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Come cammineremo nei Parchi? Il vademecum di Federparchi, le risposte di Gran Paradiso e Abruzzo, Lazio e Molise

Gli italiani sono tornati sui sentieri, e i Parchi nazionali e regionali si sono rapidamente affollati. Certo, sulle vette del Gran Paradiso, del Gran Sasso e dell’Ortles la neve la fa ancora da padrona. Ma dalle Foreste Casentinesi alla Majella, e dalle Dolomiti Bellunesi al Pollino, decine di migliaia di persone sono tornate nel loro ambiente preferito. 

All’inizio del prossimo giugno, con la possibilità di attraversare i confini regionali (provinciali per chi risiede in Trentino, in Alto Adige, in Liguria e nel Lazio), il terreno di gioco per chi ama camminare ridiventerà vastissimo. Sul come affrontare le escursioni, invece, il dibattito è aperto. Non parliamo dell’uso di rifugi e bivacchi, un tema su cui si è concentrata da settimane l’attenzione del Club Alpino Italiano. 

Qualche giorno fa Federparchi, la federazione che raggruppa i gestori delle aree protette italiane, ha proposto ai Parchi, agli enti locali e al vasto pubblico dei frequentatori il suo Vademecum anticontagio elaborato insieme ai direttori dei Parchi stessi, all’Ente Roma Natura e all’Università Campus Biomedico di Roma. Molte prescrizioni, come l’obbligo di usare le mascherine e igienizzare le mani, sono le stesse che i decreti del Governo prevedono per molte altre attività, dallo shopping all’uso dei mezzi pubblici. Altre sono più specifiche, e fanno intravvedere un escursionismo diverso da quello che siamo abituati a praticare.

Le regole del vademecum

Le visite nelle aree naturali protette saranno effettuate previa la elaborazione di un rigoroso sistema di prenotazione online” scrive infatti Federparchi. All’inizio della visita guidata è previsto uno screening con tanto di misurazione della temperatura corporea. I gruppi non devono superare le 12 persone, la mascherina è obbligatoria durante le spiegazioni e le soste ma anche nei tratti facili del percorso, e può essere tolta solo “nei momenti in cui la salita e la difficoltà del percorso richiedono un corretto afflusso di aria”. In questo caso la distanza da mantenere tra le persone sale a due metri, come per il jogging nelle aree verdi cittadine. In caso di infortunio o malore di un partecipante, la guida deve indossare un apposito kit di protezione, e seguire un protocollo preciso. 

Il commento dei direttori dei parchi nazionali Gran Paradiso e Abruzzo, Lazio e Molise

Leggendo il Vademecum di Federparchi, sembra evidente che sia stata presa in considerazione solo una parte dei frequentatori, quelli che scelgono le visite guidate. “Non possiamo controllare tutto e tutti, siamo e saremo responsabili solo per le attività organizzate direttamente da noi” commenta Antonio Mingozzi, direttore del Parco Nazionale del Gran Paradiso. “In questo senso, le regole di Federparchi sono semplicemente dei buoni consigli, che valgono dentro e fuori dalle aree protette”. Per Mingozzi, la fase che inizia in questi giorni creerà delle possibilità inaspettate, e porrà dei problemi importanti. “I Parchi sono delle grandi aree di salute, di sicurezza, di naturalità. E le settimane che abbiamo appena vissuto hanno fatto capire questa cosa a molte persone che prima non ci pensavano proprio”. 

Nei giorni scorsi, l’afflusso verso le aree verdi cittadine è stato imponente. Se questo afflusso, nelle prossime settimane, dovesse trasferirsi nelle aree protette, il Gran Paradiso e gli altri Parchi italiani avranno una grande possibilità e un problema di affollamento. Almeno su alcuni itinerari. Noi stiamo preparando un’ampia offerta di escursioni gratuite, per piccoli gruppi, rivolte a far capire il valore della natura e del Parco. I visitatori più esperti e sportivi possono organizzarsi da soli” conclude il direttore. 

Anche secondo me, il Vademecum di Federparchi schematizza un po’ troppo una realtà complessa. L’escursionismo nei Parchi nazionali o regionali non è la visita in gruppo a un museo” aggiunge Luciano Sammarone, direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “Certo, nella nostra area protetta, esistono già da anni delle aree dove l’accesso nei periodi più delicati è a numero chiuso. Penso a Forca Resuni e alla Val di Rose, alla vetta della Meta, alle creste del rifugio di Jorio” prosegue il direttore del PNALM. “Se in estate ci troveremo di fronte a un afflusso eccessivo, possiamo utilizzare la nostra esperienza per limitare l’accesso ad altre zone”. 

Nelle aree frequentate per brevi passeggiate e per picnic, come la Camosciara e la Val Fondillo, possiamo limitare l’accesso dei visitatori semplicemente riducendo il numero dei posti-auto nei parcheggi, come fa già il Parco svizzero dell’Engadina. Chi non trova posto deve proseguire, e cambiare la destinazione della gita” spiega ancora Luciano Sammarone. 

In questo momento, però, mi preoccupo esattamente dell’opposto. Questi mesi di lockdown hanno ridotto la capacità di spesa di milioni di italiani, e hanno colpito duramente l’economia turistica. Qui da noi, dopo un inverno senza neve, è arrivata una primavera senza il turismo scolastico, fondamentale per le strutture ricettive e per le guide. Se in estate avremo troppo turismo saremo capaci di affrontarlo. Intanto, però, dobbiamo sperare che il turismo ci sia”. 

SLOWMOUNTAIN è l’essenzialità delle azioni, delle cose, del tempo che non è mai troppo o poco, ma giusto.
Si può arrampicare, salire un 8000, percorrere un sentiero, visitare un rifugio o una malga, salire una ferrata e guardare un panorama in modo lento.
SLOWMOUNTAIN è il modo di ritrovare la libertà, la natura e per vivere di nuovo.

Agostino Da Polenza

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4 Commenti

  1. Dove è riportato che nel Lazio e nelle altre regioni citate rimane il vincolo provinciale? Nell’ordinanza emanata da Zingaretti del 16/05/2020 non ce n’è menzione,
    Grazie

  2. Si certo. Prenotazioni e misurazione della temperatura per entrare in un parco di millemila metri quadrati e poi ressa fuori dal bar per l’aperitivo…

  3. Dove potrò avere delucidazioni per la correttezza mia e della mia famiglia nel Parco nazionale del Gran Paradiso? Grazie!

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