Cronaca

Grignetta: abbattuta la croce in cima, decapitata anche la madonnina

Nella notte tra venerdì e sabato è stata abbattuta la croce in cima alla Grignetta, mentre  la statua della madonnina posta lì vicino è stata decapitata. Al momento non si sa ancora se la croce sia stata divelta da cause naturali o dall’atto vandalico di qualcuno. 

La croce è stata rialzata domenica pomeriggio, ma non è ancora stata rifissata a terra, mentre la madonnina verrà restaurata. Il presidente del CAI di Ballabio non ha dubbi sul fatto che siano stati dei vandali e ha commentato così: “La croce è stata piegata, spezzata e buttata a terra da almeno quattro o cinque persone. Anche la madonnina è stata decapitata apposta. Il vento non provoca simili scempi”.

 

 
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12 Commenti

  1. Pochi sono praticanti però quei pochi calcano
    la mano sul paesaggio, si impongono in maniera
    pesante e a tanti rode.

    1. scusa, puoi spiegare meglio il tuo commento? così sembra quasi che abbiano fatto bene a fare un atto vandalico.
      senza polemica.
      ciao

    2. condivido il pensiero. trovo abbastanza invadente e opprimente la presenza delle croci di vetta, il voler “etichettare” la bellezza e spiritualità della montagna con la religione.

  2. Vergognosi!! Ad ogni modo la montagna restituisce sempre quello che gli è stato fatto. Tempo al tempo… pezzenti!

  3. Ma chi stabilisce a priori se lo scempio sia erigere un manufatto artificiale sopra una montagna o demolirlo? E perché qualcuno considera il collocamento per forza cosa buona e giusta e il ripristino dello stato naturale una atto vandalico?

  4. Da sempre l’uomo modifica il paesaggio naturale, che assume così caratteri antropici che hanno un grandissimo valore. Se si vogliono eliminare le croci di vetta in nome di una utopica “purezza” ambientale, si eliminino allora tutta la storia dell’alpinismo, le vie ferrate, i rifugi e i bivacchi, le funivie e seggiovie, gli alberghi e le case, i pali della luce e le dighe e le miniere, le strade e i sentieri, i forti e le trincee e i cannoni, le baite e i villaggi…

    Se invece a dare fastidio è il messaggio cristiano sotteso al simbolo della croce di vetta, occorre osservare che questa ha un valore storico e culturale innegabile: che piaccia o meno, le popolazioni vissute ai piedi delle Alpi sono state per secoli (ed in parte sono ancora) cristiane, ed hanno espresso anche in questo modo la loro identità. Forse chi compie questi atti vandalici ha in odio non tanto la deturpazione del paesaggio (molto più invasivo in Grignetta a questo riguardo il bivacco Ferrario), ma appunto questa identità cristiana, passata o presente che sia.

    Al fedele la croce ricorderà che la montagna è un luogo spirituale privilegiato di vicinanza a Dio, metafora delle fatiche della vita quotidiana per giungere al cielo; e servirà come preghiera per chi è morto su quelle cime, amici o sconosciuti che siano. A chi non crede invece la croce di vetta servirà più semplicemente come indicazione del punto più alto della montagna, e come ricordo della fede delle persone che quelle montagne le hanno abitate molti anni prima di lui.

  5. Purtroppo in giro circolano molti sedicenti ambientalisti, persone in realtà insofferenti e frustrate, spesso isolate o ai bordi della società, che camuffano l’odio per gli altri con un apparente e smodato amore per la natura selvaggia e primordiale. Pur essendo non credente, mi piace l’idea di salire “la croce di vetta”, anzi trovo spoglia una vetta senza croce. Come giustamente ha scritto Davide Checchi, la croce è una testimonianza dell’identità sia sociale che religiosa di chi ci ha preceduto. Abbattere una croce è quindi un atto di ignobile vandalismo da cui tutti, cristiani e atei, dovrebbero dissociarsi.

  6. Condivido pienamente il pensiero di Davide. Aggiungo che la prima croce di vetta fu posata sul Pizzo d’Erna (Lecco) il giorno di san Giovanni del 1609 ad opera dei cittadini col consenso delle autorità civili. La tradizione dunque ha radici antiche.

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