CronacaSicurezza in montagna

Tre interventi in montagna per morsi di vipera nel weekend, come comportarsi?

Tre incidenti simili, accaduti tutti nel weekend. Una ragazza di 16 anni olandese è stata soccorsa con l’elicottero a Cogne sul Col Loson, 3200 metri, per il morso di una vipera che le ha provocato uno shock anafilattico. In Val Clavalité, zona Fenis, un altro ragazzo ventenne è stato portato all’ospedale Parini di Aosta dall’elisoccorso sempre per un morso di una vipera, anche un questo caso è avvenuta una reazione allergica. Medesima sorte per una donna 52enne, trasportata d’urgenza all’ospedale San Martino di Genova, morsicata da una vipera durante un’escursione sul Monte Moro nell’entroterra del levante genovese, 

Tre fatti di cronaca che ci ricordano che, nonostante i rischi siano molto bassi in Italia, è meglio non abbassare la guardia riguardo al pericolo della vipere durante le escursioni in montagna.

Ma cosa fare in caso di morso?

Prima di tutto bisogna sapere che in almeno il 30 per cento dei casi il morso è “secco”, ossia non vi è iniezione di veleno, non sempre la dose iniettata risulta tossica e quasi mai mortale. Il veleno produce segni e sintomi locali che compaiono entro pochi minuti: gonfiore, eritema o arrossamento, dolore locale ed ecchimosi, dovuti al danno tissutale locale e dell’endotelio. Se il dolore locale non compare entro tre ore, si può escludere l’intossicazione. I sintomi sistemici, invece, possono esordire dopo alcune ore, ma di solito si manifestano appieno entro 24 ore dal morso e possono essere: nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, dolori muscolari o articolari, abbassamento della pressione arteriosa, senso di vertigine e turbe a carico del sistema nervoso.

In caso un compagno di gita sia morso da una vipera, è importante tranquillizzare il soggetto. La zona del morso deve essere accuratamente disinfettata. Si devono rimuovere anelli, orologi, o bracciali. Si deve immobilizzare la zona sede del morso per rallentare la diffusione del veleno, ricorrendo ad un bendaggio modestamente compressivo. Immobilizzare l’arto sede del morso. Comprimere la zona colpita nel caso il morso sia localizzato al collo, o al capo o al torace. In ultimo, procedere ad un immediato trasporto in ospedale (elicottero, auto, ambulanza).

Cosa invece non fare: non si devono assolutamente incidere la cute nella sede del morso o applicare un laccio emostatico, né si deve effettuare una suzione del veleno. Non si deve iniettare siero antivipera al di fuori dell’ambiente ospedaliero, sia perché il siero si inattiva rapidamente dopo alcune ore a temperatura ambiente, sia per il rischio di anafilassi. É bene sapere che il panico può, talvolta, essere più pericoloso del morso stesso. Inoltre non somministrare alcoolici poiché hanno un effetto depressivo sul sistema nervoso e vasodilatatore periferico, favorendo l’assorbimento del veleno.

Qualche consiglio di prevenzione: Calzare scarpe alte, adatte a passeggiate in montagna, indossare calzettoni al ginocchio, utilizzare un lungo bastone per battere il cammino e far scappare le vipere, evitare di sedersi su pietraie e sassi e non infilare le mani in cavità di alberi o altri buchi. 

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