Sport estremi

Mike Horn e Borge Ousland raggiungono il Polo Nord

Mike Horn e Borge Ousland hanno raggiunto il Polo Nord, a un mese dall’inizio della traversata a piedi e con gli sci del Mar Glaciale Artico.

“Finalmente ce l’abbiamo fatta!”, si legge nel post carico di emozione pubblicato sui social di Horn nella sera del 28 ottobre. “Come stiamo festeggiando? Con una grande fetta di torta imbevuta di alcol!”.

Un ottimo modo per celebrare un traguardo in cui non hanno mai smesso di sperare i due esploratori. Una torta non da poco, vecchia ricetta dello chef stellato Philippe Rochat, amico di Mike. “Una torta di frutta candita imbevuta di rum in grado di non andare a male né congelarsi neanche alle temperature più basse. Che lusso poter mangiare qualcosa di così delizioso in uno dei luoghi più remoti del Pianeta!”.

Il viaggio fino al Polo Nord è stato arduo. Una distanza già di per sé ingente, resa ancora più dura da affrontare a causa delle pessime condizioni del ghiaccio, alle ampie aree di mare aperto, ai forti venti, alla notte polare in lento avanzamento. “Non abbiamo mai perso la speranza e non ci siamo mai dati l’opzione del fallimento. Anche se il Polo è di fatto solo una posizione GPS su una mappa, oggi abbiamo raggiunto una pietra miliare. Superare il Polo significa che da questo istante in poi ogni passo sarà un passo che ci porterà più vicini a casa”.

Le immagini inviate dal 90° parallelo mostrano “due uomini estremamente stanchi” ma felici.

“La fatica non può durare per sempre ma la gioia che segue un successo personale è eterna, conclude Mike. “Sono le esperienze e le emozioni che affrontiamo che aggiungono valore alle nostre vite, dunque non smettete mai di vivere una vita piena di esperienze e di emozioni”.

Una volta terminata la torta alcolica, Mike e Borge inizieranno a marciare verso Sud, per andare incontro alla Pangaea, la barca che li recupererà laddove il ghiaccio cede il posto al mare aperto della Norvegia, al di sopra dell’arcipelago delle Svalbard.

Un mese tra i ghiacci artici

“Stiamo festeggiando il nostro primo mese sul ghiaccio – raccontava pochi giorni fa Mike Horn – assurdo come vola il tempo!”

La luce del sole, con l’appropinquarsi della notte polare, ha iniziato ad affievolirsi fino a scomparire, lasciando nel buio le infinite distese bianche dell’Artico.

“Le giornate sono generalmente nuvolose e grigie e le notti stanno diventando più lunghe e buie. Abbiamo iniziato ad utilizzare le frontali e da ora in avanti questo semplice strumento diventerà per noi vitale”.

Un mese di sfida, due uomini contro la natura più estrema. Ogni giorno vissuto in un turbinio di pensieri sul presente, su questa avventura da portare a termine, ma anche inevitabilmente sulla vita. Tante le difficoltà quotidiane da affrontare, complicate da immaginare per chi segue da casa.

“È una lotta costante quella di mantenere noi e il nostro equipaggiamento asciutti”, raccontava Horne a un grado di latitudine dal Polo. “Anche se le temperature sono basse, continuiamo a sudare mentre camminiamo. Il sudore congela sugli abiti, così che i nostri corpi finiscono per raffreddarsi molto più in fretta. Dunque dobbiamo stare attenti a non sudare troppo o asciugare il vestiario ogni volta che ci è possibile”.

L’utopia del ghiaccio solido

Per settimane abbiamo sentito l’esploratore sudafricano annunciare che “a breve saremo su ghiaccio stabile”. Condizione che si è rivelata fino all’ultimo pura utopia a causa dei cambiamenti climatici che hanno portato a una espansione delle aree di mare aperto anche alle latitudini più estreme. Persino nelle notti in cui sono riusciti a trovare una piccola area solida su cui piantare le tende, al termine di una giornata di traversata su ghiaccio fragile, hanno dovuto affrontare il timore dell’arrivo di una tempesta in grado di “rompere il ghiaccio che ci circonda e lasciarci andare alla deriva nella notte”.

Procedere giornalmente in simili condizioni determina un forte dispendio di energie e riduce la velocità di progressione, “soprattutto ora che le temperature scendono fino a -38°C. Il movimento di deriva verso Sud ha iniziato a diminuire ma resta una sfida giornaliera. È come se l’Artico si muovesse su una pista da ballo”. 

Puntando al Polo con felicità

Come sempre accade quando una meta si fa più vicina, questa lista di difficoltà quotidiane è diventata meno pesante negli ultimi giorni per Mike e Borge. La bellezza dell’Artico ha rappresentato l’arma con cui vincere la stanchezza e i pensieri negativi.

“Ciò che ho capito in questa circostanza è che c’è sempre qualcosa per cui valga la pena essere felici – scrive Horn – Sì, ci sono momenti in cui le cose non vanno nel verso giusto ma è in questi momenti che è importante almeno provare a trovare elementi positivi. Sta tutto nel modo in cui percepiamo e guardiamo le cose. Per raggiungere un obiettivo nella vita devi essere prima di tutto sicuro di farlo per delle giuste ragioni. E una volta che tali ragioni sono allineate, preparati a combattere per spostare il tuo percorso quanto più lontano dalla tua comfort zone per raggiungere quell’obiettivo. Ora che è fatta, possiamo dirvi che è possibile. Le uniche persone che possono fare la differenza nella nostra vita siamo noi stessi”.

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