Weekend nero in montagna, tra incidenti mortali in fuoripista e su cascate di ghiaccio
Ancora un weekend tragico sulle montagne italiane. Molteplici gli incidenti mortali sull’arco alpino e in Appennino.
Due incidenti sulle cascate di ghiaccio
Nel primo pomeriggio di sabato, un uomo è morto precipitando dalla cascata di ghiaccio Carpe Diem, in Val Visdende a Santo Stefano di Cadore. A perdere la vita un ice climber austriaco di 56 anni. L’uomo aveva appena terminato la scalata insieme alla moglie ed era alla sosta. A scendere per prima la donna, quando è toccato al marito, l’uomo è invece precipitato nel vuoto, fermandosi un centinaio di metri più sotto in una fessura tra la cascata e una vecchia slavina. L’allarme è scattato verso le 13. Sul posto sono sopraggiunti l’eliambulanza del Suem di Pieve di Cadore e una squadra del Soccorso alpino della Val Comelico e della Guardia di finanza. I soccorritori hanno raggiunto il corpo della vittima, constatandone il decesso. Ottenuto il nulla osta da parte della magistratura, il corpo è stato recuperato.
Un secondo ice climber è da ieri ricoverato in condizioni gravissime al Cto di Torino, dopo essere precipitato da una cascata di ghiaccio in alta valle Varaita, nel comune di Bellino (CN). Secondo le ricostruzioni, l’uomo era intento a scalare da solo la cascata Ciucchinel, la prima cascata di ghiaccio salita in Italia, da cui si può ammirare il Monviso. Arrivato a quota 1800 metri di quota, quasi al termine della salita, sarebbe precipitato nel vuoto per circa 100 metri. A dare l’allarme alcuni alpinisti che, impegnati in un’escursione nella zona, l’hanno trovato privo di sensi. Le operazioni di soccorso, condotte dagli operatori del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, sono durate oltre un’ora a causa del luogo impervio. Morfea è stato poi elitrasportato al Cto con gravi traumi al torace e al cranio.
Una vittima sul monte Legnone
Nella giornata di sabato, un altro escursionista è morto sulle montagne di Lecco. L’uomo era impegnato in una escursione sul monte Legnone (2609 metri) quando, per cause ancora da chiarire, sarebbe precipitato per diversi metri. L’incidente è avvenuto nella zona del bivacco Silvestri, anche noto come Cà de Legn, sul versante occidentale della montagna, lungo il sentiero che sale dai Roccoli Lorla.
Secondo le prime ricostruzioni, l’escursionista avrebbe perso l’equilibrio, senza riuscire ad aggrapparsi alla catena di sicurezza, mentre percorreva il traverso che precede il bivacco, insieme ad un amico. È stato quest’ultimo a lanciare l’allarme, poco prima delle 10 del mattino Da Sondrio è immediatamente partito l’elisoccorso. Allertata anche una squadra della XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino – Stazione Valsassina pronta a intervenire in caso di necessità. L’equipaggio a bordo dell’elicottero ha individuato il corpo della vittima, ma una volta giunti sul posto non è stato possibile far altro che constatare il decesso e procedere al recupero della salma.
Due snowboarder muoiono in fuoripista
Sabato 15 febbraio uno snowboarder è deceduto durante un fuoripista sul Corno alla Scale, sull’Appennino tosco-emiliano. Il corpo della vittima è stato avvistato da una coppia di escursionisti lungo il sentiero Cai 337, nel tratto che dal Cavone porta alla Valle del Silenzio. L’uomo è stato ritrovato senza documenti e privo di uno scarpone, probabilmente perso nella caduta. Immediata la chiamata al 118.
La Centrale operativa di Bologna ha inviato sul posto l’ambulanza di Lizzano, la Squadra medicalizzata del Soccorso Alpino e Speleologico, stazione Corno alle Scale. Una volta giunti sul posto, i tecnici CNSAS hanno richiesto l’intervento di un elicottero del 118, avendo constatato che il paziente fosse ancora vivo ma incosciente e con una grave difficoltà respiratoria. Lo snowboarder è stato immobilizzato, imbarellato e trasportato, assicurando la barella alle corde, in discesa verso il Cavone, dove era intanto atterrato l’elicottero. Il personale sanitario dell’elisoccorso ha provveduto a stabilizzare il paziente, che è stato trasportato all’ospedale Maggiore di Bologna in codice di massima gravità, dove è deceduto nelle ore successive.
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della locale stazione di Lizzano in Belvedere. L’assenza di testimoni, nonché il mancato ritrovamento dello scarpone e dello snowboard, hanno reso complessa la ricostruzione dell’incidente e l’ipotesi di un orario in cui si sia verificato. Secondo la prima ricostruzione, realizzata dai carabinieri di Lizzano in Belvedere seguendo le tracce di sangue, la vittima era impegnata in una escursione nel Parco del Corno alle Scale, alla ricerca di condizioni di innevamento idonee per fare una discesa con la tavola. Probabilmente a tradirlo è stata una sottostima del pericolo legato al gelicidio, che in questo periodo sta rendendo molto poco sicuri i sentieri all’interno del Parco. Arrivato nel tratto che porta dal Cavone alla Valle del Silenzio, sarebbe scivolato attraverso i boschi fino alla radura che costeggia il fiumiciattolo.
Partito da casa con l’idea di ispezionare un’area fuoripista, l’uomo non risulta avesse acquistato lo skipass. La società che gestisce gli impianti in zona ha colto l’occasione per raccomandare anche agli escursionisti esperti, di informarsi sempre sulle condizioni climatiche e ambientali del parco, per evitare di trovarsi in difficoltà.
Un secondo snowboarder ha perso la vita domenica 16 febbraio durante un fuoripista nel comprensorio di San Domenico di Varzo, nel Verbano-Cusio-Ossola. A lanciare l’allarme i compagni che, non vedendolo tornare a valle, hanno contattato il servizio di soccorso piste, che a sua volta ha allertato la centrale del soccorso alpino e speleologico piemontese. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato alla base di un salto di roccia dove sarebbe avvenuta la caduta. Al recupero hanno lavorato i tecnici insieme con i colleghi della guardia di finanza e l’equipe sanitaria del 118 che ha raggiunto l’area con l’elicottero.
Conosco bene il comprensorio di San Domenico e OGNI ANNO SEMPRE NELLO STESSO POSTO qualcuno (quasi sempre snowborder) muore…un incidente analogo l’anno passato e addirittura un altro una settimana fa; ci sono i cartelli che vietano il fuoripista e in questo periodo il manto nevoso è spesso durissimo e senza neve nuova perchè soffiata via dal vento fortissimo dei giorni scorsi….ma non c’è nulla da fare quando il pressapochismo e la spavalderia surclassano la prudenza
Anch’io scio al ciamporino…ma quale sarebbe la zona dell’incidente?
quale comprensorio? sono 4 piste in croce, con una sola seggiovia “anni ’70” da San Domenico, ci sono stato a sciare una sola volta l’anno scorso…mai più!