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Federica Brignone: «La mia avversaria più temibile, sono io!»

È una Federica Brignone sorridente e carica di positività quella che abbiamo incontrato alla presentazione della nuova collezione Rossignol 2018-2019 di cui lei è testimone per la linea Apparel. Siamo a Milano in una calda e soleggiata giornata di giugno, lei è appena tornata dalla palestra dove si sta preparando per la nuova stagione in pista, che ancora sembra lontana ma in realtà è dietro l’angolo. «Ad agosto si parte per il Cile e poi per l’Argentina», dice Federica, «poi si torna in Italia e a ottobre ricominciano le gare».

Tante le atlete da battere, per portare a casa l’agognata medaglia, prima tra tutte Mikaela Shiffrin, che «non perde un colpo». «Ma l’avversaria che temo di più sono sempre io», continua la campionessa, medaglia di bronzo di Gigante ai Giochi Olimpici invernali che si sono tenuti lo scorso febbraio in Corea. «Sono una perfezionista, e se sbaglio qualche cosa do la colpa solo ed esclusivamente a me stessa. Non succede solo in gara: se concludo un allenamento e non sono soddisfatta del mio lavoro, mi torturo per ore, anche se so di avere dato il massimo».

Federica Brignone, sci alpino, intervista
La campionessa festeggia la vittoria del super gigante a Lienz, © EuroSport

D’altronde quella frasetta insidiosa, «forse avrei potuto fare meglio», l’ha assalita anche sul podio ai Giochi Olimpici di PyeongChang, dove è arrivata terza dopo Mikaela Shiffrin e Ragnhild Mowinckel. «La prima cosa che pensi, quando ti trovi sul gradino olimpico, è: “Ce l’ho fatta”. È il sogno di una vita che si realizza. Ma l’infinità di emozioni che provi in quel momento lasciano presto il posto alle analisi: “Potevo fare più. Cosa posso fare per migliorare ancora?”. L’Olimpiade è una gara strana, ti prepari per quattro anni e in un minuto ti giochi tutto, è la storia di un giorno e spesso a vincere non è l’atleta migliore. Le variabili, anche se stai bene fisicamente, sono davvero moltissime. E poi, per rimetterti in gioco devi aspettare altri quattro anni».

Mesi e mesi di lavoro intenso, dove la concentrazione si sposta sulle gare di Coppa del Mondo. «L’anno prossimo mi piacerebbe vincere una medaglia, so che posso conquistarla in tutte e tre le discipline ma punto molto sul Gigante, dove mi sento più sicura grazie ai successi già ottenuti e dove sono tra le migliori dieci atlete del mondo. Sogno però di vincerla in SuperG, la specialità che amo di più». Per raggiungere l’obiettivo, si lavora sul piano fisico («20 ore di allenamento effettivo a stagione», spiega Federica) ma anche su quello mentale: gestire lo stress e le aspettative, avere ben chiari gli obiettivi da raggiungere, è altrettanto importante che tenere la traiettoria per un minuto mentre scendi a 140 km/h.

Federica Brignone, sci alpino, intervista
L’atleta olimpica in tenuta pre-gara, © Eurosport

E allora vai di allenamenti, di sedute quotidiane, di consigli, di recupero e riposo. Senza poter permettersi un cedimento. «Se mi capita di non aver voglia di allenarmi, mi chiedo perché. Se stabilisco che è un problema fisico e sarebbe controproducente lavorare, col rischio di dovermi poi fermare più a lungo, mi fermo. Altrimenti, trovo la motivazione: mi chiedo perché lo sto facendo, perché sono lì. Mi alzo e vado ad allenarmi». È questo che fa di una persona, anche talentuosa, una vera atleta. «Io mi alleno in gruppo, con il mio preparatore atletico e altre due ragazze, e anche questo mi motiva», aggiunge la campionessa.

Una vita dedicata la sua, da non avere il tempo nemmeno di rilassarsi dopo una gara e godersi la vittoria. «C’è il controllo antidoping, se hai avuto problemi fisici cerchi di infilarti dal fisioterapista, se sei sul podio devi aspettare la premiazione. Nei giorni di gara, ti alzi alle 5 e stai “in pista” per dieci ore». Ma i momenti di svago arrivano, ogni tanto, magari per un giro di shopping a Milano, dove Federica Brignone è nata 28 anni fa. «Amo questa città, soprattutto perché la vivo a piccole dosi. Mi piace venirci nelle mezze stagioni, quando da noi – in Valle d’Aosta ndr – si spengono tutte le attività».

Federica ama anche la moda, «sportiva ed elegante è il massimo», dice. «Mi piacciono i capi che posso portare in pista e fuori, sono i miei preferiti». Per quanto riguarda gli sci, a due anni aveva già un paio di Rossignol. «Non c’è un modello che prediligo rispetto a un altro», conclude, «anzi, sì: quelli da slalom, perchè sono i più leggeri da portare!».

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