Cronaca

Val Veny, “Stare in campana” è la cosa più difficile – di Maurizio Gallo

Non posso che rimanere senza parole!

Ma non vorrei mai che “Montagna.tv” divenisse sempre più un “Tragedia.tv”.

La volta scorsa avevo speso parole positive sul fatto che in montagna talvolta possiamo sbagliare anche per la difficoltà di interpretazione della situazione in cui ci veniamo a trovare. Oggi non me la sento di rifare lo stesso discorso.

Ero a Courmayeur in questi giorni nella felicità generale per la copiosa nevicata, ma già la sera mi ero sorpreso nel sentire il tipico vento forte ed ho incominciato a pensare a cosa sarebbe successo su quella neve appena caduta. Sciando nei giorni precedenti avevo verificato che la neve vecchia, nell’alternanza di freddo notturno e caldissimo diurno, si era compattata, dura e già lavorata dal vento. Poi ha piovuto fino a 1700/1800 m sotto la spinta del vento che era di caduta.

Mi è entrata la convinzione di una situazione micidiale: questa mattina tutti si sono fatti prendere dalla frenesia della farina nella parte alta su pendenze dolci, tutti sentivano che i pisteur stavano bonificando con le mine i pendii superiori e vedevano che la funivia di Joula era tenuta ferma per questo motivo. Grupponi di sciatori si sono lanciati su una traccia di fuoripista che portava in un canale più ripido, con neve già pesante per la pioggia e poi appesantita ulteriormente dal riscaldamento esagerato.

Ma dai!

Peccato, ancora una volta l’entusiasmo ha preso il sopravvento sull’attenzione e sulla analisi che deve essere sempre fredda della montagna: cresta pelata dal vento sopra il canale sottovento…

Ieri mattina mi ero già agitato per l’incidente sulla cascata: sempre la stessa di Sottoguda, “La Cattedrale”, ancora un errore che possiamo definire banale sulla corda doppia, un mio amico, super esperto… quello che rimane ora è la speranza.

La montagna ci chiede sempre di rimanere super concentrati, presenti sul pezzo, con le orecchie sempre dritte.

Su! Cerchiamo di ricordarcelo sempre!

 

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4 Commenti

  1. Ormai le attrezzature da skialp ultraleggere ultratecnologiche costano un occhio e bisogna pur metterle all’opera…prima che divengano obsolete o sideteriorino.Poi non tutti sono residenti in zona stabilmente e devono saturare di avventura un breve periodo di vacanza.Per ritornare alla routine con almeno qualche bel ricordo , foto o filmato autogirato.

    1. Esperto di sociologia di massa? Io non ho macchina fotografica spendo tutto in abbigliamento ultraleggero e rischio la pelle un giorno su sette ogni inverno. chiedi ad Ermanno o all’Hainz quante volte escono senza macchina fotografica. ma non cercare di capire

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