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Una crisi nera, da cui ci si può riprendere in fretta: i cammini nell’era del COVID-19

Intervista a Paolo Piacentini

Non tutti i sentieri italiani si svolgono in montagna. I cammini, a iniziare dalle Vie Francigene e dal Cammino di San Francesco, attirano da anni migliaia di escursionisti. Una parte di loro è mossa da motivazioni religiose, molti altri, anche se seguono un percorso di pellegrinaggio, lo fanno con spirito laico. La maggioranza dei nuovi camminatori porta il suo bagaglio nello zaino e sceglie una ospitalità povera, qualcuno preferisce dormire in albergo. Anche in Italia, come sul Cammino di Santiago e nel resto d’Europa, si moltiplicano i tour-operator che offrono il servizio di trasporto dei bagagli da un posto-tappa al successivo. 

Paolo Piacentini, presidente di Federtrek e funzionario del Ministero dei Beni Culturali, è un punto di riferimento di questo mondo variegato. “I cammini, negli ultimi anni, sono cresciuti più di tutti gli altri comparti del turismo” spiega. “E poi, dopo la crisi e la paura del COVID-19, abbiamo bisogno tutti bisogno di riavvicinarci alla natura”.  

Presidente Piacentini, in cosa consiste il suo lavoro in questi giorni?

“Sto cercando di capire, con una serie di videoconferenze, le esigenze di un mondo che è molto preoccupato. I cammini vivono anche grazie al volontariato, che può occuparsi di altre cose. Per chi ci lavora, invece, questa è una crisi nera. E l’alta stagione dei cammini è in primavera e in autunno, non in piena estate”. 

La mia impressione è che finora la politica italiana si sia accorta poco del mondo dei sentieri e dei cammini. E’ vero? Il COVID-19 cambierà le cose?

“Il Ministero dei Beni Culturali si è accorto da tempo dell’importanza dei cammini, altre amministrazioni lo hanno scoperto da poco. Però il turismo a piedi, da qualche anno, cresce con percentuali a due cifre. Ormai non vederlo è difficile”.   

Si possono fare oggi delle previsioni per i prossimi mesi?

“Certamente no. Ma nel mondo del turismo, che comprende realtà molto diverse tra loro, il settore dei cammini è uno di quelli che possono ripartire meglio. Ha bisogno di meno infrastrutture, e si rivolge al pubblico italiano”.  

L’escursionismo in giornata può ripartire facilmente, se si deve pernottare sul percorso le cose sono più complicate. Nei giorni scorsi, grazie al presidente del CAI Vincenzo Torti e al suo vicepresidente Antonio Montani, si è iniziato a discutere di un utilizzo solo parziale dei rifugi, magari con delle tende all’esterno per ridurre l’affollamento. Si può fare a qualcosa del genere per gli ostelli lungo i cammini?

“La situazione varia da cammino a cammino e da struttura a struttura. Lungo la Via Francigena, che fa tappa in città e cittadine, le cose sono certamente complicate. Però in alcuni posti-tappa ci sono degli agriturismi, o delle strutture con un giardino che può essere utilizzato. Alcuni piccolissimi ostelli avranno più difficoltà per adattarsi. Ricordiamoci che chi offre un’accoglienza povera ha dei margini economici ridottissimi”.

Può citare qualche cammino che potrà riaprire facilmente?

“Certamente la Via degli Dei, da Bologna a Firenze, che negli ultimi anni è cresciuta più di tutti gli altri cammini italiani. La seguono da anni molti ragazzi che pernottano in tenda, in tutti i posti-tappa ci sono degli spazi per campeggiare”. 

Al Sud, molti cammini si svolgono in aperta campagna, e in zone poco popolate.

“E’ vero. Tra gli itinerari che potrebbero ripartire (o partire ex-novo) facilmente sono sicuramente i tratturi del Molise, inseriti nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Oppure il Cammino di San Francesco di Paola e il nuovo Cammino Basiliano in Calabria. Ma ce ne sono altri!”

Lei ha contribuito a far nascere il Cammino delle Terre Mutate, che va da Fabriano all’Aquila toccando i borghi dei Monti Sibillini e Amatrice. In quelle zone, molte strutture lavorano grazie alle tende.

“E’ vero, e paradossalmente i luoghi colpiti dai terremoti del 2016 e del 2017 potrebbero ripartire prima di altri. In tutti i posti-tappa c’è spazio per campeggiare, non tutte le strutture in muratura sono state ripristinate dopo il sisma. Sui Sibillini alcuni rifugi utilizzano già le yurte, le tende dei nomadi dell’Asia centrale. Le persone di quelle zone sono abituate a vivere e a lavorare in una situazione provvisoria”. 

Lei ha parlato di professionalità. Ce n’è abbastanza nel mondo dei cammini? In che settori deve aumentare? La collaborazione tra professionisti e volontari funziona?

“Nel mondo dei cammini il volontariato è fondamentale, e ha il compito di diffondere i valori e la cultura del turismo lento. Poi, certamente, bisogna dare legittimità e sicurezze all’aspetto professionale. In qualche caso, le associazioni trovano difficile collaborare con le guide professioniste e i tour-operator”.

Uno storico problema dei sentieri italiani, favorito da leggi regionali diverse e spesso in contraddizione tra loro, è la competizione tra le guide ambientali escursionistiche e gli accompagnatori di media montagna. La crisi causata dal COVID-19 può spingere verso una soluzione?

“Me lo auguro proprio. L’AIGAE, alla quale aderiscono le guide ambientali escursionistiche, lavora molto sui cammini, e ha già inviato un promemoria con le sue proposte al Ministro Franceschini. Mi auguro che la “guerra” con gli accompagnatori di media montagna finisca”. 

 Com’è possibile, per chi lo osserva dall’esterno, seguire le preoccupazioni e le proposte del mondo dei cammini?

“Ci sono molte fonti, e il mondo dei cammini è plurale per definizione. In questi giorni, sulla pagina Facebook Io cammino in Italia, creata da Alberto Conte, si leggono molto interventi importanti”.  

SLOWMOUNTAIN è l’essenzialità delle azioni, delle cose, del tempo che non è mai troppo o poco, ma giusto.
Si può arrampicare, salire un 8000, percorrere un sentiero, visitare un rifugio o una malga, salire una ferrata e guardare un panorama in modo lento.
SLOWMOUNTAIN è il modo di ritrovare la libertà, la natura e per vivere di nuovo.

Agostino Da Polenza

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Un commento

  1. PREVEDO UNA DIFFUSIONE VIRALE DELLA MASCHERA GONFIABILE “SOFFIO”, IDEA TUTT ITALIANA UTILE PER MANGIARE E BERE IN SICUREZZA ANCHE IN VICINANZA…. SERVIRA’ ANCHE PER RUTTO LIBERO DOPO BIRRA?POI SI INDOSSA UNA MASCHERINA A FINE PRANZO.DA PORTARE ASSIEME A SCACCOLETTO

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