del mio paese e ho avuto modo di capire molte cose. Mi ha fatto riflettere su quel che stavo facendo, mi ha fatto pensare. Mi dicevo spesso: sto qui seduto poi tra quarant’anni attraverso la strada. Un pensiero continuo finché mi son detto che dovevo trovare il modo per mettere più spazio possibile tra me e loro.

Torniamo però alla domanda. Si, tutti i miei viaggi sono senza sponsor, tranne quello con il ragazzo ipovedente. Da quel momento non ho mai più chiesto sponsorizzazioni a nessuno. Viaggio per essere libero. Libertà che si perde nel momento in cui firmo un contratto per avere una maglia o altro. Capisco che per molti sia interessante avere il logo, per me non è così.

 Sul tuo blog affermi che nei tuoi viaggi cerchi “l’immortalità, la consapevolezza di ogni istante”…

È un concetto facile da spiegare. Io sono a casa da un mese e mezzo e il tempo è volato. Sto qui davanti al pc che va lento e, se mi domando cos’ho fatto quattro giorni fa non me lo ricordo. Molto probabilmente qualcosa di simile a quello che sto facendo oggi.

Mentre sono in viaggio invece è tutto diverso. Accade di tutto, è come se il tempo si dilatasse. È come se lo piegassi per farci stare più cose dentro. È come diventare immortale. Se ripenso a un anno fa, alla Siberia, a quelle giornate. Sembra tutto così lontano, come se fosse accaduto una vita fa.

Ci racconti qualcosa della Siberia, cosa significa pedalare a temperature di -60 o -70?

Innanzitutto devo essere onesto dicendo che la temperatura minima certificata toccata è stata di -55 gradi. Poi, devo anche dire che io avevo un termometro da cuoco che si spegneva quando la temperatura andava sotto i -47. Invece, secondo i camionisti che mi han caricato salvandomi la vita nella notte più fredda, la temperatura era di -62.

Quando stai a quelle temperature è tutto strano. Di giorno, quando pedali a -35, tutto cambia. Sembra quasi di muoversi in uno scafandro. Il peggio però arriva quando il sole se ne va, di notte. Nel sacco piuma dormivo a -60 piangendo con la consapevolezza che la notte successiva sarebbe stata ancora peggio a causa dell’umidità accumulata. Ogni notte sapevo che la notte dopo sarebbe stata peggiore. La speranza era sempre quella di trovare un villaggio andando avanti. Di certo non potevo tornare indietro.

Una situazione difficile…

Disperata. Ho avuto molti problemi anche con la barba che si è congelata. Avevo i materiali migliori al mondo, ma ho commesso molti errori nella scelta. I piumini ad esempio non funzionano bene quando sudi e non li puoi asciugare. L’umidità ghiacciava le piume che non isolavano più.

Con la barba invece cos’è successo?

Si era formato un blocco unico che mi impediva di togliere la maschera. Non riuscivo a portare il cibo alla bocca, poi mi è anche uscito del sangue dal naso. Non vedevo quasi più tanto era il ghiaccio e così ho fatto altri pasticci: mi sono urinato in un guanto…

Come sei uscito da questa situazione?

Ormai ero convinto che fosse finita. Non mangiavo da giorni e non dormivo da due notti. La terza notte mi sono messo a camminare per non gelare. Camminavo in mezzo alla strada pensando che così almeno mi avrebbero trovato se fossi morto. Poi è arrivato questo convoglio di camion, mi hanno soccorso e mi han salvato la vita. Mi han riempito di cibo e mi han fatto asciugare l’attrezzatura mettendomi nelle condizioni di poter proseguire ancore per otto o dieci giorni.

Il “polo del freddo” era poi così freddo?

Assolutamente no e per dimostrarlo porto un esempio. Ogni volta in cui incontravo un convoglio di camion, ne ho incontrati cinque, si fermava e mi lasciava qualcosa da mangiare. Sul cellulare avevano la mia foto. Loro sapevano che io ero li, che stavo pedalando lungo quelle strade e quando li incontravo avevano già una vaschetta di prelibatezze pronta per me.

Faccio un altro esempio. Vicino Ust’-Nera, un piccolo villaggio della Russia nord orientale, al mercato ho visto degli uomini che stavano cercando di portarmi via la bicicletta. Ero convinto volessero rubarmela e invece quello era il loro modo per invitarmi a cena. Un modo bizzarro, ma a Ust’-Nera ci sono personaggi particolari. Diciamo che è uno di quei posti in cui vai a vivere solo per lo stipendio. Laggiù sono otto o dieci volte superiori rispetto al resto della Russia.

Cosa si fa dopo essere tornati da un’esperienza del genere?

Si sono interessati in molti ai miei viaggio, sto facendo molte serate. Alcuni festival outdoor mi hanno contattato per avere video e il racconto delle mie esperienze. Per ora poi sto mettendo in rete il mio vissuto. Sto raccontando la mia esperienza e i luoghi attraversati e poi sto cercando di dare consigli a chi vorrebbe partire. Sto spiegando loro che sono una persona estremamente normale.

 

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2 Commenti

  1. In solitaria… senza sponsor….
    Ehmm sbaglio o un noto alpinista Italiano si sta vantando d’aver fatto una passeggiata su un monte in Siberia, con compagna, fotografi, sponsor pazzeschi che lo stanno ricoprendo di soldi…
    Va bè, pazienza…
    Grande Dino!!

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