Scienza e tecnologia

Himalaya: installata la prima stazione italiana su ghiacciaio

immagine

LOBUCHE, Nepal –- E’ sotto una bufera di neve con 15 gradi sottozero che la squadra del Comitato Evk2Cnr ha installato, nei giorni scorsi, la prima stazione di monitoraggio glaciale dell’Himalaya. La stazione, che si trova sul ghiacciaio del Changri Nup, a 5.700 metri di quota, registra ogni 30 minuti il regime dei venti, la temperatura, l’umidità e l’energia solare in arrivo e riflessa dal ghiacciaio.

E’ questa la quindicesima stazione della rete Share (Stations at High Altitude for Reasearch on Enviroment) e la prima del network di monitoraggio su ghiaccio in Himalaya. Una nuova conferma del ruolo da pioniere che il Comitato EvK2Cnr ricopre da vent’anni nella ricerca scientifica d’alta quota. 

“Al Changri Nup, che è un “piccolo” cuscino di ghiaccio appartato tra il Lobuche Peak West e il Changri La Pass, a poche migliaia di metri dallo spartiacque himalayano, abbiamo dovuto affrontare le rigide condizioni dell’inverno himalayano, per individuare prima e trasportare poi al sito di installazione tutte le parti della stazione” raccontano Elisa Vuillermoz , responsabile dei progetti ambientali del Comitato EvK2Cnr e Giampietro Verza , responsabile tecnico delle stazioni di monitoraggio EvK2Cnr, che hanno proceduto all’installazione della stazione sul ghiacciaio.

“La stazione si trova ad una quota tra i 5700 e i 5800 metri una quota che ne fa un perfetto campione di apparato glaciale adatto allo studio dell’evoluzione dei ghiacciai Himalayani – prosegue la Vuillermoz -. Il ghiacciaio ha perduto spessore come praticamente tutti i ghiacciai della zona, e molte ondulazioni glaciali ricoperte di morene hanno lasciato il posto a laghi glaciali che si sono un po’ alla volta collegati, creando l’unica parte del percorso agevole, quella su spesse lastre di ghiaccio, tra seracchi a “colonnati”.

“Il trasporto dei materiali dal Laboratorio Piramide ha richiesto tempi fino a 10 ore in diverse giornate – racconta Verza -, ma l’altra sera alle 17 locali, sotto una abbondante nevicata tutto il materiale era accumulato alla base del gradino di ghiaccio del Changri Nup. Nelle ultime ore della sera veniva realizzata la piazzola del treppiede della stazione, rimovendo in media uno strato di un metro di neve soffice, prima che la temperatura scendesse oltre i -15 gradi centigradi e che obbligasse noi e gli sherpa a rifugiarci in tenda”.

“Dopo una notte con altra neve e scariche dalle pareti dei Lobuche assistiamo all’alba dal Makalu – dice ancora Verza -. Ci mettiamo in azione e in breve il palo della stazione viene ancorato al ghiacciaio, su questo vengono montati l’anemometro che ci permetterà di comprendere i regimi dei venti di questo sito, il sensore combinato di temperatura e umidità, e il “CNR 1”, un radiometro netto. Quest’ultimo è un sensore complesso per misurare la radiazione solare, atmosferica e terrestre. Abbiamo lavorato in sette all’installazione e tra noi oltre al personale della Piramide anche quattro “climbing sherpa” che, normalmente abituati a lavorare sugli 8000, hanno trovato questa attività estremamente interessante anche perchè sono loro stessi i primi testimoni delle evoluzioni dei ghiacciai himalayani, e il loro lavoro ne viene influenzato moltissimo anche in termini di sicurezza”.

“Per noi che in 20 anni di attività della Piramide abbiamo assistito alle evoluzioni climatiche di questo potente ambiente – concludono i due ricercatori -, è un altro tassello importante per la comprensione delle dinamiche delle masse glaciali, enormi qui, ma anche loro sottoposte alle nuove regole delle mutazioni climatiche”.

Contemporaneamente all’installazione della stazione sopraglaciale Share Changri Nup che registra i parametri in continuo ogni 30 minuti, sono state installate tre paline ablatometriche, che permetteranno di valutare le variazioni della superficie glaciale e di misurare la fusione.

Al termine dell’installazione sono stati effettuati anche due campionamenti nevosi al fine di valutare i processi di deposizione di polveri e particolato atmosferico e il loro eventuale impatto sulle modificazioni dell’albedo e di conseguenza sulla fusione superficiale. Tali campionamenti verranno effettuati anche in periodo pre-monsonico, monsonico e post monsonico dallo staff tecnico della Piramide.

Leggi anche: Gli esperti: Changri Nup, un passo decisivo per la scienza
Guarda la gallery fotografica della stazione sul Changri Nup

Guarda il video dell’installazione sul Changri Nup

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close