Cronaca

Escursionista ferito chiede i danni al Comune. Il Sindaco: “Chiudiamo la Presolana?”

“Riceviamo oggi in Comune una lettera di un legale che ci chiede i danni per le contusioni che il suo assistito ha subìto a causa della caduta massi, in località ‘Grotta dei Pagani’, il giorno 27 luglio 2020. Chiudiamo la Presolana?”. Questo il messaggio postato su Facebook, con una punta di ironia, dal sindaco di Castione della Presolana (BG), Angelo Migliorati, a seguito della particolare richiesta di risarcimento danni giunta in Comune negli scorsi giorni.

Un post di sfogo quello del sindaco, che a parte strappare un sorriso, vuol invitare la collettività a una seria riflessione.Credo che in Presolana da sempre cadano massi, come in tutte le montagne – si legge in una dichiarazione di Migliorati sul quotidiano MyValley.it – . Se ci fosse ancora Cristo, l’artista che aveva fatto quella bellissima installazione sul lago d’Iseo, avrei messo una rete paramassi su tutta la Presolana per metterla in sicurezza. Siccome non è possibile, anche io ho detto la mia: ‘chiudiamo la Presolana?’. Dopo la vicenda simile che ha avuto il Comune di Valbondione qualche settimana fa, prenderemo entrambi lo stesso avvocato per esaminare fino in fondo la problematica”. 

Il caso di Valbondione

Inevitabile il parallelismo con la vicenda che ha visto protagonista Valbondione nel mese di giugno quando Romina Riccardi, sindaco del piccolo Comune della Val Seriana, si era vista recapitare una citazione per danni con richiesta di ben 400.000 euro da parte di un escursionista colpito, qualche anno fa, da un sasso lungo un sentiero. Incidente a seguito del quale la persona sarebbe rimasta gravemente ferita.

Mi dispiace per quello che è successo a questa persona – aveva dichiarato in tale occasione il sindaco Riccardi – , ma l’atto di citazione è stato per noi una sorpresa. Sono nata e cresciuta in montagna: mi è sempre stato insegnato che la montagna è bella, ma anche pericolosa. Una richiesta di danno come questa impone una riflessione”.

Riflessione che si riapre nuovamente con l’episodio di Castione. La caduta di un masso è da riconoscersi come responsabilità di un Comune? O trattasi di un rischio noto ad ogni escursionista, legato essenzialmente alla presenza sul Pianeta della ben nota forza di gravità?  

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11 Commenti

  1. Quando questi denunciatori seriali affamati di denaro inizieranno ad essere più numerosi (ed è solo questione di tempo) si troverà un pretore che, completamente ignorante della montagna, chiuderà gli accessi alla medesima.

    1. Oppure sarà d’obbligo anche per fare 4 passi:
      -Assicurazione per danni personali e verso terzi.
      -Microchip sottopelle

  2. Sarebbe interessante avere nome e cognome di tali persone… Cosí, tanto da sapere chi sono… In un mondo in cui tutti si pavoneggiano sui social perché non pavoneggiarsi anche di azioni del genere?

  3. Quanto mi piacerebbe fare due chiacchiere con il legale che ha assistito il ferito. Codice Deontologico Forense alla mano, che di sti tempi pare valere meno della carta igienica… denuncino pure, che la responsabilità aggravata per lite temeraria e relativa liquidazione del danno non gliela toglie nessuno! (sperando ci sia ancora un giudice a Berlino)

  4. Se si è guarito ed è andato autonomamente a far ricorso è stato fortunato. Se le ferite guariscono generano risposta ormetica e probabilmente ha acquisito una maggior resistenza al Covid-19, al prossimo sasso od altri malattie e/o accidenti. D’altronde se non si fidava dei sentieri segnati poteva andare fuori sentiero. L’essenziale che abbia fatto escursionismo volontariamente.

  5. Ormai Sindaci e Capisezione Cai , sono nel mirino.Temono di mettersi al servizio della comunita’ e poi in cambio..mangiarsi la casa. ..anche solo per spese legali.Finiranno per vietare con ordinanze sentieri e ferrate e vie alpinistiche.Poi chi tragredisce lo fa a suo rischio.
    E’accaduto per le piste di sci percorse dagli scialpinisti, ed anche per il fuoripista…con controlli e sanzioni e denunce ai trasgressori.
    Attualmente molte ferrate sono state chiuse, sottoposte a revisioni e restauri, e solo allafine riaperte..contanto dicertificati agli atti .Bastera’ ad evitare conseguenze legali, se dopo un temporale e’ possibile che una caduta sassi o fulmini danneggi la ferraglia e le roccette?
    Pure sui sentieri pendono ancora tronchi risalenti ( o tratti franati o sepolti da massi) al disastro Vaia.
    Mettersi un caschetto..NO???
    Poi basterebbe stipulare assicurazione ( esempio Cai o Dolomiti Emergency o privata)
    Meglio aggiungere ai cartelli di ingresso nei territori cartelli “ATTENZIONE CADUTA SASSI E TRONCHI-..e vasi di gerani…e tronchetti d ilegno da catasta..ecc. ecc.SU TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE”per avere le spalle coperte.almeno dal punto di vista legale.

  6. Il cittadino deresponsabilizzato si fa avanti, abbandona la città per avventurarsi sui sentieri alpini a cercare pretesti per lucrare denaro. Questo è il risultato di un sistema che pretende di garantire la sicurezza a tutti e nel frattempo consente ad alcune categorie di lucrare denaro. Occorre sempre un minimo di attenzione e prudenza, sia che si cammini su un marciapiede in città sia che si percorra un sentiero alpino. Anzi nell’ambiente montano é notorio che ci possono essere fattori esterni quali frane, etc, che possono creare potenziali pericoli. Occorre responsabilizzare le persone non illudere che le colpe siano ascrivibili sembre ad altri soggetti.

  7. se il fatto non è imputabile a cause derivate da attività umane andrebbe mandato a vaffa…
    Turisti da spiaggia che alcuni stanno affannandosi, anche con opere distruttive, a volerli portare a spasso

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