Cronaca

Monte Bianco. Tenta di salire con il figlio di 10 anni. Bloccato dalle autorità francesi

Un alpinista russo, intenzionato a salire in vetta al Monte Bianco in compagnia del figlio di 10 anni, è stato bloccato dalle autorità francesi prima di intraprendere la salita.

Una ennesima vicenda che ha turbato nuovamente l’animo del sindaco di Saint-Gervais-les-Bains Jean-Marc Peillex. Ripresosi appena dalla problematica del vogatore abbandonato a 4.000 metri di quota, si è trovato a dover affrontare una vicenda delicata.

“Non c’è regolamentazione in Francia che vieti l’accesso sulle vette a bambini o anche a donne incinte – ha dichiarato Peillex – Ma a certe altitudini vale lo stesso il principio che non si può mettere in pericolo la vita degli altri”.

Padre e figlio bloccati al Nido dell’Aquila

Domenica mattina l’alpinista 45enne è stato notato in compagnia del figlio da un controllore sul treno a cremagliera che conduce al Nido dell’Aquila, località a 2.300 metri d’altezza, da cui si può iniziare la salita al Monte Bianco. La presenza di “un bambino in tenera età”, come definito dal sindaco Peillex, pronto a salire sul Bianco, ha lasciato perplesso il controllore che ha così allertato le autorità.

Oltre alla giovanissima età del bambino, anche le condizioni atmosferiche sono risultate non idonee alla salita in mattina. Inoltre il padre non era in possesso della prenotazione in rifugio obbligatoria per salire sul Bianco.

L’uomo è stato raggiunto e si è cercato di dissuaderlo dal procedere. Una operazione educativa quella portata a termine dalle autorità, che hanno evidenziato i pericoli eventuali che il ragazzino avrebbe corso durante una simile scalata. I rischi legati alla quota e alla mancanza di ossigeno risultano infatti superiori per i bambini rispetto che per gli adulti. Parole che sono state sufficienti per far ritornare il papà sui suoi passi.

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2 Commenti

  1. Beh però qui è tutto un altro conto!! Mio papà mi ha portato sul Rosa a 8 anni e non smetterò mai di ringraziarlo per essersi sempre preso il rischio di farmi fare esperienze meravigliose (cosa oramai troppo rara).. ma soprattutto mi ha portato giù a differenza di quello st** con il vogatore!!

  2. Messner a 5 anni fu portato dal padre sulle Odle, la cui scalata del Sass Rigais divenne così la sua prima ascensione. E’ anche vero che rispetto al Monte Bianco si sta parlando di quasi 2000 metri di differenza e non si discute sugli effetti della mancanza di ossigeno su un bambino di 10 anni che avrà una probabilitià su infinti casi di diventare il nuovo Messner ma non mi piace il divieto a prescindere. Non parlo di questo caso, secondo me le autorità hanno fatto bene, ma più per l’altitudine rapportata all’età che per la difficoltà e il pericolo. L’accento va posto sull’idea che l’uomo comune ha della montagna: ogni giorno bombardato da immagini sensazionali, imprese epiche tuttavia non descritte minuziosamente soprattutto nelle difficoltà tecniche e negli infiniti allenamenti, 8000 che vengono scalati come nulla fosse restano impressi nella mente di chi non ha molta dimestichezza e si convince che con qualche migliaio di euro di buona attrezzatura il gioco è fatto. E’ qui che deve avvenire un cambio di cultura: spiegare e porre l’accento sulle difficoltà, ancor prima di spiattellare ai 4 venti le decine di imprese e scalate compiute da professionisti o amatori adeguatamente preparati. La TV passa il messaggio contrario:la montagna, con la tecnologia, è raggiungibile da quasi tutti.

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