Everest: i due alpinisti della NASA rischiano la revoca del permesso di scalata per aver sciato illegalmente
Un’infrazione commessa dai due alpinisti della spedizione potrebbe compromettere l’intera operazione dell’agenzia governativa statunitense, che intende ripetere sul tetto del mondo l’esperimento del 2016 realizzato nello spazio
Gli alpinisti Matt Moniz e Willie Benegas, che sono stati accusati dal Dipartimento del Turismo nepalese di aver sciato sull’Everest (da C3 a C2) illegalmente, rischiano, oltre all’espulsione dal paese per 5 anni con un possibile stop alle attività alpinistiche sul suolo nepalese per 10, di vedere il loro permesso di scalata sospeso. Questa è stata la richiesta ufficiale fatta ieri dal Dipartimento al Ministro, che dovrà vidimarla.
I ricercatori hanno comunicato di aver lasciato tutti all’oscuro del loro personale progetto di sciare da C3 a C2 durante una delle rotazioni di acclimatazione, non consapevoli della necessità di un ulteriore permesso per sciare lungo gli stessi pendii che stavano scalando. La loro intenzione, stando alle affermazioni, non era certo quella di infrangere le leggi nepalesi.
I due alpinisti fanno parte della spedizione della NASA impegnata sul Tetto del Mondo per una ricerca sul genoma dei gemelli; con ricercatori all’Everest ci sono infatti due gemelli, uno con un rapporto di tipo omozigote (100% di materiale genetico comune) e l’altro di tipo eterozigote (50%). Il piano è quello di raccogliere dati sul proprio materiale genetico in condizioni estreme, che poi verranno confrontati con quelli dei corrispettivi gemelli rimasti a livello del mare.
Le premesse che hanno dato origine a questo studio sono nell’esperimento che la NASA ha portato a termine nel 2016, quando ha analizzato i parametri vitali e il materiale genetico di due gemelli prima e dopo la missione di uno dei due su una stazione spaziale. A seguito di un periodo di 340 giorni passati sulla Stazione Spaziale Internazionale tra il 2015 e il 2016, l’astronauta americano Scott Kelly è tornato sulla terra riportando delle alterazioni al materiale genetico, che l’hanno differenziato dal gemello Mark rimasto sulla Terra, con il quale al momento della partenza condivideva molte più similarità a livello genetico.
Da tenere in conto, ci sarebbero diverse contingenze proprie dell’ambiente spaziale, come ad esempio l’assenza di gravità, il consumo di cibo liofilizzato e lo sconvolgimento del ciclo veglia-sonno. Tutti questi fattori, hanno causato delle modifiche nel fisico di Scott molto interessanti per la scienza: alcuni cambiamenti a livello cellulare coinvolti in fenomeni a cui è soggetto il corpo umano, come ad esempio il processo di invecchiamento, si sono verificati con modalità inaspettate per gli scienziati della NASA; certi parametri vitali di entrambi i gemelli, avrebbero poi subito alterazioni con un modello inversamente proporzionale nei due soggetti, aumentando in uno e diminuendo nell’altro in eguale proporzione, per ritornare in equilibrio solamente a missione terminata.
Queste interessanti osservazioni, hanno ovviamente spinto gli studiosi a cercare di espandere il loro campione di dati in modo da poter analizzare meglio i fenomeni registrati. Per questo motivo, il nuovo tentativo è stato programmato con la vetta dell’Everest in mente.
Scopo ultimo dell’esperimento sarà quello di verificare eventuali cambiamenti nell’espressione dei geni in base alle condizioni ambientali e di stress, e tentare di chiarire il legame che collega esseri umani con una correlazione di tipo gemellare, anche nei momenti di separazione fisica.
Vedremo se il Dipartimento del Turismo chiuderà un occhio vista la natura e l’obbiettivo dell’impresa, ma conoscendo i precedenti non sarà facile.