Lampada frontale: come usarla per chiedere aiuto
Oltre a consentire di orientarsi nel buio, la frontale può diventare una preziosa alleata in casi di emergenza. Ecco i segnali d’allarme da lanciare nella notte
La lampada frontale rappresenta una delle componenti dell’equipaggiamento necessario ad affrontare in sicurezza uscite in quota che è bene non dimenticare mai a casa. Indipendentemente dalla stagione e dunque dal numero di ore di luce previste, indipendentemente dalla lunghezza e complessità dell’itinerario prescelto. Per quanto si possa essere attenti in fase di pianificazione, non si possono escludere imprevisti che portino a ritrovarsi, anche in maniera inaspettata, in condizioni di buio. Oltre a consentire di orientarsi in assenza di luce (a proposito, controllare sempre prima di partire che le batterie siano cariche o metterne di nuove nello zaino per ogni evenienza), la frontale può diventare una preziosa alleata in casi di emergenza. La si può infatti utilizzare per lanciare segnali d’allarme luminosi. Come? A spiegarlo nel dettaglio è il Soccorso Alpino Veneto.
Come chiedere aiuto con la frontale?
“Con gli sci o a piedi, sono sempre numerosi gli appassionati che, indossata una potente frontale, effettuano escursioni nelle ore serali dell’inverno o in notturna oppure rientrano da gite ben attrezzati per il buio. Potrebbe altresì succedere che qualcuno abbia effettivamente bisogno di aiuto e c’è chi si preoccupa vedendo segnali luminosi, magari persistenti o intermittenti, provenire da zone in alta quota – scrive il Soccorso Alpino Veneto – . Esiste un sistema di richiesta di aiuto con segnali luminosi (come vocali o con il fischietto), viene definito ‘segnale di soccorso alpino’ e venne ideato nel 1894 da Clinton Thomas Dent.
Consiste in una serie di 6 flash luminosi – o grida o fischi – emessi in un minuto – un flash/fischio ogni 10 secondi – e deve essere ripetuto alternando ad una attesa di un minuto la successiva serie. Chi osserva, per far capire di aver ricevuto la segnalazione, dovrà a sua volta indirizzare 3 flash al minuto (con la luce del cellulare, se non si ha una pila) quindi un segnale ogni 20 secondi, attendendo un minuto tra una serie e l’altra.
Ricordiamo il più antico dei sistemi di segnalazione, ovvero quello dell’SOS che utilizza l’alfabeto morse (3 punti, 3 linee, 3 punti), da trasformare in 3 flash brevi, 3 flash lunghi, 3 flash brevi, ripetuto 3 volte. Molte frontali e torce sono già provviste del sistema SOS automatico. Per chi si preoccupa talvolta è sufficiente osservare un po’ più a lungo le luci, per sincerarsi che si tratti di qualcuno che si sta spostando illuminando il suo cammino, ma, in caso di incertezza, sempre meglio contattare il 118.”