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Nasce “Dolomiti senza confini”, l’Alta Via sulle orme della Grande Guerra

Il 2018 è il centesimo anniversario della fine della Prima guerra mondiale. E proprio il 9 giugno di quest’anno verrà lanciato il progetto interregionale “Dolomiti senza confini”. Un progetto «nato dal sogno che le Dolomiti non siano più una barriera ma un luogo d’incontro e amicizia».

“Dolomiti senza confini” consiste infatti nella creazione di un’Alta Via che colleghi 12 percorsi attrezzati di elevato valore alpinistico e storico, che si sviluppano a cavallo tra l’Italia e l’Austria, tra il Cadore e la Pusteria, dalle Tre Cime di Lavaredo alla Val del Gail.

Un itinerario «che attraversa i luoghi più significativi della Grande Guerra, con trincee e gallerie». L’obiettivo di “Dolomiti senza confini” è quello di realizzare un percorso di pace sui luoghi della guerra. Una grande Alta Via dove gli «appassionati di montagna di qualsiasi nazionalità possono incontrarsi per coltivare quell’amicizia che su queste montagne fiorisce più in fretta».

Sviluppato con il supporto della Provincia di Belluno, della Fondazione Dolomiti Unesco, del Club Alpino Austriaco e dell’Associazione per il Turismo di Sesto; il progetto prevede, «attraverso la sistemazione di alcune vie ferrate», di creare «un’unica area transfrontaliera» dedicata all’escursionismo di alta montagna. L’intervento «porterà alla creazione nell’area Dolomiti Live di un percorso alpinistico che consentirà di unire realmente le tre aree (Pusteria, Osttirol e bellunese) superando così le barriere amministrative e nazionali che lo dividono».

Ferrata Croda dei Toni

Nelle aree interessate al progetto furono infatti realizzate – durante la prima guerra mondiale, dall’esercito Italiano e Austriaco – dei percorsi attrezzati sul Monte Paterno, Torre Toblin, Cima Undici, Croda Rossa di Sesto e Monte Cavallino. Successivamente, quanto rimasto di queste opere, è stato trasformato in percorsi attrezzati di interesse storico, turistico ai quali ne sono stati affiancati di nuovi. Purtroppo però l’area che fa parte del progetto attualmente offre opportunità di accessibilità non uniformi.

Infatti mentre le vie attrezzate in Pusteria e nell’Osttirol non necessitano di interventi strutturali di risanamento e messa in sicurezza, quelle presenti nell’area dell’alto bellunese presentano alcune criticità da superare, così da poter offrire effettivamente agli amanti della montagna un’unica zona escursionistica ampia e articolata, con differenti percorsi attrezzati. Finora infatti, anche a causa di queste problematiche, l’area non è mai stata promossa e valorizzata nella sua interezza.

Il percorso completo dell’Alta Via. Foto @ Meridiani Montagne
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5 Commenti

  1. Suggerirei di prevedere dei cartelli sulle vie d’accesso per ricordare l’attrezzatura minima necessaria, o almeno il divieto di zoccoli ed infradito.

    1. …Due anni fa, all’inizio del sentiero per il Rifugio Coca (Val Seriana) ho trovato su una pietra la scritta “no infradito”… Quando ci ripenso mi vien da ridere ancora adesso

  2. ma sarebbe bello anche mettere negli eventuali percorsi
    con, tratte e orari da- a. comunque sara una bellissima camminata

  3. Zone eccezionalmente belle, ma non si può andare in montagna confidando di trovare segnaletica di avvertimento e qualcuno che ci dica “no infradito”: in montagna si va con intelligenza: informandosi, attrezzati ed allenati conoscendo con umiltà i propri limiti.

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