Sci alpinismo

Il campione indiscusso del Mezzalama Damiano Lenzi ci svela i suoi prossimi obiettivi

Classe 1987 nasce sotto le pareti del Monte Rosa e fin da subito si approccia allo sci da fondo per poi passare allo scialpinismo che lo porterà ad avere un palmares ricco di vittorie. I gradini più significativi del podio arrivano nel 2005 con la vittoria dei Campionati Mondiali Vertical Race nella categoria juniores. Da lì in poi non si è più fermato diventando, con il tempo campione indiscusso del Mezzalama. Stiamo parlando di Damiano Lenzi a cui siamo riusciti a strappare un’intervista tra un allenamento e l’altro.

Quante volte hai vinto il Mezzalama?

Tre volte. C’è però un atleta che l’ha vinto quattro volte.

Per te questa è una gara molto importante…

Per me, che sono nato sotto il Monte Rosa, è la gara di casa ed è qualcosa di mitico. Mitico non solo perché si corre sulle mie montagne ma anche perché, quando ero ragazzino e praticavo lo sci di fondo ero allenato da Aldo De Gaudenzi, uno che partecipava al Mezzalama e arrivava tra i primi dieci!

Che tipo di allenamento richiede il Mezzalama?

Dipenda da cosa vuoi fare. Se vuoi partecipare o se vuoi vincerlo. Nel secondo caso ci devi lavorare una vita. È una gara trascendentale per cui devi essere un po’ portato.
Ci sono tanti piccoli step da passare per arrivare al gradino più alto del podio, ma è ovvio che se ti avvicini allo scialpinismo quando hai 20, 25 anni hai sicuramente qualcosa in meno di chi, come me, ha iniziato a 15 o 16 anni.
Ci vuole una vita di allenamento per vincere il Mezzalama o una coppa del mondo.

Visto che l’hai tirata in ballo, quali sono le differenze tra la coppa del mondo e il Mezzalama?

Sono gare molto diverse, ognuna con le sue differenze. Nel Mezzalama ci sono tante componenti da considerare, in primis quota e squadra mentre nella coppa del mondo sei solo. Si corre uno contro l’altro. Nel Mezzalama conta la squadra e l’affiatamento, si fa gruppo e si corre sul più debole ricordandosi sempre che bisogna arrivare con le energie a fine stagione.
Ma a fare la vera differenza è il livello di prestigio del Mezzalama che non è paragonabile ad una gara di coppa del mondo.

Ormai sei un campione indiscusso…

Io faccio il mio mestiere, non mi piace definirmi o essere dipinto come un campione. Ho avuto la fortuna di nascere portato, ma soprattutto la fortuna di incontrare persone che mi han saputo indirizzare sulla strada giusta.
Per farla breve si, sono un campione. Ma sono anche stato privilegiato. Ovviamente i sacrifici li ho fatti io e nessun altro se non la mia famiglia per permettermi di allenarmi.

Da che tipo di famiglia arrivi?

Papà è operaio e maestro di sci mentre mamma è insegnante. Mio papà è stato per molti anni il mio allenatore e mi ha seguito fino ai 16, 17 anni, poi ho avuto la fortuna di poter continuare a fare l’agonista fino ad arrivare al centro sportivo dell’esercito. Quella è stata una svolta perché mi ha reso indipendente economicamente.

Prima dell’indipendenza economica invece?

D’estate mi allenavo e lavoricchiavo, d’inverno gareggiavo. Faticavo per ottenere risultati perché, purtroppo, non è facile per un giovane ragazzo aspirare al professionismo. Io ci sono riuscito grazie al gruppo sportivo dell’Esercito e spero che altri gruppi sportivi possano essere interessati all’apertura di gruppi scialpinistici.

Prossimi obiettivi?

Un grande obiettivo è l’Olimpiade perché se riuscirò a vincerla potrò pensare di aver vinto tutto. È questa voglia di aggiungere quel tassello al mio carniere che mi stimola ad andare avanti e a non mollare perché orami ho 30 anni e alcuni motivazioni iniziano a venir meno. Prima delle olimpiadi però devo sbrigarmi a finire casa perché mi sposo.

Quindi hai una vita privata oltre lo sci… chi sei senza sci ai piedi?

Sono una persona normale, un montanaro. Sono un appassionato di montagna schivo e selvatico. Da piccolo ero un po’ come Peter di Heidi. Andavo col nonno in montagna con le mucche e mi divertivo un mondo.

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Un commento

  1. Esercito, Carabinieri,Finanza…( Forestale confluita) sono per molti ragazzi montanari una garanzia.Gli Sponsor vanno e vengono.

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