Sicurezza in montagna

Giorgio Gajer: sulle piste più utili i pittogrammi, ma sui sentieri il bilinguismo è fondamentale

Dopo l’incidente con lo slittino in Alto Adige che ha causato la tragica morte di una bambina di 9 anni, si è tornato a parlare di bilinguismo nella regione. Sotto accusa infatti c’è anche un cartello di segnaletica del comprensorio con la scritta di divieto di discesa con lo slittino solo in tedesco.

Abbiamo voluto affrontare il tema con Giorgio Gajer, Presidente del CNSAS dell’Alto Adige.

Pittogramma di divieto di scialpinismo

Oramai l’utenza che arriva in Alto Adige non è solo italiana o tedesca, ci sono molti sciatori dei paesi dell’est, russi, inglesi. Bisognerebbe quindi inserire sui cartelli quattro, cinque lingue – ci spiega -. Per questo una segnaletica che predilige il pittogramma, molto grande e molto evidente – che indica per esempio il divieto di scendere con lo slittino, di salire con le pelli o a piedi sulle piste –è più utile e dovrebbe essere preferita rispetto allo scrivere in tante lingue essendo più chiara, immediata, diretta da leggere, come quando si guida in strada e ci sono i cartelli di divieto di accesso, o i limiti di velocità”. “Un’idea potrebbe essere quella di creare una cartellonista di questo tipo comune a tutti i comprensori delle Alpi” conclude Gajer.

Diverso è invece è il discorso che riguarda il bilinguismo nella toponomastica dei cartelli sui sentieri in montagna: “E’ essenziale, è una questione di sicurezza: serve per chi chiama i soccorsi e per chi deve intervenire. Se un italiano è abituato a chiamare e conoscere un posto con un determinato nome in italiano, se questo viene cancellato e mantenuto solo il tedesco, l’escursionista potrebbe avere difficoltà a ricordare o riferire dove di trova in caso di necessità. Non è una questione di polemiche sul bilinguismo, ma, ripeto, solo di sicurezza: è prioritario che chi va in montagna possa dire con facilità dove si trova e che chi riceve il messaggio per mandare l’aiuto capisca”. A tale scopo in alcune località montane, anche in Alto Adige, sui cartelli ora si possono trovare le coordinate GPS.

Nell’oramai lontano 2011 c’era stata una discussione tra la provincia di Bolzano e il CAI, il quale aveva bocciato con forza la sostituzione sulla segnaletica sentieristica in montagna della toponomastica a favore di pittogrammi. “E’ inutile inserire su un cartello in montagna il simbolo per esempio di una cascata al posto del suo nome quando è conosciuta in un certo modo. I pittogrammi nella segnaletica in montagna devono essere eventualmente un di più, magari all’inizio dei sentieri per dare alcune indicazioni di sicurezza come per esempio la necessità di una determinata attrezzatura o per segnalare il pericolo valanghe. Tutto questo deve però essere solo un supporto ad una segnaletica chiara e bilingue”.

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4 Commenti

  1. Ormai nel mondo globalizzato…solo due lingue non bastano…almeno i pittogrammi, se ben studiati, sono comprensibili da parte di una platea piu’ vasta.
    Ci vorrebbero anche per il regolamento condominiale standard, le regole di comportamento urbano…
    Certi avvisi per la circolazione stradale, su piste sci ed escursioni, sono talmente fitti di termini, orari , eccezioni ecc. che se ci si mette a leggerli per bene…si forma dietro una coda strombazzante e insultante a gesti.Un buon simbolo di divieto con segnale obliquo e disegnetto stilizzato si coglie al volo.Esempio all’ingresso ingresso in parchi , campeggi, e chiese di localita’ balneari.

  2. Per favore, non inquinate la montagna con i vostri maledetti cartelli, lo avete già fatto sulle strade e nei boschi. Ce ne sono tanti, ma tanti che nessuno li guarda più e neanche li rispetta. Cercate di imparare dal passato.

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