Alpinismo

Simone Moro e Tamara Lunger: finisce qui

Oggi Simone Moro e Tamara Lunger erano attesi a campo 4. Da questa mattina il tracker di lui era fermo ad una quota 6937 metri.

Poco fa avevamo fatto alcune ipotesi su cosa aspettarsi nei prossimi giorni nel caso avessero raggiunto i 7300 metri del quarto campo, dando come opzione anche quella che i due potessero avere il Garmin spento perché in discesa, come già successo il 22 maggio scorso a causa di un malessere di Moro. 

Qualche minuto fa il comunicato dello staff di Moro che conferma quest’ultima ipotesi ed annuncia la fine della spedizione. Ancora una volta la rinuncia al tentativo sarebbe dovuto al non sentirsi in forma di Simone. 

“Questa mattina Simone e Tamara hanno lasciato campo 3 (a circa 6600 m.) in direzione campo 4 come parte del tentativo di fare la traversata più alta della terra. Il loro tracker si è fermato a 6953 m, ma loro hanno raggiunto i 7200 m. Per i problemi avuti nei giorni scorsi, Simone si sentiva debole e a un certo punto ha capito di non poter continuare, così hanno preso la decisione di ritornare al campo base.

Ora sono a campo base e stanno entrambi bene. Hanno deciso che per questa volta la spedizione si chiude qui.

“Faremo tesoro di quanto abbiamo imparato questa volta sulla montagna, un po’ come è stato per il Nanga. E’ un obiettivo ambizioso, ma niente è impossibile.”

 

 

 

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16 Commenti

  1. Forse meglio obiettivi meno fantasmagorici, meno fanfare, meno fumetti, meno corde fisse, meno elicotteri e più umiltà. Imparare dalla montagna costa (anche gli sponsor): meglio imparare da Nives e Romano che quatti quatti…

  2. Forse c’e’ anche un po’ di invidia…x due persone che riescono a farsi una vacanza romantica in giro x il mondo pagata dagli sponsor. Beati loro. Certo che a livello di interesse alpinistico siamo proprio allo zero assoluto.

  3. tamara scappa…..se sei ancora in tempo e se vuoi…………a tutti libera interpretazione! per il resto è una notizia che tutto il mondo alpinistico sapeva da mesi

  4. Mi ricordo un fumetto che diceva: qui comincia l’avventura del sig. Bonaventura e finiva con un assegno di un milione (di lire)….credo che l’unica cosa che combacia tra i due fumetti è il milione

  5. Non capisco tutta questo astio nei confronti di Moro. Sarà l’invidia a parlare? Sarà perché quello che ha fatto voi lo potete solo leggere? … Meno elicotteri…. Meno fumetti… Meno ambizione… Ma perché? Siete tristi

    1. io domani mi faccio 15 tiri sai che tristezza. no siamo semplicemente per alpinismo puro e vero difficile e sincero. anche ambizioso ma senza trucchi. se non puoi capire lascia perdere se no guardati i curriculum di quelli veri e fai i tuoi confronti non c’è bisogno di ragionare tanto.

  6. Domani fai 15 tiri. Bravo. Però li farai soffrendo vero? perché se non soffri sai che schifezza! Tu che sei per un alpinismo vero, dove si soffre… che poi Moro non ha mai sofferto durante la sua carriera, che va! Lui ha sempre scalato in elicottero (con il suo, quello che voi non potrete mai avere e vi fa rabbia che lui possa).

    La montagna è grande. Dovreste viverla come meglio credete e rispettare il modo di viverla degli altri. Invece no.

    Rimanete tristi. Nonostante i 15 tiri.

    P.s.: l’unico argomento che avete è: documentati! Lo faccio, costantemente. Ho per caso sai anche quello che leggo io?

  7. io non sono triste ma sono annoiato nel leggere sempre grandi fanfarate: capisco che il vile denaro te lo da lo sponsor ma anche chi non spara sempre grandi cose a voce ma poi le fa avrà gli sponsor
    è il troppo clamore che stona sempre

  8. E infatti, visto che si chiama in causa il mio “meno fanfare” e mi si dà del “triste”, spiego: io non ce l’ho con Moro, non ce l’ho con nessuno. Ma ai miei tempi (eh sì, molti molti anni fa) uno andava in montagna per se stesso. Faceva quello che era capace di fare, non “la cosa più difficile del mondo”. Ora se uno decide di fare tutta la cresta di una serie di 8000, con via nuova, senza ossigeno, restando più giorni nella “zona della morte” ecc., ci si aspetta che almeno in cima al primo 8000 arrivi per la via normale, e non che quasi “ci lasci la pelle” al campo base, e poi che abbia problemi fisici a metà strada (della via normale del primo 8000 in parte già attrezzata dagli sherpa altrui) perché magari è poco acclimatato essendo arrivato al campo base in elicottero. Sarà anche vero che “tutto è possibile”, ma non in questo modo: Bonatti, Messner, Heckmair, ma anche i simpaticissimi e bravissimi Nives e Romano hanno dimostrato “facendo” cosa era loro possibile, senza tanto parlare.

  9. La prossima volta che vado in Himalaya, affitto un elicottero e mi faccio portare in cima all’Everest due foto e via! Tanto ormai vale tutto per raggiungere le vette!

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