AlpinismoK2 invernale

Che tempo farà al K2 quest’inverno?

Il K2 quest’inverno sarà protagonista indiscusso nella scena dell’alpinismo internazionale. Il tentativo dei polacchi, capitanati dal veterano delle invernali Krzysztof Wielicki, è ormai ai banchi di partenza e, se c’è una cosa di cui siamo certi è che oltre alla bravura degli alpinisti sarà fondamentale incontrare le corrette condizioni meteo. Per questo siamo andati a farci spiegare dal meteorologo Filippo Thiery, che per quattro inverni ha seguito giorno per giorno l’andare della meteo al Nanga Parbat, quali potrebbero essere le condizioni che gli alpinisti si potrebbero trovare di fronte.

Quali sono le condizioni base a cui gli alpinisti dovranno abituarsi?

Di sicuro incontreranno temperature che arrivano a trenta, quaranta gradi sotto zero e anche una grande ventilazione. Due fenomeni che presi singolarmente non danno grossi problemi, ma che incontrati insieme possono diventare micidiali.

A compromettere ulteriormente i giochi ci si mettono poi le nevicate, in questo periodo più intense, che possono far variare di molto la lunghezza delle finestre di bel tempo perché si, esiste sempre il rischio di dover sprecare parte della finestra nell’attesa che la montagna scarichi e si stabilizzi.

Infine vanno fatti i conti con le poche le ore di sole. Problema che incide non solo sulle ore di scalata, ma anche sulle condizioni della via di salita. In più, gli squilibri di temperatura tra i versanti in ombra e quelli assolati (che in inverno sono molto più forti che in estate), generano brezze del tutto imprevedibili.

Imprevedibili?

Si tratta di fenomeni che cambiano da montagna a montagna. Sono strettamente dipendenti dalla morfologia del massiccio e sono molto pericolose se le si incontrano durante la scalata.

Noi possiamo invece valutare la posizione delle correnti a getto e saper indicare agli alpinisti quando i venti in quota sono troppo forti per salire e quando invece si ha una buona finestra.

Il meteo sul K2 può essere influenzato dalla vicinanza ad altre cime con altezze similari?

Si. È un fenomeno che vediamo bene sulle Alpi dove non esistono massicci montuosi realmente isolati.

Sulla catena alpina il meteo cambia radicalmente di valle in valle ed in alcuni casi esistono situazioni locali spesso imprevedibili, nel senso che noi possiamo dire che ci può essere un’instabilità climatica in una data area ma finché non si va sul posto non si può sapere con precisione dove ci sarà la nuvoletta innocua e dove il temporale con i fulmini.

Ovviamente, quando si trasporta questo ragionamento alle quote del K2 va tutto amplificato, anche l’influenza di masse vicine sui fenomeni atmosferici.

Quanta sicurezza si può avere quando si parla di questo tipo di previsioni?

Di certo grandi cose prima del tempo non si possono dire. Ho seguito 4 inverni al Nanga, ognuno con le sue caratteristiche e ognuno molto diverso dall’altro. Non sono mai riuscito a trovare indizi, avvisaglie, per poter dire come sarebbe stato il clima e quali condizioni ci si sarebbe potuti aspettare.

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