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Giro d’Italia autunnale, si teme freddo e neve per Stelvio e Colle dell’Agnello

Non si è mai visto un Giro d’Italia autunnale, l’abbiamo già detto. E le previsioni non smentiscono questa inedita edizione. Tra un Nibali che attende l’arrivo dei grandi dislivelli, un Filippo Ganna che impressiona con 100 chilometri di fuga e il ritorno vittorioso del campionissimo Peter Sagan il Giro fa i conti da un lato con i crescenti casi di Coronavirus, dall’altra parte con la meteo alpina.

Ora che la corsa rosea è in salita verso le Alpi ci si inizia a preoccupare seriamente per quelle tappone che prevedono lo Stelvio e il Colle dell’Agnello. Quest’anno ottobre non è stato clemente e mentre al sud ha regalato cielo grigio e pioggia, al nord ha portato la neve a quote relativamente basse rispetto anche solo allo scorso anno. Tutto normale verrebbe da dire, ma la situazione montana rischia seriamente di portare il Giro a ulteriori modifiche al suo svolgimento. Potrebbe infatti venir richiesta l’applicazione dell’Extreme weather protocol, un protocollo nato nel 2016 per tutelare i corridori in caso di condizioni meteorologiche avverse. Con la sua applicazione la tappa potrebbe venir accorciata o addirittura annullata, togliendo al Giro alcuni momenti importanti e potenzialmente stravolgendo la classifica finale.

Se sul finire di maggio una nevicata improvvisa sui più alti passi è una cosa facilmente risolvibile con pochi giorni di sole, tutt’altra cosa è quello che potrebbe accadere in autunno inoltrato quando le temperature tendenzialmente proseguono verso il basso. Anche questo però non è scontato, anche qui con pochi giorni di clima mite tutto potrebbe risolversi consentendo ai ciclisti di tornare oltre i duemila metri di quota. Quello che è certo è che al momento i passi sono percorribili, ma un cambiamento delle condizioni potrebbe compromettere la viabilità da qui al 22 ottobre. Ci si può fare tante domande a riguardo dell’organizzazione, ci si può chiedere perché il Giro non abbia pensato prima al problema neve, perché non ha calcolato un percorso alternativo. La realtà è una sola: in questo 2020 così strano tutti navighiamo a vista cercando di fare del nostro meglio, stessa cosa vale per il Giro d’Italia che nonostante tutto è riuscito a regalarci grandi emozioni già in queste prime dieci tappe.

Ovviamente l’organizzazione rosea ha già in mente un piano B, per ovviare al problema della neve. È però vero che un Giro senza tappone alpine non sarebbe il Giro d’Italia, per questo in caso di impossibilità ad affrontare lo Stelvio i ciclisti saranno dirottati attraverso Tonale, Edolo e Aprica per poi affrontare il devastante Mortirolo. Diversa è invece la situazione al Colle dell’Agnello, protagonista della penultima tappa insieme al Colle dell’Izoard e del Monginevro, che già è stato chiuso qualche settimana fa proprio a causa delle prime nevi. Impossibile escludere che possa riaccadere, così si ragiona verso un passaggio sterrato sul Colle delle Finestre, ma secondo i piemontesi risulterebbe complicato riuscire a rimettere a nuovo il terreno per tempo. Spunta così un piano C, con più passaggi a Sestriere che è anche arrivo di tappa. Sarebbe un vero peccato per quella che senza timori si può definire come la tappa regina di questo Giro 2020. Ma non disperiamo. Fino a qualche mese fa eravamo convinti che la manifestazione sarebbe stata annullata, oggi godiamo di una competizione che a livello atletico sta emozionando quasi quanto quei giri dove il Pirata andava in fuga verso l’alto o dove il Re Leone scattava in volata negli ultimi metri. Edizione certamente complessa, ma lo spettacolo rimane garantito.

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