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Morti rafting: condannato comandante

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BERNA, Svizzera — Condannato, multato e congedato. E’ stato riconosciuto colpevole il comandante del gruppo di militari svizzeri morti nel giugno 2008 mentre facevano rafting nel fiume Kander, nell’Oberland bernese. Quel giorno, cinque ragazzi persero la vita durante un’escursione non autorizzata dal comando militare. Uno, non fu mai nemmeno ritrovato.

Omicidio colposo. Questa la peggiore delle accuse di cui è stato riconosciuto colpevole il comandante che quel giorno si trovava sul fiume insieme alle dieci reclute. Le altre sono negligenza, violazione delle regole militari, uso inappropriato e danneggiamento di equipaggiamento militare.
 
Per tutti questi motivi, il tribunale militare ha inflitto all’ormai ex-comandante 18 mesi di reclusione con la condizionale, una multa e il congedo obbligatorio. Secondo quanto riferito dalla stampa svizzera l’uomo, di soli 30 anni, durante il processo si è detto più volte disperato e pieno di rimorsi per la morte dei ragazzi, aggiungendo che "l’essere sopravvissuto è stata la condanna della sua vita".

L’ex comandante quel giorno aveva portato nove reclute sul Kander a fare rafting. I gommoni, purtroppo, si sono ribaltati fra le rapide e nell’incidente sono morti cinque militari. Gli altri hanno riportato delle ferite. L’inchiesta sulla vicenda, condotta nei mesi scorsi, avrebbe dimostrato che tutti i partecipanti erano inesperti nel rafting e che quell’escursione era stata organizzata male, senza sopralluoghi o mezzi di soccorso in caso d’emergenza.

Sara Sottocornola

Photo Pascal Lauener courtesy of Swisster.ch

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