Alpinismo

Nepal: i francesi aprono “Peine plancher” sull’inviolata parete nord est del Pandra

La linea di salita, Pandra parete nord est @Mathieu Détrie

Grande stagione questa per l’alpinismo himalayano francese che quest’autunno ci ha regalato un’altra impresa. Dopo il successo della Gang dei Baffi sul Nuptse, è il turno di un altro trio composto dalle guide alpine Mathieu Détrie, Pierre Labbre e Benjamin Védrines, che hanno aperto una nuova via molto tecnica “Peine plancher” (1.200 m, ED, WI6, M6) sul Pandra (6.700 m), un picco molto isolato situato nella zona del Kangchenjunga, in Nepal. 

Il Pandra è stato scalato una sola volta, nel 2002, da una spedizione danese che salì dal versante sud. L’anno scorso una spedizione giapponese aveva cercato di salire il bellissimo versante nord-est ma erano dovuti tornare indietro a 300 metri dalla cima. 

Mathieu Détrie ha raccontato che l’idea di questa spedizione è nata proprio dopo aver visto le foto postate su internet dai giapponesi. 

La prima difficoltà di questa montagna è il suo isolamento, per raggiungere il campo base ci vuole una settimana di trekking e in questa zona non ci sono molti portatori. Per di più il campo base è 5.140 metri ed è molto lontano dalla parete che non si riesce a vedere dalle tende, tanto che i francesi sono stati costretti a montare un campo base avanzato a 5.500 metri molto più scomodo, sulla riva di un lago glaciale.

Salita al Pandra @Mathieu Détrie

La spedizione ha lanciato l’attacco alla vetta il 16 ottobre, le condizioni della montagna erano piuttosto buone. Il primo giorno hanno raggiunto quota 6.000 metri dove hanno piazzato il primo campo, dopo aver salito alcune goulotte. Il secondo giorno hanno salito un muro ghiacciato molto verticale di 400 metri terminato il quale hanno deciso di installare il secondo campo. Il terzo giorno hanno raggiunto la vetta alle 14 per poi scendere immediatamente alla base della parete, che hanno raggiunto dopo 13 ore di discesa. 

Mathieu Détrie ha commentato: “Tecnicamente è stata difficile. Ma avevamo tempo, le lunghezze erano difficili, ma brevi; abbiamo trovato ghiaccio molto secco, ma siamo riusciti a salire bene”.

 

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