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La facile ferrata del Rio Sallagoni, in Trentino, a due passi dal Lago di Garda

Adatto anche per chi affronta per la prima volta un tratto attrezzato, garantisce passaggi spettacolari all’interno di un profondo canyon. Il percorso termina al cospetto di un castello di origine medievale

La valle del fiume Sarca, in Trentino, è caratterizzata da una serie quasi ininterrotta di vallette laterali e gole. Attraversata da una frequentata pista ciclabile, la valle non manca di punti nei quali è possibile affrontare percorsi e tracciati alpinistici anche molto impegnativi. Non è uno di questi che consideriamo oggi ma un piacevole itinerario attrezzato che raggiunge Drena. Il paese è conosciuto per il suo castello risalente al XII secolo, quando fu eretto per salvaguardare e controllare i traffici lungo il fiume.

Il mastio per la sua posizione strategica fu a lungo conteso fino al prevalere della famiglia nobiliare d’Arco ma, nel 1703, fu distrutto dalle armate del generale Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme, detto Il Gran Vendôme, che invase il Trentino radendo al suolo numerose rocche. Oggi la parte rimanente dell’originario edificio ospita nelle sale restaurate mostre ed eventi ed è ancora possibile salire fino alla cima del mastio, alto ben 25 metri, con ampio panorama sulla Valle del Sarca e i boschi circostanti.

L’itinerario

Partenza: Drena, parcheggio auto Tamburello SP84 (181 m)
Arrivo: Castello di Drena (374 m)
Dislivello: 192 m
Tempo di percorrenza: 1.30 ore (più 20 minuti per il rientro al parcheggio)
Difficoltà: facile

L’itinerario attrezzato non è di grande difficoltà anzi è adatto anche a chi con un po’ di spirito di avventura e la dovuta attrezzatura voglia affrontare una ferrata per la prima volta. Anche chi ha esperienza può però trovare ampia soddisfazione per la bellezza naturalistica del canyon che si attraversa e qualche passaggio adrenalinico iniziale.

La partenza è dall’ampio parcheggio lungo la strada (SP 84) che da Dro porta a Drena, nei pressi di un campo di tamburello. Scendendo, a pochi minuti dal parcheggio, si incontra il segnavia CAI per la Ferrata Torrente Sallagoni che in dieci minuti porta all’ingresso della gola e del sentiero attrezzato. La ferrata inizia sul lato sinistro (destra orografica) in rapida ma non difficile salita aiutandosi con le numerose staffe di appoggio per i piedi. Questo primo tratto è sicuramente il più esposto ma anche molto suggestivo per i continui passaggi nella stretta forra scavata dal Torrente Sallagoni nel corso delle ere geologiche.

Superato il tratto iniziale incrociamo una via di fuga che sale verticalmente, ma per proseguire si continua lungo il sentiero attrezzato verso destra. La forra si stringe ulteriormente e si continua a seguire il non difficile traverso fino ad un passaggio leggermente più complesso a causa di una roccia sporgente. Il primo tratto attrezzato termina a sorpresa in un anfiteatro di grande bellezza, un po’ primordiale, fatta di pareti rocciose a strapiombo, piccole cascate e felci rigogliose grazie al microclima umido del suggestivo antro in cui ci si incammina.

Dopo pochi passi inizia la seconda parte del sentiero attrezzato con l’attraversamento di un primo ponte sospeso a tre corde, un passaggio adrenalinico per chi lo fa per la prima volta ma che non desta preoccupazioni di sorta a chi possiede invece maggiore esperienza. Si prosegue grazie alle staffe e alle corde metalliche fisse fino a raggiungere il secondo ponte sospeso, più breve del precedente ma meno stabile. Quest’ultimo passaggio segna la fine della Via Ferrata Sallagoni e in pochi minuti si è al cospetto del castello di Drena da cui si può tornare a piedi al parcheggio in circa venti minuti.

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