Alpinismo

La “rabbia” di Elisabeth Revol contro la lentezza dei soccorsi

Come annunciato, si è tenuta a Chamonix la conferenza stampa di Elisabeth Revol a cui ha partecipato anche l’amico e manager Ludovic Giambiasi, che ha coordinato i soccorsi dalla Francia in contatto con l’alpinista attraverso il suo Garmin.

Elisabeth Revol ha espresso tutta la sua “rabbia” contro la lentezza dei soccorsi, che, secondo quanto afferma, avrebbero “potuto salvare Tomek se solo fossero stati più concreti, tempestivi ed organizzati”. Sotto accusa della francese sono alcuni pakistani, che hanno “rallentato e creato problemi” ai soccorsi.

Secondo quanto riferisce Ludovic Giambiasi, “alcuni pakistani hanno anche mentito sulla disponibilità, prenotazione e capacità degli elicotteri di volare oltre i 7000 metri”, dove era Tomek (che è stato lasciato da Elisabeth a 7280m).

Accuse anche per quanto riguarda la richiesta di pagamento fatta per far volare gli elicotteri, che, sempre secondo quanto racconta Giambiasi, “sarebbe passata inizialmente da 15.000 dollari, per poi terminate a 40.000 dollari in contanti sul tavolo”.

L’apertura di un’inchiesta da parte dei pakistani, come abbiamo annunciato questa mattina, e un’attenta ricostruzione delle varie fasi del soccorso, dall’allerta avvenuta giovedì sera al recupero di domenica notte, serviranno a meglio comprendere questa vicenda.

 

Fonte: AFP

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29 Commenti

  1. A mio modestissimo parere: fare un 8000 in invernale contando sul fatto che siano disponibili i soccorsi immediati in caso di necessità con elicottero pronto a volare a 7000m (ehhh?!?) è pretendere un pò troppo….

  2. No Revol, sbagli! Ringrazia che i polacchi fossero, come tutt’ora sono, al K 2, che abbiano accettato di formare un rescue team ed in tempi record.
    In Italia, sul livello del mare giungono in ritardo le ambulanze e le persone muoiono. Non alzi il satellitare a più di 7000 metri esigendo che in Pakistan arrivi la Delta Force a toglierti dai guai. Non trincerarti dietro alla lentezza dei soccorsi degli elicotteri, delle eventuali bugie dette sulla operatività o meno delle ali rotanti,dei soldi, della burocrazia.
    Hai perso il tuo compagno di cordata, non è la prima volta che succede e purtroppo succederà ancora. Ogni passo verso l’aria rarefatta di quelle rocce maestose che sono gli 8000 della terra, amplificano a dismisura l’alea.
    Imprimiti invece per sempre nel cervello, ma soprattutto nel cuore, le parole che nel buio pesto, a più di 6000 metri sul Nanga Parbat, d’inverno, hai sentito: “Elisabeth! Elisabeth! Nice to meet you”.

    1. Il record di Simone Moro riguarda una categoria di elicotteri biposto e leggeri. Mentre: Everest, 14 maggio 2005. Didier Delsalle, test pilot di Eurocopter, riesce a portare il suo AS350 B3 sulla cima più alta del mondo. Il suo elicottero atterra a quota 8.848 metri per due volte, rimanendo sul suolo rispettivamente ..

  3. No Revol, sbagli! Ringrazia che i polacchi fossero, come tutt’ora sono, al K 2, che abbiano accettato di formare un rescue team ed in tempi record.
    In Italia, sul livello del mare giungono in ritardo le ambulanze e le persone muoiono. Non alzi il satellitare a più di 7000 metri esigendo che in Pakistan arrivi la Delta Force a toglierti dai guai. Non trincerarti dietro alla lentezza dei soccorsi degli elicotteri, delle eventuali bugie dette sulla operatività o meno delle ali rotanti,dei soldi, della burocrazia.
    Hai perso il tuo compagno di cordata, non è la prima volta che succede e purtroppo succederà ancora. Ogni passo verso l’aria rarefatta di quelle rocce maestose che sono gli 8000 della terra, amplificano a dismisura l’alea.
    Imprimiti invece per sempre nel cervello, ma soprattutto nel cuore, le parole che nel buio pesto, a più di 6000 metri sul Nanga Parbat, d’inverno, hai sentito: “Elisabeth! Elisabeth! Nice to meet you”.

  4. se intendete il soccorso più alto del mondo fatto in elicottero, è di Maurizio Folini a 7800 metri sull’Everest con la longline

    1. Concordo al 100%… dovrebbe essere solo grata al destino e ai polacchi che hanno fatto qualcosa di incredibile per tirarla fuori dai casini.

      Davvero fuori luogo quello che ha detto in conferenza.

      RIP Tomek

  5. Condivido pienamente tutti i commenti. Non c´é altro da aggiungere tranne magari un eventuale trauma che potrebbe giustificare un comportamento tale…ma anche in questo caso é poco consigliabile…Con le autoritá in tutto il mondo ci vuole diplomazia e non ordini…
    È gente che non stimo per niente devo dire…meglio che stia a casa in Francia…non é un comportamento rispettoso.

  6. Chapeau per l’impresa la prima invernale Donna sul NANGA
    Detto ciò un compagno perso, grande tragedia ma prevedibile purtroppo nell’alpinismo estremo

    Riguardo hai soccorsi ok probabile ritardo, possibile errore, possibile comportamento sbagliato dei Pakistani (a casa loro) ma francamente credi che se il Nanga o un altro 8000 fosse stato in Europa qualcuno sarebbe venuto, in inverno, la notte a salvarti a 7000 metri?

  7. Ma come puoi pretendere puntualità nei soccorsi quando manco tu sai in che mondo sei andato a cacciarti. Non parliamo della normale del Monviso, dove i soccorsi sono gratuiti e Torino con i suoi ospedali è alle porte. Ma per favore! Concordo con chi scrive che forse ha qualche senso di colpa! Se stava zitta faceva un affare!

  8. Spero che il problema del congelamento si risolva nel migliore dei modi, per tutto il resto ci sarà tempo e fiumi di inchiostro. Salutoni.

  9. Anche io trovo fuori contesto la levata di scusi contro i soccorritori pakistani. E’ possibile / probabile che sia andata come lei e il suo team descrivono, ma mi sembra molto naif pensare di potere pretendere in quelle condizioni di tempo e luogo l’intervento salvifico che ora Elisbeth lamenta di non avere avuto. Peraltro, dal suo racconto di ieri emergono particolari non proprio edificanti quanto all’azzardo cui lei e Tomek si sono esposti (salita senza nessuna attrezzatura di supporto e cibo, Tomek senza strumenti di comunicazione, lei stessa che non è in grado di ritrovare l’accampamento per via dello stato dei luoghi ….). In queste circostanze tutto quello che è venuto di buono deve essere ringraziato e tutto il resto purtroppo era nel fato, con buona pace per Tomek che spero possa riposare in pace e che venga ricordato positivamente per quel grande eroico, visionario e anticonformista personaggio che sembra essere stato

  10. Con il via vai che c’è sugli 8000 e vista la buona riuscita ( economica ) di questo salvataggio, il governo pachistano verrà in Italia a ordinare all’Agusta una scatola da 12 di elicotteri da adibire a salvataggi in quota. 50/100 mila euro ( cash) ad intervento.
    Simone Moro potrebbe offrirsi come pilota.

  11. c’è chi pensa che il Brand .. alpinista.. risolva molti problemi.. come in Nepal.. ma un incidete sulla trans ammazonica è uguale come fine di risultato… ma l’alpinismo dove vive…?.. o meglio .. cosa si vuole dagli altri….

  12. Scusate, vado controcorrente: se Elisabeth Revol dice di aver avuto assicurazioni circa la possibilità di far volare elicotteri oltre i 7000, e afferma di aver dovuto riscontrare un rallentamento delle operazioni di soccorso (da parte pakistana), a causa del lievitare incomprensibile dei costi, onestamente, non me la sento di darle torto.
    Qui non si tratta di una persona che pretende di essere soccorsa “sulla normale del Monviso” con i sandali infradito: si tratta invece di un’alpinista qualificatissima, tosta, preparata, allenata e motivata. È ovvio che “te la vai a cercare”, se tenti un 8000, difficile, in inverno, per una via nuova. È ovvio anche che, se succede un pasticcio, la responsabilità non può essere che sua/loro (Elisabeth e Tomek). Ma un intervento di soccorso, se esistono accordi precisi, non può finire male (perché male è finito, e il “gatto” ha perso lo zampino), per motivi economici: non si gioca al rialzo sulla pelle degli altri e, se si dice che si vola a 7000 per una determinata somma di denaro, si vola a 7000, o almeno ci si prova, e per quella cifra! In alternativa, le autorità pakistane avrebbero potuto/dovuto escludere tale possibilità da subito. Sarebbe finita allo stesso modo, o peggio, ma senza il dubbio che si sarebbe potuto fare di più. Perdonatemi se vado contromano…

  13. Caro Vincenzo, sono abbastanza d’accordo col tuo commento e sarebbe interessante sapere esattamente cosa era stato detto dalla macchina dei soccorsi. Quello che però mi sorprende — leggendo delle dichiarazioni di Elisabeth — è che abbia lamentato la non immediatezza dei soccorsi come il motivo della fine di Tomek e del dramma del rientro. Avendo lei detto di avere mandato in Europa l’SOS alle 22/23 di sera ora Pakistana, mi sembra una utopia pensare che una macchina di soccorso si potesse attivare immediatamente o in tempi ragionevoli in quelle condizioni. Pensarlo mi sembra un po’ ingenuo o il comprensibile sfogo per alleviare l’amarezza del dramma vissuto con critiche ad altri. atteggiamento anche umano per quanto poco lucido. Del loro caso — se si conoscessero tutti i dettagli esatti come sembrano emergere dalle dichiarazioni di Elisabeth — si dovrebbe fare un manuale dell'”azzardo” da diffondere come monito ai pericoli in cui si si ficca.

  14. È in confusione questa signora. La prima invernale in stile alpino sarà una combinazione di velocità e pazienza (Messner). Stazionare ai campi alti è un suicidio.

  15. Su un 8000 in inverno sopravvive il piu’ forte e il piu’ folle parole di Messner…Tutti vanno sugli 8000 per far dei record pur sapendo che le organizzazioni pakistane fanno….tutti provano a fare dei record personali vedi Tomeck..rip oppure altri grandi prendiamo per esempio Kammerlander ne ha fatti 13 ma non 14 xche’ son morti i suoi amici.Io mi chiedo se questi alpinisti pensano di essere così forti…xche’ non se ne vanno in solitaria tipo Messner e provassero a farne 14…non ci han mai pensato?? O SOTTO SOTTO L ANIMO ASSASSINO C’E’ IN OGNI CORDATA?

  16. Che la Revol sia in un momento difficile mi pare ovvio, ma anche dare la colpa ai pakistani mi sembra poco corretto…
    Sul posto non esiste un corpo di soccorso alpino e chi compie spedizioni in zona lo sa bene, e immaginiamo quanto possa essere stato complicato trovare un equipaggio in grado e disponibile a compiere voli a 6/7000 metri su montagne spazzate da venti micidiali, ma anche definire costi e responsabilità, assicurazioni, e il tutto attraverso la burocrazia normale in questi casi e amplificata dal fatto che si tratta di mezzi e personale dell’esercito ecc.
    Qualcuno forse in mezzo alla bagarre ne potrebbe anceh aver approfittato ma mi pare che i tempi non siano stati terribilmente lunghi considerando che tutta l’operazione è stata organizzata da zero.
    Se fosse stato preparato un piano d’emergenza prima che arrivasse il momento critico di sicuro le cose avrebbero funzionato più velocemente. Ma anche altre scelte hanno portato a una situazione critica. Sembra che in questa spedizione siano state fatte alcune scommesse in nome di uno stile di scalata “essenziale”, purtroppo sono state perse, e di certo se fossero state vinte ora si griderebbe al miracolo e al record.
    Detto questo, da come la Revol ha descritto le condizioni di Tomek mi sembra purtroppo improbabile che i soccorsi l’avrebbero potuto salvare anche se fossero arrivati in metà del tempo…
    I due superman che hanno salvato lei ce l’hanno fatta perché era in grado di muoversi in modo sufficientemente efficace, figuriamoci cosa avrebbero potuto fare con Tomek che era cieco, debole e disidratato (non aveva cibo), congelato e disorientato dall’edema cerebrale.
    Resta la tristezza per la sua perdita perché era un personaggio anticonformista e unico, un romantico dell’alpinismo. Mi auguro che possa riposare in pace sulla sua montagna.

  17. La verità è che tomek stava male la sera prima e ha voluto salire ugualmente. La verità è che è salito senza maschera ed ha perso la vista . Il resto sono conseguenze. Era la settima volta che provava e non voleva rinunciare anche questa. Quando si muore da sani vuole dire che c’è stata una sopra valutazione delle proprie forze. Mi dispiace era uno forte.

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