Cronaca

Muore sul Kilimangiaro l’avventuriero Aleksander Doba

Aveva 74 anni ma l’energia e il carisma di un ragazzino Aleksander Doba, scomparso sul Kilimangiaro dopo aver vissuto una vita all’insegna dell’avventura. Polacco, barba da montanaro e occhi brillanti ha sognato fino all’ultimo minuto. Ha urlato di felicità sul tetto d’Africa, poi si è accasciato al suolo spegnendosi per sempre in un bagno di vita.

Il suo nome è leggenda per gli amanti dell’esplorazione che l’hanno seguito nelle sue traversate atlantiche in kayak, l’ultima nel 2017 all’età di 70 anni. Una passione, quella per il kayak, nata nel 1980 dopo un passato dedicato alle competizioni di canoa in fiumi spumeggianti di rapide. Tra le sue prime esperienze la circumnavigazione del lago Baikal, in Russia, e del Mar Baltico. Ma ha anche pagaiato sui fiumi dalla Polonia alla Norvegia.

Era un fascio di muscoli, sempre teso nella ricerca di un nuovo progetto con cui arricchire la sua esistenza. Passati i 60 anni decide di affrontare per la prima volta l’Oceano Atlantico: dal Ghana al Brasile a colpi di remi con un compagno su un’altra imbarcazione, ma il progetto fallisce dopo appena due giorni. Nel 2010 ci riprova, questa volta in solitaria. Parte dal Senegal e punta al Brasile. Ci riesce, ma l’esperienza è estrema, in tutti i sensi. Fa un caldo bestiale e l’umidità è alle stelle. Con il corpo ricoperto da croste di sale, infezioni agli occhi e senza ormai più le unghie di mani e piedi approda in sud America.

Chiunque dopo un’esperienza di questo tipo avrebbe voluto solo riposare, chiunque ma non Aleksander Boda che una volta rientrato in Polonia si è subito messo sulle carte per organizzare la prossima traversata. Sempre nell’Atlantico punta questa volta a pagaiare dal Portogallo alla Florida. Parte contro il parere della famiglia, che spera demorda. Ma la determinazione e la voglia di vivere per davvero sono più forti di ogni sentimento. La traversata gli vale il prestigioso People’s Choice Adventurer of the Year della National Geographic Society. Ed eccoci al 2017. Per l’ultima traversata si sposta verso nord: dal New Jersey alla Francia. Ogni esperienza è vissuta con leggerezza e sarcasmo, con la voglia di sperimentare di un bambino, con quell’emozione che dal mare l’ha portato sul punto più alto d’Africa. “Un superuomo” lo ricorda lo sciatore estremo Andrzej Bargiel. Un uomo che ha trovato ed espresso al massimo la sua idea di vita.

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