Alpinismo

Appello degli sherpa al governo nepalese per lasciar proseguire la spedizione di Moniz e Benegas

Gli sherpa si oppongono alla richiesta del Dipartimento del Turismo al governo nepalese revocare il permesso di scalata ai due alpinisti  definendo il provvedimento come eticamente sbagliato e dannoso per l’economia locale.

Gli alpinisti Matt Moniz e Willie Benegas sono ancora in attesa del verdetto da parte del governo circa la sospensione dai loro permessi di scalata e la possibile espulsione dal paese, a causa di una discesa in sci illegale compiuta tra camp 3 e campo 2 dell’Everest. I due, si trovano nella zona in missione per conto della NASA, al fine di ripetere un esperimento sul DNA precedentemente realizzato nello spazio.

Nelle ultime ore, oltre 150 sherpa hanno espresso al governo nepalese il loro sostegno circa la missione dei due alpinisti, chiedendo che l’infrazione possa essere perdonata e che i loro permessi di scalata per l’Everest e il Lhotse non vengano revocati. Questo, alla luce del fatto che i due non hanno arrecato alcun danno o costituito alcuna minaccia a cose o persone sciando dal C3 al C2 e che, come dichiarato, non erano al corrente di essere nell’illegalità, mancando quindi i loro atti dell’intenzione di infrangere la legge.

La lettera degli sherpa non condanna in alcun modo le azioni dei due alpinisti e, anzi, esprime sostegno: “Sosterremo il governo se agirà contro qualsiasi cosa illegale sulle montagne, ma nel caso della breve discesa in sci di Willie, abbiamo tutti pensato che dargli una punizione non sia una decisione giusta da parte del governo.”

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Willie e Damian Benegas, © Benegas Brothers Expeditions

Soprattutto però, il sostegno delle guide locali va a Willie Benegas, e all’agenzia che conduce insieme al fratello gemello Damian, la Benegas Brothers Expeditions.

Gli argomenti a favore della causa comprendono i forti flussi turistici che l’agenzia porta ogni anno nel paese, oltre che l’amore e il rispetto che i due hanno dimostrato nel corso degli anni per il Nepal. In aggiunta al contributo all’economia della zona, l’agenzia dà anche lavoro a un gran numero di guide e portatori, che si troverebbero tutte senza un impiego nel caso in cui un’espulsione prolungata dal paese di uno dei due gemelli dovesse significare la chiusura dell’attività.

I due hanno inoltre sempre dimostrato un’incredibile solerzia e un’altrettanto rimarchevole disponibilità nelle situazioni di allerta e pericolo, come durante le numerose missioni di salvataggio alle quali hanno preso parte, senza contare i numerosissimi corsi di primo soccorso tenuti negli anni dai due.

Da quando Willie è venuto in Nepal, negli ultimi 20 anni, ha sostenuto l’economia nepalese portando molti turisti. Ha anche creato posti di lavoro per molti alpinisti, guide e portatori nepalesi” – prosegue la lettera – “Willie e suo fratello Damian sono stati entrambi coinvolti attivamente nel operazioni di soccorso di molti scalatori salvando le loro vite sull’Everest, mentre Willie stesso ha molto rispetto e amore per il Nepal e per i nepalesi“.

La lettera si conclude poi con un netto schieramento a difesa dell’agenzia: “Bandire i leggendari alpinisti dal Nepal significherebbe un’enorme perdita per l’economia nepalese, dato che il personale regolare di Willie perderebbe il lavoro e il Nepal i turisti, che vengono qui per arrampicarsi e fare trekking sotto la guida di Willie e Damian“.

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