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Valanghe: 10 consigli delle Guide alpine per limitare al massimo il rischio

La neve è arrivata e in moltissimi sono tornati sui pendii in quota. I suggerimenti dei professionisti della montagna per muoversi su terreno innevato con consapevolezza

Le abbondanti nevicate del fine settimana hanno invogliato gli scialpinisti a montare le pelli e a buttarsi nella fresca. Ma attenzione: la perturbazione che tra venerdì e domenica ha interessato l’arco alpino ha portato neve per lo più bagnata e pesante, su un fondo già abbastanza trasformato e liscio (in quanto non nevicava da tempo) e con temperature che sono rimaste piuttosto elevate.

La perturbazione ha scaricato maggiormente nella zona a ovest e in quella centrale dell’arco alpino, meno in quella a est. La quota neve è stata abbastanza alta (sopra i 1500 metri) mentre, già intorno ai 1300/1400 metri in molti casi ha piovuto. Il vento, talora anche forte, già dalla giornata di sabato ha determinato la formazione di accumuli. Nella giornata di lunedì il grado di pericolo è stato di livello 3 (marcato) sulle Alpi Graie di confine con la Francia, sulle Pennine e Lepontine al confine con la Svizzera, sulle Retiche occidentali e centrali, sulle Prealpi Orobie e in Adamello. Sul resto delle Alpi il pericolo è stato tra debole e moderato. In diverse zone, soprattutto sui pendi più ripidi e esposti a sud, si sono verificati fenomeni valanghivi anche di dimensioni ragguardevoli.

Per queste ragioni sia oggi (martedì) che domani il manto nevoso rimane ancora non assestato, situazione che dovrebbe migliorare nella seconda parte della settimana. La scelta migliore sarebbe attendere fino al weekend per dedicarsi al fuoripista o alle gite (anche con ciaspole). Non tutti resistono e comunque la situazione si ripeterà. Ecco allora i suggerimenti di Giacomo Casiraghi, istruttore delle guide appartenente al Collegio Guide Alpine Lombardia, per muoversi su terreno innevato con consapevolezza.

  1. È fondamentale avere piena consapevolezza delle proprie capacità e conoscenze di valutazione dell’ambiente innevato. Spesso si pensa, erroneamente, di poter affrontare gli stessi itinerari che si percorrono in estate anche in presenza di neve. Inoltre la lettura del manto nevoso non è facile e neppure scontata, non a caso esistono corsi appositi.
  2. Avere una conoscenza specifica dell’area in cui ci si vuole muovere. Ovvero, non affrontare itinerari che non si conoscono se le condizioni non permettono di raggiungere un livello di rischio tollerabile.
  3. Programmare la gita con attenzione significa anche consultare il bollettino valanghe senza accontentarsi della sola valutazione del grado di pericolo, ma andare a leggere tutte le informazioni che questo prezioso strumento ci fornisce (tipologia di neve presente al suolo, tipologia di valanga che potrebbe formarsi e quota indicativa, esposizione, presenza di vento).
  4. Oltre al bollettino valanghe è chiaramente obbligatorio consultare anche le previsioni meteo.
  5. Chiedere informazioni sulle condizioni dei pendii a chi conosce bene la zona o a chi ha avuto modo di valutarla (spesso i rifugisti o le guide locali possono aiutare a togliere ogni dubbio).

  1. Pianificare l’itinerario anche in rapporto alle ore di luce a disposizione: le giornate sono ancora corte ed è quindi bene non programmare gite troppo lunghe se non si è certi di poterle portare a termine prima che faccia buio.
  2. Muoversi con tutta l’attrezzatura adeguata al tipo di gita oltre che con quella obbligatoria (artva, pala e sonda). Inoltre, accertarsi sempre di essere in condizione di poter attivare i soccorsi (che vanno allertati solamente in caso di necessità reale!), quindi di disporre di un cellulare, delle App apposite o di un dispositivo satellitare a seconda della copertura nella zona in cui si effettua l’escursione.
  3. Valutare la condizione psicofisica, in quel preciso giorno, propria e dei componenti del gruppo.
  4. Non muoversi mai da soli (cosa che rende impossibile la richiesta dei soccorsi in caso di incidente), ma neppure in gruppi troppo numerosi (il rischio di valanga aumenta in maniera proporzionale a quanto viene sovraccaricato il pendio).
  5. Per qualsiasi dubbio o incertezza affidarsi a un professionista.
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